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Dal Partito democratico una classe dirigente credibile

Giuseppe Germani

Qualche settimana fa mentre leggevo un libro che trattava il tema della politica come servizio alla collettivit?.

Mi sono imbattuto in questa frase che riporta il vocabolario della lingua italiana edito nel 1865, in una citazione per definire uno dei significati del termine servire. C?? scritto  che ?Chi serve al comune, non serve a nessuno (non s?aspetti riconoscimento materiale e sovente neanche riconoscenza. Ma egli avr? compenso e premio dalla coscienza sua propria?.

 L?impegno politico ? un servizio che deve essere mantenuto con purezza d?animo e di azione .

Cos? dovrebbe essere e nessuno credo affermi il contrario.

Le regole che governano la politica sono queste, per laici e cristiani, e chi decide di dedicare tempo e passione e sapienza a questa attivit? sa che deve scrupolosamente attenervisi.

I nostri sono tempi di rinnovamento. Come tutti i tempi

C?e? una generazione che preme carica di proposte, di idee e di metodi per impegnarsi in politica e governare la citt? e il paese.

Davanti a loro ci sono quelli che devono essere rinnovati, fintamente disponibili al cambiamento, come natura comanda. Addirittura si ? innescato un meccanismo ancora pi? tortuoso e a proporre il cambiamento sono quanti dovrebbero essere sostituiti, con il risultato scontato che il cambiamento generazionale non arriva mai.

Se qualcuno viene inserito nell'ambiente ha un preciso mandato, deve fare ci? che gli verr? detto da chi ha deciso la sua candidatura.

Risultato, le nuove generazioni, i nostri giovani che non sono dei ?rincoglioniti? o peggio ancora dei ?bamboccioni? si allontanano sempre di pi? dalla politica o spesso, quando ne fanno parte, imparano con una velocit? impressionante i metodi e le dinamiche dei fratelli pi? grandi e non portano mai o quasi mai quella spinta propulsiva che ? linfa vitale per il progredire della societ?.

Se il disastro di Napoli, a cui assistiamo in questi giorni, fosse accaduto qualche decennio fa, anche da Orvieto saremmo  partiti per solidariet? con il popolo campano costretto a vivere all?interno di una discarica a cielo aperto o comunque avremmo dato sfogo a tutta la nostra indignazione.

Ora, tutto ci? non accade, e questo ? preoccupante per il paese e per la democrazia e quando Veltroni chiede le dimissioni di Bassolino in primis e degli altri corresponsabili credo sia un dovere di tutti noi sostenerlo nella sua azione.

Pensandoci bene da Orvieto ancora si pu? sperare in qualcosa, perch? qui il tempo sembra si sia fermato. O no?  

Solo ridando credibilit? alla politica ed ai suoi attori possiamo determinare un rinnovamento della classe dirigente del paese che possa affermare un nuovo progetto di sviluppo, basato su criteri di pari opportunit?, capacit?, volont? dell?intraprendere  e capacit? propositiva.

Abbiamo bisogno di questo,  di una classe dirigente che affronti i tanti problemi del paese, che elabori proposte, che discuta in modo libero da uomini liberi, che sintetizzi le varie opinioni e crei un progetto di sviluppo per i prossimi 10 o 15 anni per dare al nostro paese, alle nostre regioni, alle nostre citt? una prospettiva di media e lunga scadenza.

Queste affermazioni sono le stesse che tutti i nostri politici mettono nei loro discorsi, nei loro documenti, nei loro proclami, ma che poi nella realt? pochi si prodigano per attuarle.

Noi vogliamo davvero confrontarci in modo libero su tutti i temi e lo vogliamo fare all?interno di  questo percorso di creazione del nuovo Pd e della creazione degli organi di governo locale del partito stesso.

 

Se qualcuno ha timore di perdere posti poltrone o strapuntini, abbiamo dimostrato in tempi recenti, che nonostante,  a differenza di molti,  che a noi la poltrona era arrivata direttamente dai cittadini con il loro voto, quando necessitava per il ?bene comune? abbiamo messo a disposizione quello che avevamo senza se e senza ma.

Localmente abbiamo bisogno di nuovo slancio e credo che l?attuale classe dirigente sia sempre pi? dimostrandosi distaccata dalla realt? e continui ad affannarsi in una composizione spasmodica di strategie sempre rivolte al suo interno e quotidianamente assistiamo alla pratica infinita delle alleanze personalistiche, di questoche  sta con quello, di tizio sta con caio e cos? via.

Ma con i cittadini, chi ci sta?

Chi sta con i giovani che a 30 anni ancora guadagnano 1000 euro al mese, quando va bene, e con un lavoro precario di 3 mesi per 3 mesi e che per mantenersi questo posto magari sono pure costretti a raccomandarsi a qualcuno.

Non riusciamo pi? a immaginare una strategia per il futuro, non riusciamo pi? a progettare, a costruire possibilit? di uscita ed indicarle alle gente, schiavi molto spesso di vedute anche al nostro interno diametralmente opposte.

Un esempio di questi giorni, il problema del comparto estrattivo nella nostra zona. Due sindaci, quello di Orvieto e quello di Castel Viscardo, entrambi  oggi dello stesso partito, con due visioni opposte e che mettono tutto in pubblico senza un minimo di coordinamento o discussione sulla questione.

Guardate che questo comparto vale 1000 persone per il nostro comprensorio e credo non si possa azzerare dall?oggi al domani.

Questa confusione c?? perch? manca la politica con la p maiuscola, quella che individua le linee strategiche, le partecipa, compone una sintesi  e infine che traccia la rotta.

Il compito del partito democratico credo debba essere questo, a livello locale come a livello regionale o nazionale, deve iniziare a tracciare le nuove rotte, a determinare le certezze per il futuro, e quando Veltroni dice ?corriamo da soli? ? perch? credo sappia meglio di tutti noi che la situazione ? oramai insostenibile e che occorre tagliare lacci e lacciuoli che ci portiamo dietro dal passato e che non ci consentano pi? di dare le risposte che la gente si aspetta da noi.

Nelle prossime settimane. il 23 e 24 febbraio, siamo chiamati a decidere la nuova classe dirigente e quindi dobbiamo porre gli elettori del partito democratico nella condizione ottimale per esercitare questa responsabilit?.

Dovranno poterlo fare in piena coscienza, senza condizionamenti di sorta, e con la consapevolezza che se non selezioneranno ora la migliore classe dirigente possibile, poi sar? molto pi? difficile affrontare le sfide del futuro.

Pubblicato il: 22/01/2008

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