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Ill vero problema di Orvieto ? la mentalit? orvietana

Leonardo Maria Riscaldati

Alcuni giorni fa parlavo di lavoro con un amico. L'amico lavora in una citt? umbra pi? o meno delle stesse dimensioni di Orvieto. Facevamo alcuni paragoni tra le due citt?.

Orvieto usciva vincitrice da ogni confronto: pi? bella, pi? ricca di arte, di cultura, di bellezze ambientali e meglio posizionata geograficamente, con l'autostrada e la ferrovia sotto casa e la superstrada a un tiro di schioppo. A un'ora da Roma, a un'ora e mezza da Firenze, a un'ora da Perugia e da Terni, a mezz'ora da Viterbo. Uno spettacolo. Tutte le carte in regola per imporsi come realt? cittadina importante, dinamica e moderna.

Poi abbiamo guardato ai contenuti. Economia, mentalit? imprenditoriale, commercio, industria, politica locale, sostegno allo sviluppo e quant'altro. E qui cascava l'asino. Non ci sono volute ore per capire il perch?. La risposta? Il problema di Orvieto ? la mentalit? orvietana.

Capisco che a questo punto ognuno si senta tirato in ballo e si metta sulla difensiva, ma proviamo ad analizzare la situazione con un minimo di serenit?. Ed a non generalizzare.

Allora. Parlando dell'altra citt? umbra, il mio amico mi parlava di mentalit? imprenditoriale, di gente che cerca di costruire qualcosa con i propri sforzi, di aziende, anche minori, che puntano all'eccellenza, e guardano ad un mercato pi? ampio di quello del proprio territorio, che competono su un mercato non inquinato dalla politica, che programmano, hanno strategie, cercano la realizzazione nel settore privato. Che puntano alla creazione di qualcosa di importante. E si danno degli obiettivi.

Poi siamo passati ad Orvieto. S?, e a Orvieto? A Orvieto il miraggio ? ancora quello del postarello nel settore pubblico, magari sotto l'aletta protettrice della politica. E molti di quelli che lo trovano si sentono furbi, si sentono paraculi. Soprassediamo. A Orvieto ancora non abbiamo capito che lo sviluppo si crea solo ed unicamente nel settore privato, e che il settore pubblico ? un costo, che paghiamo tutti. Non abbiamo capito, anzi facciamo finta di non capire, che ? ancora peggio, che prima o poi dovremo sfrondare copiosamente un sistema di spesa dissennata che ci ha prosciugato le tasche. Lo faremo, nel pi? classico stile orvietano, quando non ci saranno pi? alternative.

Quanti giovani imprenditori ci sono ad Orvieto? Quanti si mettono in proprio, e con le sole proprie forze, rischiando, puntano in alto? La politica aiuta e stimola i giovani? E' essa un referente affidabile, propositivo, che sostiene lo sviluppo e promuove il cambiamento? Hanno obiettivi chiari e raggiungibili la maggior parte dei cittadini orvietani? Viviamo in un sistema aperto, dove si respira la cultura dell'innovazione? Siamo ambiziosi, vogliamo dare lustro alla nostra citt?? Conosciamo le priorit?, sappiamo ragionare in termini di obiettivi, di strategie e di tempi? Abbiamo una visione del futuro di Orvieto? Non mi sembra che questa sia esattamente la cifra della mentalit? orvietana.

A Orvieto perdiamo i giorni interi a discutere di cose secondarie, ci indignamo per Forza Nuova, per la quale i commenti sulla stampa on line locale non si contano, ma ci guardiamo bene, tranne i soliti noti, dall'incazzarci pubblicamente, mettendoci la faccia, con nome e cognome, per i miliardi bruciati dal Comune, per il fatto che per mantenere il sistema ci vendiamo i gioielli di famiglia. Che in citt? abbiamo il maggiore tasso umbro di dipendenti pubblici. Che l'economia locale ? agonizzante. Chiss? com'? quando si parla di tali argomenti, nessuno commenta, nessuno dice mai niente. Ma certo, il problema vero ? Forza Nuova, il resto sono quisquilie. E mentre discutiamo di argomenti fumosi, non facciamo altro che stare al gioco di chi ha interesse nel fatto che non si parli dei problemi veri. E non ci rendiamo conto che Forza Nuova altro non ? che l'ovvia conseguenza di un sistema malato e corrotto, che altro non ha prodotto che una situazione cittadina da malato terminale. Per? no, ? brutto parlarne e denunciarlo. Non sta bene. E' qualunquista.

Invece di intervenire sulle cause ci incazziamo per i sintomi. E' come se ad una persona col raffreddore invece di farla stare al caldo e prendere un antistaminico gli urlassimo di non starnutire. Semplicemente ridicolo.

Allora io penso che in fondo ce lo meritiamo. Ci meritiamo una citt? al crepuscolo, dove i cittadini anche mentre affogano ed hanno l'acqua alla gola discutono delle cazzate. E non capiscono qual ? il vero nodo, il fulcro del problema.

A Orvieto siamo tutta teoria.

Orvietani, che ne pensate? Ah, dimenticavo. Commenteranno, forse, i soliti quattro gatti.

Pubblicato il: 04/12/2007

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