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Auguri Trappolino. Ma io non sar? mai dalla sua parte

Fausto Cerulli

Per fortuna Trappolino. La giovane speranza di un partito nato vecchio. Meglio di niente: magari non ha mai sentito parlare di comunismo; ma non ? il solo: anche D?Alema una volta ha detto scandalizzato: comunista io? L?altra sera a radio radicale hanno fatto riascoltare quello che disse Occhetto dal palco di San Giovanni, in occasione della morte di Togliatti. Lo chiam? maestro, padre, modello insuperabile; e disse che aveva imparato da lui ad essere un rivoluzionario. Io vorrei tessere le lodi di Trappolino, meritarmi la sua stima, tenermi pronto a chiedergli qualche favore. Invece penso che ? un comunista mai stato comunista, cresciuto alla scuola di Veltroni, sopravvissuto allo tsunami berlusconiano. Posso fargli i miei auguri, ma non mi sento dalla sua parte. Io faccio parte degli scomparsi della sinistra radicale; scomparsi perch? un politico altre volte intelligente ha pensato che fosse intelligente allearsi con Pecoraro Scanio: che ci azzecca, direbbe Di Pietro, il comunismo con l?ambientalismo? La falce e martello con il pollice verde? A Terni, tanto per dire, Rifondazione, da sola, ha preso il 15% dei voti. Quando si corre per un ideale si corre da soli, caro il mio Bertinotti. E? vero che anche Veltroni ha deciso di correre da solo, ma Veltroni gli ideali li tiene nello sgabuzzino delle scope. Io ho votato dopo tanti anni; ed ho votato per il Partito dei Comunisti Italiani; niente a che vedere con i comunisti finti di Cossiga e Diliberto. Ho votato per un partito di cui molti, anzi quasi tutti, hanno appreso l?esistenza soltanto quando ne hanno visto il simbolo sul lenzuolo della scheda elettorale. Ma un partito di comunisti che credono ancora al comunismo, e per questo ? stato  ignorato da tutti; i giornali non ne ha hanno mai parlato, la televisione, con malcelato disprezzo, ? stata costretta a far parlare per tre minuti il suo segretario Ferrando, che era anche deputato e che quando se ne era andato da Rifondazione si era portato appresso i pi? giovani, i pi? entusiasti, i pi? comunisti. Il partito per cui ho votato non ha riportato alcun successo elettorale, e non ci contava. In questa Italia clericofascista, incarnata da Veltroni e Berlusconi compagni di merenda; ed in cui Rutelli, per tenersi sotto il sederino la poltrona di sindaco, ? andato in giro per parrocchie e vescovadi; ed ha leccato la mano del pastore tedesco non potendo, per questioni di decenza, leccargli un?altra parte del corpo, il mio voto disperato ed entusiasta nello stesso tempo ha voluto significare che questa Italia non mi appartiene, ed io non appartengo a lei. Trappolino ? un giovane, e di questo lo invidio. Far? carriera; e di questo non lo invidio; non ? mai stato e non sar? mai comunista e non sa quello che perde. Non vedr? mai una falce e martello, non alzer? mai il pugno chiuso in segno di lotta e di speranza; nella migliore delle ipotesi sar? un bravo burocrate, portaborse di se stesso; imparer? la triste lezione dell?inciucio, diventer? politicamente vecchio senza essere mai stato politicamente giovane. Potrei essere quasi quasi suo nonno; ma lui non mi chieder? mai di raccontargli le favole stupende del comunismo, le battaglie di quando Orvieto era rossa e non rosa. Il Partito Democratico ha avuto una sua bella soddisfazione, e mi congratulo. Ma Trappolino, dia retta a me, non si senta soddisfatto di essere deputato di un partito inventato a tavolino per far piacere alla borghesia. Vorrei consigliargli di leggere Lenin, o magari Gramsci; ma sono certo che mi chiederebbe, manzoniamente, chi sono costoro?

Pubblicato il: 18/04/2008

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