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Buon Natale agli operai, una categoria '?invisibile'

Giuliano Santelli

Buon Natale? Che cosa ha di buono questo Natale per i 5 morti quotidiani sul lavoro e le loro famiglie? Come osserva Emanuele Macaluso sul Riformista, questo Natale ha riportato alla ribalta la questione operaia, l?ha riportata alla ribalta per i morti della Thissen Krupp, nel nostro paese si muore di lavoro, si muore 3 volte in pi? degli altri paesi euoropei, si muore non solo nelle piccolissime e medie aziende dove i diritti di associazione e di presenza del sindacato non esistono, dove ? possibile licenziare senza giusta causa, dove con i contratti a termine, con i contratti a progetto, quelli interinali i lavoratori non possono che accettare condizioni di lavoro e di salario senza poter dire nulla, pena il rinnovo del contratto o il licenziamento. Si muore nei cantieri edili, dove rumeni, albanesi, macedoni, svolgono mansioni non pi? gradite ai nostri figli, ma si muore anche nelle grandi ed organizzate aziende come la Thissen Krupp, la Fiat, l?Ilva, la Fincantieri, i porti di Genova, Taranto, Ravenna, Napoli, si muore ad Orvieto dove in poche settimane abbiamo avuto 2 incidenti mortali. Operai, giovani, non sindacalizzati, con stipendi al di sotto di 1000 ?. Al mese. Oltre 1000 morti all?anno, in un mercato del lavoro destrutturato, liberalizzato, flessibilizzato, dove ci? che conta ? il mercato, la produttivit? i bilanci. Che Natale sar? per tutti i lavoratori morti, le loro famiglie, vite spezzate anonime, meritevoli quando si superano le 5 vittime giornaliere di grandi spazi sui giornali e le televisioni, ma poco pi? che un trafiletto se il morto ? uno al massimo 2 al giorno. In questi ultimi dieci anni passati gli operai sono stati cancellati, rimossi dalla coscienza collettiva, resi invisibili in nome di un progresso che ci ha fatto immaginare una societ? dove la produzione, la fatica manuale, i turni, i fumi, sembravano appartenere ad un?altra epoca, ad altri continenti. Abbiamo riscoperto, nostro malgrado che gli operai esistono, muoiono, guadagnano poco, hanno nomi italiani come Mario, Giuseppe, Enrico, Fabio, Salvatore, sono nostri concittadini italiani. Tutto questo pone un problema drammatico, ci impone di ripensare, di rianalizzare la nostra societ?, ad Orvieto come in tutto il Paese, milioni di ?invisibili?, senza rappresentanza, finiti nel limbo dell?ubriacatura della societ? post-industriale. In questi anni le Aziende hanno avuto profitti vertiginosi, bilanci in grande espansione, ma quanti di questi soldi sono stati trasferiti al lavoro? Quanto si ? investito in sicurezza? E quanto le strutture pubbliche hanno fatto in materia di sicurezza e di controlli sulle condizioni di chi lavora anche fino a 12 ore al giorno?

 Oggi, per chi pensa ancora che far politica sia un dovere sociale, in testa alle priorit? non pu? che esserci questa questione, la ?questione Operaia?, in particolare per la sinistra, per quella sinistra alla quale mi sento di appartenere, quella sinistra non rassegnata, non omologata, non indistinta o equidistante tra padroni e lavoratori.

In questi giorni di ipocrisia ?consumistica? fatta per? di meno panettoni, meno regali, di meno reddito, un pensiero andrebbe rivolto a quei morti, alle loro famiglie che  proprio nulla avranno da festeggiare.

Ad Orvieto si ?festegger?? con Umbria Jazz Winter, il primo dell?Anno in Duomo ci sar? un concerto Gospel, sarebbe un bel segnale dedicarlo a chi muore sul lavoro. Da una Amministrazione Comunale che dice di essere di Centro-Sinistra mi aspetterei che almeno si avanzasse questa richiesta al Vescovo e all?Organizzazione del festival. Sarebbe una buona cosa.

Buon Natale?

Pubblicato il: 24/12/2007

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