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Considerazioni sul parcheggio di via Roma

Gianni Cardinali

di Gianni Cardinali

Quando Conticelli ha cominciato a porre il problema della validit? del parcheggio in via Roma, tutti coloro che avevano con attenzione seguito le vicende del programma chiamato ?viabilit? alternativa?, sono rimasti perplessi,  perch? quel parcheggio era stato ipotizzato gi? da molto tempo.

La facile accusa, secondo cui Conticelli, dovesse approfittare di ogni occasione per attaccare l?Amministrazione Comunale, sembrava pi? che fondata.

Ora che il Consigliere ha vinto pure un ricorso al TAR su ?quisquilie burocratiche?, sembrerebbe ancor pi? avere torto.

A ben vedere, invece, se non ci fosse stata questa particolare attenzione, chi avesse voluto osservare, leggere, informarsi, ripercorrere la storia, riflettere su fatti e soggetti, sia individuali che societari, avrebbe scoperto faccende talmente interessanti da far supporre, ancora una volta, un solerte attivismo tutto a danno della citt? ed a compromissione del suo futuro.

Innanzi tutto, un parcheggio che sarebbe dovuto essere sotterraneo, non ? altro che uno scatolare metallico, ?grigliato?, uguale identico a quello di Porta Romana, uguale identico a quelli di Perugia e di qualche altra parte (? un caso che si tratti degli stessi progettisti?), semplicemente appoggiato dentro una grande buca a fuoriuscire di buoni 170 centimetri, per ?prendere aria? ed a compromettere inesorabilmente tutta la superficie.

Pur non essendo tecnici particolarmente preparati, ? cos? difficile capire che con la disponibilit? della caserma Piave, si sarebbe potuto fare un vero parcheggio sotterraneo al ?pelo? dell?attuale superficie, anche sotto via Roma, per utilizzare, non solo per l?aereazione, tutta la parete della via di fronte alla caserma?

Sarebbe stato cos? difficile immaginare che, dei buoni progettisti, avrebbero potuto ipotizzare un sistema d?ingressi e di uscite, sempre dalla parte della caserma e senza compromettere in modo drammatico tutta la via Belisario?

Naturalmente a prescindere dalla finalit?, se dovesse essere ancora valida la prospettiva che quel parcheggio sarebbe dovuto servire, non a richiamare auto da fuori, ma a mettere nel sottosuolo quelle dei residenti nel centro storico, che oggi le tengono in ogni spazio libero, a compromettere la bellezza e la vivibilit? della citt?.

Oggi, rispetto al periodo in cui sono state elaborate queste prospettive, tutta la citt? ? profondamente mutata: il centro storico ha perduto il suo significato di cuore del Comune, si ? invecchiato pi? velocemente dell?immaginabile, mentre la parte bassa, anche a causa degli ultimi sussulti edilizi, ? sempre pi? preda di un disordine di difficile recupero.

? chiaro, quindi, che a maggior ragione, sempre ragionando del parcheggio di via Roma, sarebbe stato necessario, non solo un piano attuativo che vedesse centrale un destino complessivo della ex caserma, considerando anche la ex SMEF, ma un progetto vero e non una ?spennellata metallica? utile soltanto a chi riceve la commissione.

Se ? vero che si ripropone il tutto con un piano attuativo, quello che mancava, con qualche primo taglio stradale verso l?infermeria della ex caserma, a dimostrare, se ce ne fosse stato bisogno, che la prima parte dello ?spezzatino?, il futuro che si vuole per la Piave, ? gi? bello che cucinato, significa che la volont? perversa di compiere una sorta di ?Urbs(cidio)? va avanti, nonostante vi siano tutti i presupposti per cambiare rotta, una volta capiti tutti gli errori dei troppi ?navigatori a vista? che hanno minato e continuano a minare questa sfortunata citt?.

Speriamo di sbagliare, ma, se ci ? consentito, in un passato non tanto lontano, facemmo valutazioni, per esempio per il Borgo, che si sono rivelate molto vere: infatti il Borgo ? fallito.

Non doveva essere il nuovo centro direzionale della citt??

Dobbiamo essere contenti che ci sia gente come Conticelli: forse oggi, senza le sue battaglie, non avremmo fatto queste considerazioni. 

 

 

 

Pubblicato il: 07/07/2003

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