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Ma prima non era cos??.Un padre ai giardini

Mario Radicchi

Gentile Direttore,

approfitto della sua ospitalit? per parlare di un luogo a noi abitanti dello scalo molto caro, ma parlare di questo luogo mi diventa pretesto per  riflessioni a mio avviso pi? severe.

Il luogo in questione sono i giardinetti vicino alla rotonda, da sempre polmone verde in mezzo a quello che oggettivamente, senza polemica e con onest? bisogna riconoscere essere un incrocio con le case intorno.

Il caso vuole che negli ultimi tempi, trovandomi a fare un po? il ?mammo?, mi reco con i miei figli presso il suddetto luogo che per molti ? stato il luogo del fidanzamento, degli addii e dei ritrovi con gli amici quando ancora gli alberi non creavano tutta l?ombra che offrono oggi.

Devo dire che fortunatamente sono molto frequentati e questo ? il segno che la gente vuole ancora incontrarsi e bearsi degli spazi verdi che non sono mai troppi.

Mi capita cos? di vedere  e osservare cose :

Ultimamente per esempio vedo che i sacchetti di plastica e le cartacce abbandonate superano di gran lunga in numero i frequentatori di tale spazio.

Ma non voglio parlare di questo, capisco che non ? sempre possibile effettuare una manutenzione ed una pulizia con tempestivit? e rigore, bens? vorrei parlare di altro.

Mi ? capitato pi? di una volta di veder sfrecciare macchine e motorini all?interno dei campetti in cemento adiacenti, con noncuranza del polverone sollevato o dell?eventualit? di vedersi attraversare un bimbo in bicicletta o che corre dietro al suo pallone.

Chiaramente il bimbo che corre dietro al suo pallone non pensa che esista un deficiente che non sappia che dietro ad un pallone c?? sempre uno ?basso? che ci gioca.

L?altro giorno ho trovato  anche una macchina ?parcheggiata? in mezzo al campo di basket con dentro dei ragazzi che parlavano con altri seduti sulla staccionata di recinzione, mentre altri con il motorino facevano gimcane tra i bambini pi? piccoli ( compresi i miei) che usavano il campetto.

Qualcuno mi dir? : perch? non gli hai detto niente ?, ma voi lo fareste ?.

Una volta l?ho fatto a  dire il vero, ho fatto notare a uno, che era entrato veloce con la macchina, che poteva anche andare pi? piano, per usare un linguaggio comprensibile a tutti posso dire che non mi ha minimamente ?cagato?

Visti i tempi poteva anche andarmi peggio.

Ho quarantuno anni e se a diciotto/vent?anni qualcuno pi? adulto  mi avesse ripreso avrei certamente accusato il colpo e se non altro balbettato qualche straccio di scusa, invece niente.

La drammaticit? di quell?episodio sta tutta nella indifferenza e nella inespressivit? di quel ragazzo.

Il luogo in questione sta diventando ormai oggettivamente un luogo di multietnicit? e altrettanto oggettivamente, ad un osservatore neanche poi cos? attento, non pu? sfuggire il transito nel suddetto luogo di facce per cos? dire poco raccomandabili, e sto parlando di giovani e meno giovani, italiani e non.

Ma siccome penso che l?educazione non ha nazionalit? cos? come la maleducazione, cominciamo a dire che se a qualche virgulto concittadino nostrano ? mancata una buona dose di ?ceffoni? materni e paterni, anche a qualche ospite, peraltro benvenuto o meglio se gi? integrato, qualcuno dovrebbe ricordare che il rispetto delle cose e delle persone non ? un optional e che le buone maniere non sono state inventate per rendere pi? belli o per riempire qualche libro di galateo, ma anche per permettere una pi? serena e civile convivenza tra le persone anche di culture e costumi diversi.

Io non credo che tutto ci? sia risolvibile solo con il controllo da parte degli organi preposti, polizia o vigili che siano, anche se credo che alcuni passaggi in pi? potrebbero essere di deterrente ad alcuni atteggiamenti per cos? dire ?spavaldi?.

C?? un problema di mancanza di educazione, a livello pi? alto delle coscienze, della quale quella di cui stiamo parlando non ? altro che la prima e  se vogliamo pi? superficiale conseguenza visibile.

C?? bisogno di recuperare questo e credo pure che ci siano ancora ampi margini per farlo.

Mi rendo conto che ci sono altre ben pi? gravi problematiche che riguardano Orvieto ma  la piccola realt? che mi sono permesso di far notare rappresenta un piccolo scorcio di quello che temo possa diventare un pericoloso futuro, perch? prima non era cos?,?.. prima di cosa ? non lo so, ma siamo realisti, prima non era cos?.

La grossolanit? con cui ormai vengono gestiti i rapporti tra le persone (e parlo di adulti) fanno s? che anche tra i giovani i termini del loro stare insieme siano soggetti  ad una mentalit? relativista che mette al primo posto il proprio ego  e che per farla breve fa diventare tutto lecito e tutto acquisibile solo perch? lo voglio.  

Io spero ancora invece che se un domani mi capitasse una palla tra i piedi, nel restituirla potrei anche non credere ai miei orecchi sentendomi dire ?grazie?.

Pubblicato il: 28/06/2007

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