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Rifondazione e Mocio, un matrimonio che non s?aveva da fare

Fausto Cerulli

Rifondazione e Mocio, un matrimonio che non s?aveva da fare. Io ho militato a lungo in Rifondazione, quando sembrava l?unico partito in cui vivere una superstite esperienza comunista. Ho  portato anche voti, al partito, non sia per rinfacciato. Ad una elezione provinciale  presi undicimila voti, fui il secondo nella provincia di Terni. Non ho mai avuto nessun incarico nel partito: gli incarichi venivano decisi non so ancora come e da chi. Era un partito povero e gagliardo, ricco di entusiasmo, con poche idee ma confuse; e con l?orgoglio della bandiera rossa. Poi anche ad Orvieto Rifondazione si ? fatta stritolare  dal sistema, ha accumulato assessori e consiglieri; e si ? messa in vendita sul mercato della politica. Ora, io non voglio dire che un partito non debba fare parte  della partita. Ma c?? un limite a tutto: anche Rifondazione ? diventata un apparato, staccato dalla gente, con quattro capoccioni che decidevano tutto: ricordo che quando Luca Coscioni si present? per la Camera, mi chiese di presentarmi per il senato nella lista Bonino. In quella occasione a Piazza della Repubblica si tenne un affollato comizio; parl?, con il suo congegno elettronico, il povero Luca; poi parlai io; ed esordii dicendo che ero un militante di Rifondazione, e che avevo accettato quella  candidatura solo per sostenere Luca e le sue battaglie laiche. Poi parl? Pannella; mi dette atto della mia militanza politica comunista e mi ringrazi? per essermi prestato, solo per quella volta, alla battaglia radicale. Due giorni dopo mi arriv? una lettera da Rifondazione; ero espulso dal partito per indegnit? politica. Roba che manco ai tempi del Poltburo.

Ora, finalmente, uno spiraglio. Rifondazione rompe con Mocio. Era ora. Che ci stavano a fare i miei compagni comunisti con un democrisianto come Mocio?

Questione di potere? Ma Mocio, da buon cattivo democristiano, il potere ? cosa sua. Ricordo quando fu eletto, al termine dell?impero di Cimicchi; chiesi a Cimicchi come mai avessero eletto un uomo di centro, sputtanando la tradizione di sinistra. E Cimicchi mi fece capire che Mocio era messo l? per coprire la poltrona, ma dietro a Mocio c?era lui, l?eterno Cimicchi. Mai affermazine fu pi? temeraria: Mocio si ? rivelato un osso duro, un accentratore, uno che faccio tutto io e zitti. E per molto tempo, per troppo, Rifondazione ha subito i ricatti di Mocio; per il piatto di lenticchie di uno o due assessorati ha ingoiato lenticchie e ciotola. Ora l?aria sembra cambiata: Cecilia Stopponi esce dalla giunta, la segretaria di Rifondazione fa la voce grossa con Mocio. Ma le motivazioni dell?uscita della Stopponi mi sembrano di natura burocratica; e la segretaria Barbanera fa questione di metodo. Non ? questo che mi aspettavo: mi  aspettavo di sentire, e spero di sentirlo, che i comunisti e i democristiani sono come  il diavolo e l?acqua santa. Ed io faccio parte dei diavoli, ovviamente.

Mocio, con la sua faccia d?angelo, non si preoccupa. Fa come Veltroni, corre da solo. L?ha sempre fatto  del resto; gli altri erano gregari e portaborraccia. Ma per correre da soli, in una citt? che, comunque ha un?anima di sinistra, occorre tenere un ruolino di marcia massacrante. Da soli, anche in politica, si fanno le masturbazioni; e allora ha ragione  Olimpieri quando chiede le dimissioni di Mocio. Ma Mocio, con rispetto parlando, non ? Mastella.

Pubblicato il: 09/02/2008

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