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Nella ex Piave una soluzione completamente innovativa. No a quanto gi? c'

di Giuseppe Santi, presidente della Confcommercio del comprensorio orvietano

Lo spopolamento del borgo, causato da mancanza di lavoro e vivacit? economica della rupe, il decremento degli acquirenti nei nostri negozi e un turismo sempre pi? frazionato e comunque legato a manifestazioni particolari che non trova supporto in una strategia globale col territorio, sta mortificando Orvieto: una citt? che invece presenterebbe eccellenti potenzialit?, sia a causa della sua privilegiata ubicazione, sia grazie alla peculiarit? artistica che la contraddistingue.

Alla luce di questi fattori le proposte finora avanzate, relativamente alla necessit? di una riqualificazione della ex Caserma Piave, e quindi volte al rilancio complessivo della citt?, rischiano secondo noi addirittura di aggravarla. Viene infatti proposta la realizzazione di ulteriori strutture ricettive quando gi? quelle esistenti spesso faticano a riempirsi; ci si dimentica poi che gi? esistono, nel comprensorio, numerose altre tipologie di strutture (agriturismi, case vacanza, B&B etc.)  che riescono a far fronte ampiamente alla domanda attuale.

Si intenderebbe insomma, replicare qualcosa di gi? esistente e, allo stesso tempo, non rendendo omaggio alle potenzialit? che questa struttura sarebbe in grado di sviluppare. Un edificio cos? grande rispetto ad un centro storico che nel mondo ci invidiano e la sua posizione cos? strategica all?ingresso della citt? non pu? non essere valutato come una risorsa da sfruttare per creare nuova linfa al comprensorio.

Naturalmente non ? facile comprendere individurare quale sia la soluzione pi? efficace ma ? sicuramente fondamentale investire in qualcosa di profondamente innovativo, che porti ad Orvieto nuovi interessi, un nuovo flusso e un nuovo movimento di capitali e di persone Non si pu? usare la struttura come un semplice contenitore, bisogna avere un?idea imprenditoriale che la sappia sfruttare la meglio.

Ci sembra inoltre  rischiosa anche l?idea di realizzare come prima ipotesi strutture residenziali: pensiamo davvero che andrebbero ad animare Orvieto o forse fungerebbero da dormitorio per famiglie che comunque andrebbero a lavorare altrove? Noi non escluderemmo l?idea di destinare una zona a progetti abitativi, anche se questa potr? essere eventualmente un?ipotesi successiva.

 Le zone residenziali infatti non mancano, n? sono mai mancate a Orvieto, tanto pi? che nel centro storico si contano moltissime case disabitate. Un complesso unitario come la ex Caserma andrebbe rivisto quindi in un?ottica di reinvestimento globale per giovare cos? alla comunit?.

 Siamo lieti di apprendere almeno che la nostra antica proposta di creare un concorso di idee a livello internazionale sia stata messa in pratica.

 

 

Pubblicato il: 20/01/2008

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