Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
NOTIZIE CORSIVI

La vigilia

cerco guai

Nell?uscita della vigilia di Natale non si pu? che essere buoni.

Ed io lo sar?.

Pertanto user? questa mia paginetta settimanale per ringraziare quanti hanno dimostrato il loro sostegno, pi? o meno divertito, a questa mia follia di scrivere e pubblicare quello che penso.

In particolar modo vorrei rivolgermi a tutti gli amici e conoscenti che hanno inviato alla mia mail personale i suggerimenti con i nomi delle persone da investire per far regolamentare la velocit? del traffico alla Cava, come avevo richiesto due settimane fa, nella terza puntata dei ?traffici orvietani?.

Nel ringraziarli, per?, vorrei far loro notare che, perch? il progetto vada in porto, l??incidente? dovrebbe avvenire in Via della Cava e buona parte dei nomi segnalatemi come capro espiatorio, a piedi, per la Cava, mi sa tanto che non ci sono mai passati? In macchina s?, ma premurandosi bene di accelerare non appena spoggettata Via Filippeschi, cos? da affrontare la discesa con un bel saltino tutto brividi.

Eh gi?, perch? da sempre i nobili, gli esponenti dell?aristocrazia cittadina, non vanno in discesa, ch? non sta bene.

Nel Medioevo si passava dall?attuale Piazza della Repubblica a San Giovenale per Via Malabranca, lasciando al di sotto dei propri piedi e dei propri sguardi la miseria della Cava, e ancora oggi il percorso del corteo storico non contempla salite o discese, rispettando giustissimamente questa antica regola.

E a dire il vero non gli si poteva proprio dar torto, ai nostri avi, dato che la Cava era effettivamente un merdaio. E lo ? stato per molto tempo, tanto che alla fine dell?Ottocento Ole Potter, nel suo ?A little pilgrimage in Italy? ebbe a scrivere: ?Ci arrampicammo su per la ripida strada tra le case di tufo vulcanico giallo ora nero [...] In fondo ai vicoli bui potemmo vedere le tetre profondit? delle cavit?, scavate nella roccia viva. Nei bassi gli abitanti di questa citt? diruta faticavano in silenzio, e fuori dalle porte gufi incappucciati erano appollaiati su pertiche infisse nel terreno duro?.

Praticamente un incrocio tra le concerie marocchine e un girone dantesco.

Perch? quella era la zona degli artigiani e delle stalle, delle case semidistrutte e del ricco bouquet di aromi naturali. Il problema vero era per? costituito dal fatto che Porta Maggiore, e di conseguenza la Cava, era il principale accesso alla citt?, miseria o non miseria, fogne a cielo aperto o no.

Come fare allora in occasione di visite ufficiali, che non mancavano nemmeno nei secoli passati?

Ce ne parla l?architetto Satolli nella sua guida di Orvieto: ?Se un Papa veniva in visita alla citt?, entrava in Orvieto dalla Cava e raggiungeva il palazzo comunale e poi il duomo lungo un percorso addobbato con architetture effimere messe in piedi per l?occasione. Cos? capit? a Paolo III di passare sotto gli otto archi trionfali progettati da Simone Mosca?.

Insomma, si nascondevano le vergogne, realizzando dei pannelli di legno intonacato o solo imbiancato, da addossare alle facciate delle basse case cavajole, cos? da dare l?impressione di passare in mezzo ad alti e nobili palazzi freschi di pittura. E i fori fatti in corrispondenza delle finestre, coi poveracci affacciati a far da comparse, accrescevano il realismo di quella precaria scenografia.

Oggi il mondo ? cambiato e di morali da questa vicenda se ne potrebbero tratte tante, dall?osservare quanto la Cava sia rimasta ancora ?altro da Orvieto? a constatare che anche in molte metropoli contemporanee per raggiungere il centro bisogna passare tra ciminiere e bidonville, dal pensare al fatto che la Cava non faccia pi? cos? schifo, fino a prendere atto che quella che prima era una salita verso il centro oggi ? solo una discesa da fare a scavezzacollo in macchina.

Ma la mia conclusione natalizia vuole essere diversa, osservando come nel terzo millennio l?ingresso ?ufficiale? di Orvieto sia Piazza Cahen, complice l?ATC con la funicolare e la nuova segnaletica che manda tutti a San Francesco (oltre a saltare i monumenti e a ricordarci che a Orvieto, audite audite, c?? il Duomo di Orvieto, ma proprio di Orvieto, ma di Orvieto proprio!!!).

E anche a Piazza Cahen, come succedeva dalla parte opposta nei secoli passati, capita che accanto all?ingresso alla citt? c?? qualcosa un po? malconcio di cui vergognarsi: la ex Piave.

Siccome avevo promesso di essere buono, ecco che voglio mettermi al servizio della citt? dichiarando la mia completa disponibilit? ad operare, in attesa che le fasi di partecipazione, concertazione, sistemazione di memorandum e compagnia bella vadano in porto.

Quale ? la mia idea? Facciamo come alla Cava nei secoli passati: costruiamo tutti insieme delle sontuose scenografie di copertura, che diano l?impressione che la Piave sia una cosa bella, rilucente che e gode di ottima salute.

Cos? magari un probabile acquirente o l?affittuario secolare che stiamo tutti affannosamente cercando sar? pi? motivato.

Speriamo solo che non la vendano, non perch? il nuovo proprietario non saprebbe cosa farne o perch? non possa essere pilotato politicamente, ma perch? cinquantamilionidieuro ci farebbero un effettaccio: so cento mijardi de lire!!! L?esito sarebbe catastrofico: se un altr?anno ci danno tutti sti euri, nel 2010 l?avemo spanati tutti.

Come quando un povero fregno, a cui mancano sempre ventun soldi pe? fa una lira, vince alla lotteria: vive da pasci? due giorni e poi sta peggio di prima.

Si potrebbe fare come abbiamo fatto a casa mia con le mance del battesimo dei figli: due bei buoni fruttiferi vincolati fino al raggiungimento della maggiore et?, ma poi bisognerebbe decidere quando Orvieto crescer? e diventer? maggiorenne. E l? s? che sarebbero dolori?

Speriamo quindi che vada avanti il progetto della concessione temporanea, anche se porr? ai nostri pronipoti, tra meno di un secolo, gli stessi dilemmi che ci poniamo noi oggi.

Ma tanto tra novant?anni beato a chi c?ha n?occhio.

Per il momento, ragazzi, forza! Tutti al lavoro, ch? dobbiamo far finta che la Piave funzioni per invogliare gli inquilini papabili!

Costruiamo pannelli di copertura, diamogli colori sgargianti, aggiungiamo insegne, vetrine, targhe?

Se volete, appena smonto il presepio, metto pure a disposizione del progetto i pupazzi che si muovono, cos? da dare l?impressione di grande vitalit? a chi entra ad Orvieto da levante e butta un occhio verso destra.

Tranquilli amministratori, dei miei pucciotti semoventi non voglio niente, che ? Natale e sono buono. Mi basta? ma s?, mi accontento che mi paghiate la CONSULENZA!!!

 

 

 

Buon Natale a tutti di vero cuore (ma passati l?innocentini tocca rimboccasse le maniche!)

 

Pubblicato il: 24/12/2007

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