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Democrazia, Democrazia, Democrazia?

Nello Riscaldati

La democrazia ? una forma di governo nella quale le scelta effettuata dal popolo ?, o lo ? entro certi limiti, legge, e dove il popolo esprime la sua scelta con una procedura elettorale. Spesso si discute su questi temi come se il legame tra le due proposizioni fosse pi? stretto di quanto lo sia in realt?.

Infatti con le elezioni il popolo non sceglie direttamente tra una serie di alternative una delle quali diventa legge. Il popolo crede di scegliere programmi legislativi, ma in realt? elegge dei candidati che costituiranno la mediazione tra il popolo e la legislazione, e che andr? a concretizzarsi nell?assemblea rappresentativa, conferendo cos? senso alla capacit? legislativa del popolo.

Nell?assemblea, cio?, i voti che i candidati hanno ricevuto sono trasformati   in voti che gli eletti, a loro volta, conferiscono al programma legislativo che rappresentano.

Ora perch? tale funzione possa concretizzarsi ? necessario che i candidati che sostengono la scelta popolare occupino una posizione nell?assemblea  che sia tra la maggioranza assoluta o la pluralit? che produce maggioranza assoluta.

Soltanto la maggioranza assoluta infatti garantisce che la scelta del popolo sia messa in vigore laddove invece una coalizione delle minoranze pu? essere causa di travisamento o, comunque, motivo per cui la scelta popolare non possa essere tradotta in pratica integralmente. In altre parole ogni indebolimento della maggioranza nell?assemblea rappresentativa avvicina potenzialmente la medesima al modello deliberativo perch? aumenta la possibilit? che vengano espresse le idee della minoranza.

 

Altra questione relativa al funzionamento dell?assemblea pu? essere posta in termini contraddittori e, cio?, ad esempio: se la discussione che avr? luogo in assemblea ? leale i partecipanti devono essere disposti ad ascoltare e a cambiare di parere se convinti di quanto sentono. Ma se sono disposti a cambiare di parere che garanzia c?? che sia realizzata la volont? popolare?

E se, d?altra parte, i membri dell?assemblea non sono disposti a cambiare opinione in che senso si pu? dire che prendono parte al dibattito?

Ma in realt? la democrazia moderna non concepisce l?assemblea legislativa soltanto in questo modo. Il fatto che essa sia il luogo dove si tengono e si ascoltano discorsi, dove si sostengono rivendicazioni, dove si dibattono proposte, le conferisce un valore intrinseco che ? opposto a quello puramente strumentale. Il valore, cio?, e la funzione di un ente deliberativo.

 

Uno dei fondamenti della democrazia ? che essa rappresenta il governo per discussione e il f?ro centrale della discussione ? appunto l?assemblea rappresentativa. Non sorprende quindi il fatto che ne derivi l?opinione che farebbe del ruolo deliberativo la funzione essenziale dell?assemblea rappresentativa.

 

Vediamo ora quali sono le condizioni ideali per la democrazia e di quali condizioni ha bisogno la medesima per sopravvivere. Queste sono domande che i filosofi politici hanno spesso discusso, anche se, a ben vedere, queste non appartengono affatto alla filosofia politica, dato che la prima ? una domanda etica e la seconda ? una domanda empirica.

Ma entrambe per? presuppongono un problema che, in definitiva, ? un problema filosofico: come possiamo distinguere, cio?, tra le condizioni ?logiche? della democrazia, vale a dire le condizioni la cui applicazione ? esplicita per l?esistenza della democrazia, e le condizioni ?naturali? della democrazia, ossia le condizioni che sono necessarie alla democrazia per sopravvivere ed avere successo?

 

Il punto centrale della questione resta per? sempre la connessione intima tra governo democratico e scelta popolare. Infatti se il governo popolare deve essere una realt? la scelta operata dal popolo deve essere autentica.

Ora questo richiede come condizione che gli elettori abbiano una vasta gamma di alternative tra cui operare la loro scelta; in secondo luogo che i medesimi abbiano fiducia nel fatto che la politica che scelgono sar? messa in pratica; e terzo che la scelta sia basata su una valutazione ponderata e cosciente delle alternative.

 

La prima di queste condizioni, ma anche la seconda, richiedono che ci sia un sistema di partiti sviluppato. I partiti devono rappresentare tutte le opinioni pi? importanti che esistono nella societ? e queste opinioni non debbono essere collegate in modo arbitrario, ma in modo tale che il cittadino possa capire facilmente come le sue opinioni corrispondano e quanto a quelle dei vari partiti.

La seconda condizione richiede che ogni partito sia legato alle sue opinioni da una relazione particolare che si esprime col termine ?mandato?.

Vale a dire che queste opinioni dovrebbero essere espresse in forma di una politica e la produzione di questa politica dovrebbe essere considerata come una garanzia di ci? che il partito far? una volta al potere.

 

La terza condizione richiede che gli elettori siano messi in condizione di capire le soluzioni proposte tra le quali si chiede loro di scegliere e che abbiano accesso a tutte le idee che si riferiscono ai problemi e alle soluzioni proposte. In altre parole tanto l?informazione quanto la tolleranza sono attributi essenziali, e non solo accidentali, della democrazia in quanto tale.

 

Scritto e letto quanto sopra resta solo da costruire una legge che consenta l?elezione di un?assemblea rappresentativa, garante della realizzazione della volont? popolare.

Ma questo ? il minimo! O no?!

Pubblicato il: 30/10/2007

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