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Un ospedale a met?: met? medici, met? infermieri, met? rianimazione, tutto al 50% o quasi

Giuliano Santelli

La Dott.ssa Rimondini ? una donna minuta, capelli neri, occhi penetranti, dicono che dal punto di vista professionale sia molto brava. La vedi passare incessantemente per il reparto, meglio dire reparti, perch? la Dott.ssa Rimondini ? un oncologo a "mezzo servizio" con il reparto di medicina, per cui ? costretta a svolgere questa sua doppia attivit? senza che abbia il supporto di un altro medico, quanto mai necessario al buon funzionamento del/dei reparti. La situazione dell'oncologia non ha solo una carenza di medici, ma anche di personale paramedico, spesso, per non lasciare le cose a met?, ci si ferma ben oltre l'orario di lavoro, magari timbrando l'uscita dell'orario e poi rimanere alcune ore a dare una mano. 300/400 ricoveri al mese presso il day hospital, poi, le visite ambulatoriali, infine i colloqui con i pazienti ed i familiari.

Lo spazio a disposizione ? esiguo, del tutto insufficiente, per non dire inesistente la sala d'attesa, situata nel pianerottolo dell'ascensore al V? piano, senza aria condizionata, con delle scomodissime panche in ferro, senza nessun servizio igienico. La sala d'attesa, promiscua, per malati, parenti, "transitanti". E qui, che puoi ascoltare quello che le persone pensano di questo "ospedale a met?". S?, perch? tutto ? a met?. Met? medici, met? infermieri, met? rianimazione, tutto al 50% o quasi. Addirittura neanche un medico che si occupi del supporto psicoterapico per i malati di cancro e per i loro familiari. Ti incontri in questa "anticamera", ti saluti, guardi se questa volta qualcuno dei "conoscenti" in terapia sia per caso "mancato".

Guardi le facce, abbozzi un sorriso, qualcuno ti risponde imprecando sull'insufficienza della situazione. Ti raccontano che vorrebbero denunciare lo stato delle cose ma, poi, ti dicono "come faccio a parlare e dire le cose se poi ho bisogno di loro". Ad Orvieto esistono due associazioni per la lotta al Cancro, Orvieto Contro il Cancro e l'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, associazioni straordinarie, impegnate su vari versanti. L'O.C.C.. da tempo chiede di poter formare volontari da affiancare alle strutture oncologiche, ? arrivata addirittura a finanziare un Bando per un medico per l'assistenza psicologica ai pazienti ed ai familiari.

L'A.I.R.C., raccoglie fondi, cerca anch'essa di dare risposte alle necessit? di migliori attrezzature, di supportare per quanto possibile l'attivit? di ricerca e di aiuto a queste situazioni difficili. In Ospedale esiste una struttura denominata Tribunale dei Diritti del Malato, c'? un URP, Ufficio Relazioni per il Pubblico, strutture queste che su diversi versanti, di "movimento" la prima, istituzionale la seconda,sono preposte a raccogliere denunce sulle disfunzioni sulle difficolt? degli utenti.
Le avete mai sentite "battere un colpo"? Assumere posizioni critiche verso queste scandalose situazioni? S?, perch?, scusate lo sfogo, un malato di cancro non ? un malato ?normale?, non ha bisogno solo di bravi medici (servirebbero a tutti), non ha solo bisogno di spazi pi? ?funzionali? (idem come prima), ha bisogno di ?allegria? ( Pach Adams), ha bisogno di campare meglio possibile, ?fabbricare come se si dovesse vivere mille anni, vivere come se si dovesse morire domani - Michelangeli). Tutto questo, richiederebbe una filosofia della Sanit? Pubblica, della sua organizzazione e gestione, ben diversa da quella che oggi conosciamo. Quando si chiuse la ULS n.?5 dell?Orvietano si disse: ?saranno potenziati tutti i servizi territoriali, verr? completato un ospedale d?avanguardia. Oggi la situazione lasciata dal ?mitico? Dott. Lombardelli, ? sotto gli occhi di tutti.

I servizi in stato di totale insufficienza, chiedete al Consultorio Familiare, l?ospedale completato, bella struttura, un nosocomio all?avanguardia, vi fanno le analisi con le microcamere, con la rianimazione aperta, ma con gli stessi anestesisti che, come gli aeroplani di Mussolini, vengono spostati da una parte all?altra.
A ?mezzadria? come la Dott.ssa Rimondini, tra una met? di qua e l?altra di l?.
Ed in mezzo, senza sapere perch?, stanno gli utenti. La Magistratura ha aperto un?inchiesta sulla situazione dell?ospedale. Non ? una bella cosa, ? una sconfitta per tutti, per l?intera comunit? orvietana, senza distinguo di ceto e colore. Eppure questa Citt? ha energie e forza per trasformare l?indignazione in proposta.

Per questo, partendo dall?oncologia, proviamo tutti insieme ad avere un sussulto, ripartiamo dai problemi veri della gente, ripartiamo dalla salute. Non pu? che farci bene? in attesa del Dott. D'Ingecco

Pubblicato il: 01/07/2003

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