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Un referendum che parla di sinistra

Fausto Cerulli

Capisco che non ? molto ortodosso utilizzare un quotidiano ondine per mandare un messaggio politico, e mi rendo conto che la mia voce ? troppo flebile per assumere la parvenza di un messaggio. Ci? premesso, vorrei caldamente invitare i miei non so quanto affezionati lettori ad andare a votare per il referendum sull?art. 18, anche se sar? una giornata di quelle in cui la buonanima Craxi ( a proposito, Stefania Craxi, che ne ? della promessa che mi avevi fatto di pagarmi una certa parcella che tuo padre non ha onorato, lui che ha onorato la patria?).

Ritorno a bomba, sperando che il referendum sia davvero una bomba e scoppi nelle mani di quanti, dalla Confindustria ladrona al Berlusconi che basta la parola e al Cofferati che forse spera di avere un sottosegretariato al lavoro- rectius: all?ozio- nella compagine governata si affannano a dire che una vittoria dei sostenitori del s? sarebbe una iattura. Una iattura per chi, signor Padrone?

Racconto un episodio della mia vita professionale. Si rivolse a me una signora che era stata licenziata da un azienda con meno di quindici dipendenti, e quindi senza causa altra che non fosse la prepotenza della sciura Padrona. La mia Cliente si era rivolta al Sindacato, ed al brillante legale che allora e forse ancora ne curava gli interessi ( del Sindacato, intendo, e non degli iscritti al sindacato).  Il Sindacato rispose che non c?era nulla da fare, la legge ? legge, e i patti che i Sindacati sottoscrivono per delega carpita agli iscritti sono pi? duri della legge.

La signora pens? allora di rivolgersi a me, non gi? perch? io passassi per un Principe del Foro, ma solo perch? si mormorava che fossi un avvocato di sinistra, una specie di Don Chisciotte senza Sancho e senza Pancia. Studiai brevemente la questione. In teoria la tesi sindacale non era sindacabile. Allora provai a spulciare non tanto tra le carte, quanto nelle faccende reali.

E cos? venni a sapere che la Padrona piccola piccola aveva messo su tutta una serie di aziende tutte piccole piccole, intestate a fantocci lestofanti: cos? la Padrona era Padrona di un?azienda che non aveva, per numero effettivo di dipendenti, nessun diritto di prendere a calci in culo una dipendente solo perch? magari la notte non era stata trombata secondo Kamasutra. All?epoca esisteva ancora un Pretore che si occupava di cause di lavoro, e addirittura se ne preoccupava: riuscii a dimostrare che la Padrona era una imbrogliona, e la mia Cliente fu riassunta; anche se, non volendo avere a che fare con una Padrona come quella Padrona, opt? per un risarcimento danni. La Padrona, ovviamente, ricorse in Appello: ma anche i Giudici dell?Appello dettero ragione alla mia cliente. Ricordo, per inciso, che il collega che difendeva la Padrona, appena il giudice ebbe finito di leggere la sentenza, perse la sua proverbiale freddezza, e disse a voce abbastanza alta da essere inteso da tutti, giudici compresi: ?ecco un?altra sentenza comunista per un avvocato comunista? o qualcosa del genere. Io non mi offesi, lo giuro, a sentirmi dare del comunista; non la pensavo come Occhetto o Fassino che il comunismo loro non sanno neppure dove sta di casa.

Torno al referendum. Votare s? ? un obbligo morale, per chi si professa di sinistra e anche per chi ha un minimo di rispetto per i lavoratori, che non si capisce perch? possano essere sbattuti fuori solo perch? al Padrone gli gira storto e solo perch? non sono lavoratori di una grande azienda. A parte il fatto che spesso, come ho esemplificato, le piccole Aziende sono in realt? grandi aziende con il motore truccato, a ualcuno viene per caso in mente quell?articolo della Costituzione- a proposito, ? ancora vigente la Costituzione o ? stata abrogata in qualche osceno inciucio alla Margherita?- secondo il quale tutti i cittadini sono eguali ed hanno gli stessi diritti, e dunque anche il diritto di non essere licenziati da un Padrone in andropausa o da una Padrona in menopausa. A meno che l?andropausa e la menopausa del datore di lavoro non siano giusta causa.

Chiudo dicendo che esiste, per votare s? al referendum, un motivo grande come una casa: il s? darebbe fastidio a gente come i diessini prendi e getta e Rutelli, per non parlare di Castagnetti e Parisi, che per fortuna nessuno li conosce,darebbe fastidio a Berlusconi e a Bossi, farebbe incazzare come bestie i confindustriali da galera.  Cazzo, ma vi volete togliere la soddisfazione di mandare in bestia questa razza di gente? E quando vi ricapita, l?occasione?

Pubblicato il: 12/06/2003

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