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Il futuro della Piave. Basta buonsenso

Carlo Perali, Assocommercio

Assocommercio segue con attenzione l?evolversi degli ultimi sviluppi sul futuro della Caserma Piave e auspica, specialmente dopo l?introduzione di professionisti, che tale struttura non venga utilizzata per finalit? meramente speculative evitando insieme all?abbattimento dell?immobile  anche eventuali smembramenti e sottoutilizzazioni di cui la demolizione del muro circostante potrebbe segnare  un primo  inizio.

Pertanto Assocommercio si ripromette di avviare iniziative atte a tutelare, insieme alla struttura, l?unitariet?  e la specificit?  dell?intero complesso,  auspicando inoltre che non segua la sorte degli altri stabili sparsi per la citt? che, sebbene riqualificati, non hanno ancora una collocazione ben precisa.

L?architettura del periodo fascista, di cui la ex-Caserma Piave ? un esempio, testimonia un periodo di grande fervore architettonico sebbene non ancora rivalutato dalla storia.  

Pur tuttavia, queste strutture sono spesso abbandonate nel degrado, mentre la lettura  dell?insieme viene esaminata da punti di osservazione opposti: da una parte viene esaltata la forza realizzatrice del periodo, mentre dall?altra si critica la teatralit? e la propaganda dell?epoca fascista.

In ogni caso votarsi all?una o all?altra causa, risulterebbe riduttivo e finirebbe ugualmente  per non  cogliere il periodo, n? sarebbe utile per scegliere la riqualificazione o il tipo di intervento da affrontare, cos? la sintesi pi? vera e la decisione pi? rispettosa potrebbe essere rappresentata da un invito a riscoprire questo tipo di architettura per promuoverne infine la tutela. 

In fondo ci siamo lambiccati il cervello per anni  senza venire a capo del ?problema Piave?, ma la risposta, come sempre, va ricercata nelle idee pi? semplici.

Pertanto vediamo una soluzione attraverso una riutilizzazione razionale dell?esistente   cercando allo stesso tempo di creare un rapporto con il tessuto urbano circostante.

In pratica noi crediamo che la  Piave sia il contenitore per eccellenza in cui ubicare tutte quelle attivit? che non sono riuscite a decollare e altre che occupano strutture di prestigio, anche per i luoghi in cui sono ubicate, le quali potrebbero essere  sfruttate  in un modo pi? adeguato e conveniente, evitando invece il trasferimento di quegli uffici  in cui l?unico vantaggio potrebbe essere rappresentato da un risparmio dei costi sugli affitti. 

Sar? opportuno invece trasferire nell?ex Caserma-Piave l?attivit? congressuale insieme a un centro fiere e ad una struttura alberghiera di prestigio, in modo da concentrare e quindi rendere funzionale l?intero comparto dei congressi,  mentre il collegamento tra l?antica struttura dell?ex palazzo dei convegni con la  Galleria dei Sette diventerebbe un unico grande  spazio espositivo integrato nel tessuto urbano della citt? di notevole interesse, nel quale  dare vita a  eventi e mostre d?arte di rilevanza nazionale.

Anche l?universit?, con un centro di ricerca tecnologico per lo sviluppo delle aziende e una foresteria per gli studenti, potrebbe trovar luogo all?interno della Piave mentre la struttura dell?ex- ospedale  andrebbe impiegata per creare un centro-benessere che rappresenterebbe un volano e un valore aggiunto per l?economia del posto.

Cos?  pure, ipotizzando una permuta con il Ministero dell?Aeronautica, si potrebbe spostare l?archivio militare  e nella struttura evacuata crearci un?attivit?  per il rilancio del quartiere medievale, magari collegata con un ascensore al complesso etrusco sottostante.

Quindi, senza tanti voli pindarici e paura di sbagliare, utilizzando soprattutto del buon senso, si potrebbe ottimizzare l?intera struttura della Piave. 

 

 

                                                                                                

Pubblicato il: 26/06/2007

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