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Valentini, Capoccia e Mocio: o ce siete o ce fate.

Guido Turreni, del Coordinamento di Forza Italia.

In data 16/2/2006, avevo scritto (e pubblicato) un mio pezzo dal titolo: ?Per abbassare la bolletta dell?acqua basta la volont? politica di chi comanda.?

Non ? elegante autocitarsi, certo, ma la polemica sull?acqua (pubblica o privata) che ha andamenti ?carsici? (ovvero riaffiora di tanto in tanto, quando arrivano le bollette), mi costringe a ribadire i concetti gi? espressi.

Prima di tutto non ? vero che l?acqua ? o ? stata privatizzata come si dice nell?estrema sinistra in cui milita Valentini, per cui c?? bisogno di ?ripubblicizzarla?.

E? addirittura falso poi che l?acqua costa tanto perch? Berlusconi l?ha privatizzata, come ho sentito ?autorevolmente? dire nel Consiglio Comunale del febbraio 2006, ed ? una ?inesattezza? (per non usare il termine volgare pi? appropriato), che ci sia bisogno di cambiare la Legge Galli, per cui pomposamente questo o quel parlamentare della sinistra dichiara che far? giustizia della destra privatizzatrice, riportando il costo dell?acqua a tariffe popolari.

E? tutto vergognosamente falso, e Ve lo dimostro: gli estremi della c.d. Legge Galli sono L. 5/1/1994 n.36. E? quindi indiscutibile che la legge in questione ? stata approvata ben tre mesi prima della discesa in campo di Berlusconi (marzo ?94), e questa ? la prima bugia !!

Secondo, la legge Galli dice che il servizio idrico ? organizzato dai comuni e dalle provincie (art. 9), che attraverso l?ambito territoriale ed il gestore decidono pressoch? tutto; ? quindi falso che il servizio idrico sia privatizzato.

Terzo, c?? da sfatare un mito: e cio? che la normativa imponga un unico sistema organizzativo o un'unica tariffa, insomma che si possa fare cos? e basta, cos? come fanno oggi. Questo non ? vero, perch? in realt? sia la legge Galli che quella regionale umbra (L. R. Umbria 5/12/97 n.43) di fatto non pongono limiti, diciamo alla fantasia sessantottina.

Soprattutto la legge regionale di attuazione ? sostanzialmente tutta una norma in bianco, perch? scarica sull?autorit? d?ambito (ATO) tutti i poteri, e quindi tutte le responsabilit? del funzionamento del servizio idrico.

Quarto, per la precisione, la unicit? della tariffa ? limitata all?ATO (art.11 L.R. 43) che la stabilisce, fra l?altro, in aperta violazione dell?art. 13 comma 9 della legge nazionale (Galli) che invece prevede che proprio in base ai conferimenti dei singoli comuni (reti, acquedotti, beni e patrimonio) si debba ?modulare la tariffa?.

In pi? la gente deve sapere che sia la legge Galli (art. 13 commi 5 e 7), che quella regionale (art. 11 comma 3) ci dicono che la tariffa ? determinata dagli enti locali, attraverso i loro rappresentanti nell?ATO, che DEVE tenere conto del reddito e dei consumi domestici degli utenti. Pertanto, egregio sig. Valentini, se la tariffa non tiene conto del reddito dei singoli utenti la colpa ? solo sua e del suo partito, il PRC, che questa legge regionale ha votato ed approvato.

Quinto, l?unico limite operativo vero al cambiamento di questo stato di cose ? il Decreto Ministeriale del 1/8/1996 (Gazzetta n.ro 243 del 16/10/96), che ha stabilito la cos? detta tariffa normalizzata, o tariffa di riferimento oltre a quella reale media e media ponderata. Anche il Decreto Ministeriale, per?, dice che la tariffa deve essere articolata per fasce d?utenza (reddito) e per territori (art.7). Soprattutto il limite operativo per stabilire la tariffa viene fortemente influenzato dal piano finanziario dell?Ambito, e dalla remunerazione del capitale investito, che sono veri e propri moltiplicatori matematici delle formule contenute nel decreto per stabilire la tariffa media di riferimento (art. 3).

E qui casca l?asino.

Se avessi voglia di fare demagogia o campagna elettorale (le solite accuse che mi vengono mosse ogni volta che critico qualcosa, quasi si trattasse di un disco incantato, quasi non sappiano obbiettarmi altro), come invece fanno ?loro?, potrei cominciare a dire che ? colpa del ?fu? governo Prodi del ?96 che ha approvato il decreto sulla tariffa, se gli orvietani pagano l?acqua cos? cara.

Non ? cos? per?, perch? addirittura nel decreto ? previsto un limite di aumento della tariffa (ironia della sorte denominato fattore ?K?, come il libro di Ronchei sul comunismo), n? posso attribuire colpe al legislatore Galli, perch? di fatto la legge nazionale non fa altro che dettare linee guida direi sensate e razionalizzanti, che hanno lo scopo, condivisibile, di far cessare la babele degli acquedotti comunali, ABBASSANDO LE TARIFFE, con il sistema degli accorpamenti di pi? enti.

Scendendo a livello regionale, le colpe invece cominciano ad emergere con una certa nettezza, e qui posso anche condividere quello che dice Valentini. Primo errore, fra tutti, la definizione degli ambiti: due per la provincia di Perugia, di cui uno ?potentissimo?, perch? interregionale (Folignate-Topino), mentre c?? un solo ambito per Terni. Al riguardo voglio dire questo: o si risparmia tutti, e si decide di fare un unico ambito per tutta la regione (al massimo due, come si sarebbe dovuto fare per le ASL), magari interregionalzzandolo, compresa la zona dell?orvietano, interregionale per definizione geografica, oppure non capisco perch? l?unico ambito interregionale debba stare a Foligno. Sar? perch? i politicanti orvietani e quelli nostri ternani non sanno fare lobby in Regione?

Il secondo grave errore commesso dalla Regione ? costituito dalla unicit? della tariffa per ambito: perch?? La risposta non c??, o meglio, ci sarebbe quella specie di solidariet? territoriale che per? ? piuttosto incomprensibile per Orvieto, perch? come spesso ci capita in questa strana Regione Umbria, dobbiamo essere solidali, quando c?? da dare, e dobbiamo invece tacere quando la solidariet? territoriale ce la dovrebbero dare le altre comunit? regionali.

In realt?, la rete dell?acqua orvietana e del suo interland ha un valore economico per l?ambito notevole, ed ? secondo (forse) solo al ternano, per cui mi chiedo come mai la Regione abbia deciso, in violazione della legge quadro e della normativa nazionale, questa assurda ?solidariet? d?ambito provinciale?, che invece non esiste in nessuna norma quadro; anzi, si dice chiaramente in pi? parti che il comune che pi? conferisce nell?ambito, meno dovrebbe pagare (lo ridico: vedi ad esempio art. 13 comma 9 legge Galli).

Per non parlare poi delle risorse idriche del nostro territorio, che se interegionalizzato (come avvenuto per l?ambito 3 folignate-topino), per esempio con la zona di Acquapendente (un nome un programma) o dell?Amiata, potrebbe farci diventare una vera e propria potenza idrica, mentre invece ci tocca assistere al vergonoso scippo dell?acquedotto della Pasquarella (zona Baschi), confluito chiss? perch? nell?ambito perugino.

La proposta da fare alla regione ? quindi quella di rivedere gli ambiti in senso pi? favorevole all?orvietano proprio per abbassare la tariffa con le economie di scala, oltre a quella di abrogare l?art. 11 della legge 43 che ci obbliga a pagare tutti allo stesso modo nel territorio d?ambito, nonostante ?abbiamo gi? dato? la nostra imponente rete idrica e le nostre ingenti risorse.

Ora passiamo alle responsabilit? ?locali?.

Non c?? dubbio, al riguardo, che il primo responsabile se l?acqua costa troppo ? l?ATO 2, che ? il ?duce? della tariffa, dell?organizzazione del servizio idrico, della convenzione (da accettare o rifiutare per il gestore), del suo piano finanziario e d?ambito.

Non altrettanto responsabile ? invece il SII, societ? ?cooperativa? per azioni (guarda caso), che invece ? solo il gestore; ha il suo guadagno, certamente, e sostanzialmente ?ha comprato? quello che l?ATO gli ha proposto in convenzione, ma ? bene ricordare che chi gli ha permesso di fare quello che fa, ? sempre e solo l?ATO 2.

Ora l?ATO 2 non ? un ectoplasma, ma ? fatto di uomini politici, con i suoi organi istituzionali, ovvero il Presidente (Capoccia), ma anche con l?Assemblea d?Ambito, che ha eletto Capoccia e ne ratifica l?operato.

Chi c?? nell?assemblea? I sindaci d?ambito (Mocio) e la Provincia di Terni (Cavicchioli).

E? dunque indiscutibile che Mocio per un verso, come membro dell?Assemblea d?Ambito, e Capoccia dall?altro, come Presidente ATO, ?possono molto?, sia sulla tariffa, che pi? in generale sull?organizzazione del servizio idrico, nonch? sulla convenzione.

Pensate che il tirannico ATO 2 pu? addirittura in ogni momento e d?ufficio (di sua iniziativa) rivedere la tariffa (art 8 comma 2? lett. a) e b) DM 1/8/96), per abbassarla, per rivedere il piano finanziario, e soprattutto ridimensionare la remunerazione del capitale investito.

E lo possono fare da subito.

E? quindi FALSO che sia la legge Galli a scaricare la fiscalit? generale sulle bollette, perch? oltre ai mutui dei comuni ed alle altre passivit?, sono state conferite anche le attivit? (rete, patrimonio ecc.), falso inoltre che debba rivedersi addirittura la legge Galli per cambiare questo stato di cose. Vero invece che l?acqua costa tanto perch? c?? un piano finanziario faraonico e la remunerazione del capitale investito ? troppo alta.

Basta solo la volont? politica di chi comanda e le tariffe possono essere riviste eccome.

Pertanto la proposta concreta che faccio a Mocio e Capoccia ?: rivediamo il piano finanziario dell?ATO 2 e la remunerazione del capitale investito e abbassiamo da subito le tariffe dell?acqua secondo quanto previsto dal decreto ministeriale sulla tariffa.

O dobbiamo scrivere al Tribunale Superiore delle Acque e raccogliere firme per il Comitato di Vigilanza ?

E due.

 

Pubblicato il: 28/08/2007

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