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Albergo s?, albergo no, la terra dei cachi?

cerco guai

A maggio l?amministrazione comunale deliberer? sulle destinazioni d?uso degli edifici che possiede, sta per possedere o conta di possedere a breve.

Tutto per decidere cosa mettere nella ex Piave e cosa fuori, cosa fare e cosa non fare dei ?contenitori? vuoti o svuotabili, ex ospedale compreso.

E in ballo torna la questione di sempre: un albergo a cinque stelle con spa, che non vuol dire ?societ? per azioni?, ma ?centro benessere?, dato che con le societ? per azioni il futuro di Orvieto pare abbia gi? avuto a che fare abbastanza.

Quando, tanti anni fa, lanci? l?idea del superhotel Alfredo Maggioni, allora coordinatore di Orvieto Promotion, furono in molti a deriderlo. Ora, che a dirlo ? stato qualcun altro, pare che non si possa parlare di futuro senza lenzuola di seta, livree tirate a lucido, sauna, idromassaggio, cromoterapia, shiatsu, cristalloterapia e chi pi? ne ha pi? ne metta.

Pare, infatti, che i congressi coi fiocchi a Orvieto non arrivino perch? i congressisti chiedono alberghi grandi, a cinque stelle, e con beauty farm interna. E beauty farm sia. Basta che poi quei clienti a cinque stelle si accontentino del Palazzo del Popolo che, sebbene cada a pezzi, costa pure caro, e se la sentano di raggiungere il luogo del convegno facendo lo slalom tra le bancarelle del mercato del gioved? e del sabato.

In altre citt? le sale convegni, quasi sempre interne o adiacenti al complesso alberghiero, vengono concesse gratuitamente, qui a Orvieto, non solo si pagano anche quelle collaterali, ma ognuna ha un proprio responsabile cui fare riferimento per le prenotazioni.

Ma di sicuro chi ha fatto la pensata avr? dalla sua parte ottime ricerche di mercato che ci mettono al riparo dall?effetto cattedrale nel deserto.

E di sicuro sar? una sferzata forte per il mercato dell?accoglienza e della ricettivit? orvietana, che gi? soffre di un cospicuo calo di clientela e gode di un altrettanto cospicuo fiorire di agriturismi, bed and breakfast e affittacamere, strutture, queste ultime, preferite dal turismo cosiddetto ?culturale? e delle famiglie.

Anni fa, quando correva voce che un certo Barbi avrebbe fatto un hotel a cinque stelle in pieno centro storico, qualcuno disse: ?Meno male che ? arrivato Barbi da fuori. Prima ci ha insegnato a fare il vino e a venderlo pure, ora speriamo che ci insegni anche come si fa l?albergatore?.

La frase, per quanto amara e dettata da quella insana mania tutta orvietana di non stimare affatto qualsiasi cosa provenga da Orvieto, aveva un fondamento di verit?, e ora, mutatis mutandis, si appresta a diventare tangibile.

Infatti, a meno che una cordata di imprenditori locali non faccia col superhotel quello che Berlusconi avrebbe voluto far fare ai suoi figli con l?Aliltalia, mi sa tanto che ci toccher? assistere a qualche salutare lezione di marketing dell?accoglienza da qualche affermato imprenditore di importazione.

Speriamo solo che si riesca ad evitare l?effetto Fin Presto. Dalla nostra c?? la statistica: pare che batoste come quelle possano succedere ad un determinato territorio con una frequenza di una ogni venti anni, e noi abbiamo gi? dato.

Ma la statistica, si sa, ? fatta sui grandi numeri, e magari, per fare un esempio, a noi ne toccano due e a Viterbo nessuna e la media ? una batosta a testa. Alter Ego docet.

Per restare in tema di numeri, credo che in questa settimana toccher? quota cento, ovvero mi sar? posta per la centesima volta, la domanda: ?Ma tu che ti occupi di turismo, che ne pensi del nuovo grande albergo? Ce n?? davvero bisogno? Sar? quello il futuro di Orvieto??, a cui seguir? la mia deludente risposta.

Deludente perch? una vera risposta, in questo momento, senza informazioni precise e senza aver buttato un occhio sui piani dettagliati e su un progetto complessivo di citt?, non pu? esistere. Non si pu? essere a favore o contro a priori, almeno secondo me.

? impossibile non essere a favore per i posti di lavoro qualificati che porterebbe sulla Rupe, per l?innegabile indotto che flussi di turisti facoltosi potrebbero determinare, per il balzo di qualit? in termini di offerta complessiva, formazione, capacit?, appeal?

Cos? come non si pu? non essere contrari se l?alberghissimo rimarr? scollegato dalla citt?, una perla in mezzo ad un panorama di servizi decenti ma non eccellenti e di strutture gradevoli ma non superbe, o peggio ancora se dopo qualche anno, recuperato il 90% dell?investimento iniziale, dovesse essere abbandonato dai suoi gestori, per restare vuoto o tornare, perch? no, nelle mani dirette del Comune, che dovrebbe farlo gestire da una cooperativa messa su ad hoc.

Insomma, sono favorevole a tutto ci? che rientri in un piano concreto di valorizzazione complessiva di realt? cittadina e territoriale, contrario alle soluzioni improvvisate per soddisfare esigenze passeggere e manco troppo verificate.

Cos?, il centesimo domandante, come gli altri novantanove che l?hanno preceduto, si congeder? da me, mesto e delusissimo. E, con un mezzo sorriso di circostanza, mi saluter? dicendo: ?Ho capito, Marcol?, nun te voi espone?.

Pubblicato il: 28/04/2008

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