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La Caserma Piave. Come sempre, come tutto, tanto fumo e niente arrosto

Leonardo Riscaldati

La chiusura ufficiale della Caserma Piave, avvenuta con la cerimonia della consegna della bandiera, ? stata sancita il 30 aprile 2002.
Il 26 gennaio dell?anno successivo la Piave ? tornata interamente nelle mani del Comune, legittimo proprietario dell?immobile.
Si ? parlato da subito di universit?, ricerca, formazione, attivit? produttive, comunicazione. Grandi aspettative, futuro radioso, prospettive di ampio respiro, posti di lavoro, benessere diffuso, sviluppo sostenibile, fiori frutta e citt?. Va tutto bene. Molto bene.
Avoja.
Siamo ad ottobre del 2007. Sono passati 5 anni e mezzo, dico-cinque-anni-e-mezzo dalla cerimonia di chiusura. A che punto sono i lavori? Quanto manca al termine? Siamo in linea col progetto esecutivo? Niente di tutto ci?.
Le cose stanno cos?. Nel Comunicato Stampa n. 457/07 c.c. del 10.07.07 (http://www.comune.orvieto.tr.it/i/3A69A929.htm), leggiamo testualmente:
??? l?edificio ex infermeria conterr? il palazzo delle istituzioni. In esso saranno trasferiti, entro il corrente anno, alcuni degli uffici comunali che attualmente sono collocati in edifici di propriet? privata per i quali il comune paga l?affitto;
? l?edificio ex mensa sar? ceduto alla ASL4 per la realizzazione del palazzo della salute, dove saranno accentrati tutti i servizi e gli uffici sanitari del Centro Storico??

Complimenti per l?esatta corrispondenza delle premesse ai risultati raggiunti, nei tempi pianificati.

Sarebbe gi? abbastanza. Ma no, esageriamo.
???Per la restante parte del complesso sembra necessario sintetizzare alcune riflessioni. Con riferimento a quello che deve essere realizzato all?interno della ex caserma, pur nel rispetto delle direttrici funzionali di intervento, peraltro definite dal Consiglio Comunale, ? necessario stabilire le corrette modalit? di approccio al mercato??
?Sintetizzare alcune riflessioni?!? A buon?ora, complimenti per la tempestivit?. Ma s?, sono d?accordo, sintetizziamo alcune riflessioni. Solo che le mie sarebbero un po? diverse. E credo anche quelle di tutti gli orvietani.
?Stabilire le corrette modalit? di approccio al mercato?? Ma fino a adesso avete cotozzato? Se po? sap? che avete fatto? Sono necessari 5 anni per rendersi conto di una cosa ovvia? Per risolvere questo complesso problema matematico? C?? forse qualcuno che pu? sostenere il contrario di questa geniale e illuminante intuizione? Mi viene da ridere. O da piangere.

 E per chiudere in bellezza: ??A tale scopo sar? formato un gruppo di lavoro?? Sar? formato? Ma scherziamo? Dopo cinque anni? Vi giuro, non ho parole.
Vedete, l?unico soggetto che veramente, ad oggi, ha beneficiato del lavoro della Risorse per Orvieto ? stata la stessa Risorse per Orvieto.
La Caserma Piave, ovvero le risorse per la Risorse. Assurdo.
ll buongusto e un briciolo d?etica imporrebbero alla RPO di dire a tutti gli orvietani, che l?hanno foraggiata: ?scusate, abbiamo bruciato pi? di 800.000 ? vostri, senza cav? un ragno dal buco. A prescindere dai motivi, abbiamo fallito. Grazie e arrivederci. Ce ne torniamo tutti a casa perch? di danni ne sono stati fatti gi? abbastanza?. E invece no. Cosa ti leggo sui mezzi di informazione negli ultimi giorni?

Che la operativit? della ex caserma sar? affidata ad RPO srl. Non aggiungo altro.
Sento parlare di ?Teaser? (il documento preliminare per sondare il mercato ed informare della situazione imprenditori potenzialmente interessati), di ?Information Memorandum?. E mi sembra che il fumo si stia alzando copioso, come sempre. Giochiamo a fare i manager, facciamo gli uomini di marketing, usiamo i soliti paroloni. Insomma, mettiamo tante patatine intorno ad un arrosto che non c??.
E poi dobbiamo risorbirci le cazzate di chi ci racconta del momento partecipativo, del coinvolgimento della cittadinanza. Maddech??!  Per chi, anzi per che ci avete preso? Orvietani, sveglia. Qui ce ristanno a bugger? tutti. Arist? a cominci? la solita sinfonia.
La verit?, nuda e cruda, ? che la gestione della caserma ? un FALLIMENTO. Punto. E qualcuno ne dovrebbe trarre le scontate conseguenze. Non accadr?.?
Ora, per evitare le ormai scontate accuse di qualunquismo (mamma mia che palle), passiamo alla proposta.
Quindi, come sarebbe dovuta andare?
Primo. Che la caserma sarebbe stata chiusa il 30 aprile del 2002, non credo che gli amministratori l?abbiano saputo la mattina stessa, al risveglio, da un passerotto di passaggio. Un?amministrazione seria, fatta di professionisti, la mattina della chiusura gi? avrebbe avuto, se non il progetto esecutivo in tasca, almeno una bozza di massima di proposta.
Avrebbe commissionato nei mesi precedenti, ad un soggetto serio, una bella ricerca di mercato per capire cosa si sarebbe potuto fare. E si sarebbe data dei tempi precisi e inderogabili.

Premetto che a mio modo di vedere non ci vuole la scienza per capire che la vocazione, gli aspetti logistici, ambientali ed economici della rupe fanno propendere decisamente per il discorso turistico. E? Orvieto una citt? industriale? Con le universit? importanti che gli girano intorno pu? seriamente ambire a diventare un importante centro accademico? Quale gran numero di attivit? produttive e di illuminati imprenditori (buoni, ma pochi, purtroppo) possiede? Ecco.

Con tutto quel pop? che ci ritroviamo a disposizione, con una citt? unica al mondo per gli aspetti orografici, il patrimonio artistico, l?ambiente naturale, la gastronomia, il vino, le vie di comunicazione e via di seguito, bisognerebbe soltanto (ma per qualcuno anche il ?soltanto? ? troppo) saper spremere il limone, carico di succo come ?.

Il Turismo. E? l? secondo me che si deve battere forte, con offerta, infrastrutture, organizzazione, pianificazione, posizionamento, marketing, comunicazione e cos? via. Dare motivi ai turisti per fermarsi pi? di mezza giornata.

 Comunque, andiamo avanti con il discorso.

Secondo. Dopo una seria ricerca di mercato, si passa alla stesura di una proposta di progetto che tenga conto dei suoi risultati. La proposta, chiara e comprensibile, si sottopone alla valutazione della cittadinanza, delle attivit? produttive & Co. Si lavora con decisione e in tempi stretti per trovare un punto d?incontro e si parte.

Terzo. Si parte sapendo con chiarezza quali siano le cose da fare, i tempi, i soldi da investire e da dove essi proverranno. Si sa chi far? che cosa, chi sar? il responsabile del successo o del fallimento del progetto, quali gli step intermedi per verificare l?avanzamento dei lavori. Si mettono le persone giuste, i veri professionisti, al posto giusto.

Ed oggi avremmo qualcosa di concreto per le mani.

Non mi sembra niente di trascendentale.  Sarebbe bastato dall?inizio ?stabilire le corrette modalit? di approccio al mercato?. E invece no. Solo e sempre chiacchiere.

Ma se invece di avere creato una voragine di bilancio che il Grand Canyon gli fa un baffo, se si fosse stati attenti alle uscite del comune, se tutti i milioni di euro dissipati fossero stati risparmiati?

Il problema vero non ? la caserma Piave in s?, ma l?approccio gestionale complessivo a cui abbiamo assistito e continuiamo ad assistere. Vogliamo parlare della farmacia, del teatro e di tutto il resto? Ne parleremo. Presto. Il dramma quello vero, ? che nonostante tutto l?allegra ciurma va avanti, perseverando nello sperpero dei soldi della gente e nella gestione fallimentare di tutto, con un accanimento terapeutico che sta trascinando gi? con s? tutto il resto. Orvietani compresi.

Che sia arrivato il momento di darci un taglio?

Pubblicato il: 10/10/2007

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