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Consigli di zona. Un'esperienza bella e costruttiva

Marco Moscetti

Vengo da una esperienza di 4-5 anni di Consiglio di Zona ad Orvieto Scalo, esperienza molto bella e costruttiva.

Vorrei fare una breve cronistoria: nelle passate elezioni, Orvieto Scalo doveva essere la prova di forza del centro destra, la spallata all?amministrazione, c?era il problema Borgo, lo spostamento della Coop, ecc ecc.

Vennero fatte due liste: una espressione di centro sinistra e l?altra espressione del centro destra. Ebbe la maggioranza la lista di centro sinistra, ci? doveva significare piena tranquillit? per l?amministrazione e grande divisione all?interno del Consiglio di Zona.

Cos? non ? stato, si ? verificato esattamente il contrario, all?interno del consiglio di zona si sono prese sempre decisioni all?unanimit?, abbiamo fatto 4-5 anni in piena sintonia, sicuramente ci legava anche il disappunto nella mancanza di risposte da parte dell?Amministrazione, ma soprattutto ci legava il fatto che si cercava di risolvere i problemi e non di crearli. Sta di fatto che il consiglio di zona ha svolto circa 50 riunioni, di cui circa 35 verbalizzate (trasmesse al presidente del Consiglio Comunale), alle riunioni partecipava mediamente l?80% dei consiglieri eletti, forse l?unica pecca ? stata quella di svolgere pochissime assemblee di zona, per? non siamo i soli, visto che l?Amministrazione in 4-5 anni ha svolto soltanto 2 Forum Civici, insomma la colpa della poca partecipazione ? un po? di tutti, partiti (tutti), Amministrazione e consiglieri di zona.

La partecipazione ? un processo che non si sviluppa dalla sera alla mattina, deve attraversare percorsi ben precisi, percorsi dove tutti hanno un compito:

l?amministrazione deve cercare maggiormente il dialogo con i Consigli di Zona, dialogo che deve avvenire con metodi e tempi condivisi; il consigliere di zona deve crederci, ma non crederci solamente il primo anno, deve avere la costanza di crederci per tutti e 4 gli anni, stare sul territorio ed avere la capacit? di fare una critica costruttiva e non strumentale, ma soprattutto deve cercare il coinvolgimento diretto dei cittadini; i partiti non devono avere paura della partecipazione, devono essere loro i primi a sollecitarla e incrementarla nella vita amministrativa. E? l?unico rimedio al distacco del cittadino alla politica, ? l?unica risposta all?antipolitica; infine il cittadino deve essere coinvolto veramente nelle scelte del proprio territorio, deve essere il soggetto principale della partecipazione.

Dobbiamo passare da una partecipazione teorica degli ultimi 10 anni, ad una partecipazione molto pi? concreta, un aiuto ci viene dato sicuramente dal nuovo regolamento dove si sono fissati dei paletti ben precisi per l?Amministrazione, (trasmissione dei verbali ai capigruppo, risposta dell?amministrazione entro 30 giorni, consultazione dei Consigli di Zona su determinati atti ? Bilancio, PRG, Piani Annuali e Triennali d?Investimento ecc) sar? compito dei Consigli di Zona rendere questi paletti sempre pi? stabili e sar? compito del cittadino di vigilare che non vengano disarcionati da nessuno.

I Consigli di Zona possono essere una fabbrica di sperimentazione di nuovi metodi partecipativi, dove non ci sono datori di lavoro ma tutti operai, dagli amministratori ai cittadini, un luogo dove ci si confronta, in uno spirito costruttivo, con tutti i soggetti che vivono la zona, e guardate che se il Consiglio di Zona si fossilizza esclusivamente su problemi di ?opere pubbliche? muore da s?, deve cercare di guardare oltre, dialogare con tutti di tutto, dal problema tecnico al problema sociale.

Viviamo davvero queste elezioni come effettivamente una festa di partecipazione democratica. E? vero le liste sono, per la maggior parte, identificabili in forze politiche, ma dato che si esprime la preferenza (non si vota la lista) su 268 candidati non credo che tutti siano disposti a fare il semplice portavoce della politica, senza esprimere un proprio pensiero.

 

 

Pubblicato il: 14/11/2007

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