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NOTIZIE CORSIVI

La responsabilit? del crollo del settore turistico

Guido Turreni

Ha fatto clamore la notizia diffusa dagli organi di stampa relativamente al crollo del settore turistico, un pesante - 8% di presenze in citt? (vedasi ad esempio l?interessante prolusione di Marco Sciarra).

Anzi, secondo Federalberghi si tratterebbe solo dell?inizio, perch? la situazione sarebbe molto peggiore di quello che i dati indicherebbero, visto e considerato che nei primi mesi del 2008 le presenze sarebbero ancora pi? in picchiata, rispetto al 2007.

E? certamente vero che la cos? detta congiuntura economica negativa nazionale ed internazionale, di crisi pesante e prolungata (e secondo il grande prof. Tremonti saremmo solo all?inizio), ha influito su questi dati, ma ? altrettanto vero che, come sempre, ad Orvieto le difficolt? economiche si avvertono in maniera esponenzialmente pi? elevata rispetto alle altre realt?, a causa di un sistema microeconomico locale debole ed asfittico, fondato prevalentemente sull?economia pubblica-assistita degli stipendi pubblici e delle pensioni.

A riprova di quanto sostengo v?? da evidenziare il dato in controtendenza rispetto alle altre realt? territoriali limitrofe, sia regionali che extra-regionali: il dato delle presenze turistiche di Orvieto, infatti, ? il peggiore in assoluto dell?Umbria, mentre nella vicina Tuscia si nota un fermento turistico-imprenditoriale sempre crescente ed innovativo nell?offerta.

E allora se oltre all?economia traballante - che non va bene in tutto il nostro vecchio continente europeo - ci si aggiunge anche una certa incapacit? della classe dirigente locale nel gestire il rapporto con le imprese turistiche, c?? il rischio concreto che il core business della citt?, ovvero il settore turistico, cominci ad entrare in crisi anche occupazionale, con pesantissime ripercussioni a livello sociale ed economico.

A questo punto, se non si vuole negare perfino l?evidenza, bisogna dare rispote adeguate sul piano politico a ci? che potrebbe innescare un processo addirittura irreversibile con la chiusura di molte imprese turistiche (ristoranti, bar, alberghi ed alla fine anche i tanto osteggiati agriturismi), risposte che la sinistra locale omette di dare, oppure rende in modo assolutamente incoerente, sprecando anche ingenti risorse.

Un esempio concreto ? Orvieto Promotion.

Non so se Federalberghi avesse in mente proprio questo ente quando parla di mancata promozione e di assenza totale di politica territoriale di marketing (credo di no), per? sta di fatto che questo ente che aveva questa mission (come si usa dire oggi) direi che l?ha fallita completamente.

Attenzione per?, perch? in questo ente non c?? solo il Comune di Orvieto, ma anche gli operatori di settore, fra cui credo anche ristoratori e albergatori.

Ed ? qui che in parte mi dissocio da Federalberghi e mi associo invece a Gian Luca Puppola, che ha denunciato, in un commento, una situazione di complicit? della gente orvietana e del mondo imprenditoriale locale con un certo modo di fare politica, anzi, di non-fare politica.

E? infatti nelle nostre mani e nella nostra volont? di scendere in campo e di fare concretamente l?attivit? politica che sta almeno l?inizio della soluzione dei problemi di questa citt?, che ha avuto la colpa, grave, di lasciar fare sostanzialmente quello che voleva ad una classe dirigente mitizzata, autoreferenziale, ?cozzettara? e clientelare, che ha poi indotto la gente orvietana a chiudersi in una pigrizia politica totale, perch? a tutto doveva e poteva pensare ?il partito?.

E? questo il vero punto di sovvertimento che va intaccato nella nostra societ? orvietana, ed ? l?imprenditore orvietano che per primo dovrebbe fare questo ragionamento.

Speriamo che l?atteggiamento di denuncia di Federalberghi, o di Marco Sciarra, possano rappresentare l?inizio di questa rivoluzione soprattutto culturale, che deve investire, per primo, proprio il mondo imprenditoriale locale.

Ed ? a questo fine che il Popolo della Libert? orvietano deve attrezzarsi.

Pubblicato il: 18/03/2008

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