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Ad Antonio Barberani, testa pensante della destra

Fausto Cerulli

Caro Antonio, con l?affetto e le stima che ci lega, vorrei commentare il tuo ultimo intervento su questo sito. Hai dimostrato di avere una qualit? assai rara sia nella destra regionale che in quella locale. Hai giustamente attaccato, in quanto esponente della destra ( a proposito, quale ? la destra, adesso?) la sinistra locale ( a proposito, quale ? la sinistra): ma hai avuto il coraggio di mettere i piedi nei due piatti, quasi con obiettivit? , almeno con quel massimo o minimo che ti ? consentito dall?essere comunque di una parte, e con posti di responsabilit?.

Hai messo il dito su una piaga comune; da una parte e dall?altra sempre le stesse facce, pi? o meno presentabili ma sempre comunque rappresentative del vecchio: e non mi riferisco soltanto all?et? anagrafica, si pu? essere vecchi anche da giovani; se si ? cominciato da bambini ad assumere cibo dalla mangiatoia parapolitica. E viceversa; tanto per andare sul personale, avevo scritto un corsivo provocatorio candidandomi a Rifondazione: mi aspettavo una telefonata dai rifondaroli, anche per prendermi per i fondelli. Nada de nada. Torno comunque alla tua analisi, seria e cattiva. Sei stanco di vedere intorno alle iniziative politiche sempre gli stessi volti, le stesse mani comandate all?applauso. Non credo che sia un fatto nuovo; sono anni, dai tempi del Duce. Ogni gruppo dirigente si crea un gruppo consenziente; tanto per dire, il tuo partito ha scoperto Rodolfo Grancini che capisce di politica come io di fuoribordo.

Ogni Capo ha i propri capetti, che capeggiano un gruppo di gente nata per essere capeggiata, in attesa di diventare a sua volta, hai visto mai, capetto alle dipendenze del Capo. Risultato di tutto questo giro ? che ognuno dei servi, in attesa di essere meno servo,non ha n? tempo n? voglia di studiare Politica. Uno non pretende che sorgano nuovi Gramsci, a sinistra; o nuovi Einaudi, a destra. Nessuno pretende tanto.

Ma io, come te, credo, sono nauseato da questa gente che preoccupata di arraffare poltrone o prebende, si qualifica per una incorreggibile assenza di cultura politica.

Ma, al limite, non pretendo neppure una cultura politica; mi basterebbe un minimo di passione e di partecipazione. Capisco pi? gli indifferenti, quelli che in numero crescente si disinteressano della res publica; ma sono disgustato da quelli, e sono sempre gli stessi, che sono sempre presenti, senza essere presenti a se  stessi. Li chiamerei gli abbonati della politica; quelli che una volta avevano la tessera a quattro facce. Mi rendo conto di scivolare nel qualunquismo; ma vorrei dire che mi sento sollevato se una destra pu? contare su persone come te. Non ? colpa mia se la sinistra non mi vuole; se mi ritiene inaffidabile: certo, io sono inaffidabile se per questo si intende dare la propria fiducia senza averne troppa. Raccolgo comunque una tua battuta; mi chiedo per quale motivo il Partito Democratico non abbia messo in lista il Presidente della Thissen Krupp. Avrebbe rinsanguato le liste, di sangue operaio. Quanto al difetto da te denunciato, con precisione e puntualit?, non posso non essere d?accordo con te: il male sta nel fatto che le facce nuove non si presentano alla ribalta perch? sanno che la ribalta ? occupata dalle facce vecchie, anche se giovani. Il cane si morde la coda, e morde a sangue la coda della democrazia.

Stiamo affogando, a destra ed a sinistra, nell?Indecenza.

Pubblicato il: 05/03/2008

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