Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
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Il parcheggio di Via Roma e l?Arte di parcheggiarsi

Gian Paolo Aceto

Ovidio ha scritto ?L?Arte di amare?,  Machiavelli ?L?Arte della Guerra?.  Manca ancora alla letteratura italiana una ?Arte di parcheggiare?, specialmente col suo risvolto riflessivo psico-politico-sociale-amministrativo-arrampicatorio, piuttosto atavico in Italia, ?L?Arte di Parcheggiarsi?.

I due temi (azione attiva, per esempio parcheggiare la propria auto, e azione passiva (ma subliminalmente attivissima): parcheggiare s? stessi, per esempio in un Comune, o in un?altra sede, anche molto pi? su, fino alla Presidenza della Repubblica, sempre per esempio, si intersecano di continuo nel nostro Paese. Tutto l?insieme si risolve poi in una sintesi: il parcheggio delle idee, quelle che ci sono, e valide, ma potrebbero mettere in crisi chi in assenza di idee ha soltanto il comando; quelle che non ci sono, che sono proprio inesistenti e che proprio per questo ascoltiamo di continuo dai telegiornali espresse con sempre maggiore seriosit? (opposto di seriet?) negli otto secondi che non si negano a nessuno della plebe degli onorevoli che non hanno niente da dire ma ? bene che il corpo elettorale lo sappia perch? ? proprio per questo che si riesce ad essere votati.

Infine ci sono le idee da Ballo in Maschera, cio? le idee-maschera, programmi con titoli altisonanti e perci? miserabili, polo tecnologico, palazzo delle istituzioni, palazzo della salute, ecc. Tutte queste parole sono state qui a Orvieto le vere autentiche Risorse degli ultimi anni. Vale a dire: che risorse ho per parcheggiarmi? Le parole! E allora, parole siano!

Il parcheggio di Via Roma nasce in quanto Idea, come molte altre opere della passata Amministrazione, conosciuta ormai come il club dei Fantasmi dell?Opera, anzi dell?Operetta, dalla Volont? e dalla Mascella (ricordo che  fu Sansone a scacciare i Filistei proprio con una mascella d?asino) dell?Innominabile,che le volle a maggior testimonianza (e Segno) del suo augusto Dodicennio, e per un unico vero motivo: far fare grossi lavori inutili a grosse ditte, col risultato ben tangibile per cui il lato finanziario della faccenda diventa come il Delta del Po, un fiume con tante diramazioni alla foce. O forse non ? cos? e gli Orvietani sono tutti stupidi a pensarla in questa maniera.

La nuova Amministrazione, per qualche verso benemerita, ha ereditato il problema del parcheggio di Via Roma (cos? come il problema della ex-Caserma Piave, del quale ho parlato in un precedente articolo, molto commentato dai coraggiosi politici-amministratori-scriventi on-line

di qualche villaggio nel mondo, molto lontano da qui), l?ha ereditato cos?, stancamente, cos? come a una persona pu? capitare di ereditare,  per esempio, mezzo ettaro di terreno paludoso e da sempre inservibile a qualsiasi uso. Sono quindi tante piccole paludi amministrative che si sommano per inerzia.  Nascono perch? non si ha nulla da dire o da proporre, poi piano piano, con l?uso ripetuto, salgono al rango di problemi veri, e perci? da risolvere.

Il concetto di parcheggio, nel firmamento delle idee fisse amministrative nei Comuni italiani, molto spesso (non sempre) ? la scappatoia  per dimostrare che si fa qualcosa, un po? come le ceramiche orvietane storiche (non ci sono, non ci sono pi?, ma facciamo lo stesso il museo, anzi Il Museo, con conseguente arricchimento della lingua italiana, cio?, dopo la mitica ?ridensificazione?, ecco la Musealizzazione). Non c?? scampo!

Alla stessa maniera: non ci sono i turisti? Non fa niente, facciamo un altro parcheggione. E che male facciamo sventrando un po? la Rupe?  che ? tra l?altro tutta bella compatta, senza nemmeno una caverna?..Cos?, in Australia, sempre per esempio e per caso, se vengono a sapere che abbiamo tot numero di parcheggi, automaticamente traducono che abbiamo tot flusso di turisti, e il successivo passaggio dell?equazione porta a pensare che Orvieto ? importante. Canguri, gemelliamoci e partite!

In ogni caso pare che il parcheggio di Via Roma ormai si faccia, o si sia iniziato a fare, per cui avendo esaurito la parte per cos? dire ?distruttiva?, o semplicemente critica,  provo a entrare nel merito costruttivo, che grosso modo si divide in due parti: come fare il parcheggio, e cosa fare della piazza, sopra, che continuer? naturalmente, almeno si spera, ad essere piazza, perci? luogo per molti usi, ma questa volta usi veramente possibili e realizzabili, visto che ci sar? un grande parcheggio proprio sotto le piante dei piedi.

Certo, il primo pensiero che viene alla mente ? quello vecchio sclerotico delle solite cose,  la ?manifestazione?, il?comizio?, il ?concerto?, lo ?spazio polivalente? (quando sento quest?ultimo concetto, veramente! mi viene la stessa reazione (non identica) che provava  Goebbels quando sentiva la parola ?Cultura??!?! Lui diceva che la mano gli correva istintivamente alla fondina della pistola al suo fianco. Mah! Ognuno ha le reazioni che ha, o che si merita.). Ho detto questo soprattutto perch?  chi usa questo concetto spesso non capisce che nasconde la visione di una societ? atomizzata, dove apparentemente democraticamente e pluralisticamente tutti possono far tutto, in un  ?indistinto sociale? dove il singolo viene costantemente maciullato e illuso. Insomma il concetto di spazio polivalente ?, o tende irrimediabilmente ad essere, in realt? uno spazio totalitario.

E buona parte della cultura ?di sinistra? ? proprio questo che sinistramente vuole (e quasi sempre nemmeno se ne accorge, essendosi sempre nutrita di una cultura ciecamente e rigidamente ?orientata?).

Buona parte? No, tutta! (almeno sono chiaro).

Naturalmente, a leggere queste righe, a qualcuno verr? immediatamente il riflesso isterico ormai classico: Lo sapevamo, ? di destra!, secondo lo schema odierno ormai classico del ping-pong delle appartenenze e fedelt? e quindi ?riconoscibilit?? politiche. Questo ping-pong, specialmente a livelli parlamentari e di direttivi di partito ? proprio quello che fa comodo a tutti e due i cosiddetti schieramenti ?alternativi? (parola ormai diventata ridicola e schifosa, proprio perch? non corrisponde alla realt?, fatta ormai soltanto di reciproca e soddisfacente (per loro) legittimazione reciproca).

Il concetto stesso di ?di sinistra? ? diventato ormai un?infamia verbale, un afrodisiaco mentale buono per tutte le codardie, non molto diverso da quella ?cimice? che,secondo i resoconti specialmente della storiografia ?di sinistra? degli ultimi sessant?anni i cittadini italiani nel Ventennio fascista ?dovevano? mettersi al bavero della giacca per ?non avere grane?, o per ottenere un posto di lavoro, o per non perdere il posto che avevano. Non era proprio cos?, almeno non nella maniera che ? stata storiografata dai successori al potere di questi ultimi anni.

Perch? se a tappeto cos? fosse stato, bene, i ?successori di sinistra?  stanno ampiamente superando

quel regime, ma in maniera anche pi? subdola. Infatti la codardia pi? grande sta proprio in questo, nello sbandierare e lastricare di buone intenzioni la propria azione politica, e poi sotterrarle queste buone ?intenzioni?, nel metodo, nel comportamento reale, cio? nel vantaggio illecito di  potere ed economico personale. E punto! (ma solo per oggi).

Allora, sopra il parcheggio di Via Roma, niente spazio ?polivalente?, ma uno spazio destinato alla rivalutazione economica di Orvieto bassa e delle famiglie o persone che vi abitano che,  dopo la chiusura della Caserma Piave, vivono una situazione di ristagno economico ancora maggiore che nel resto della Citt?, vale a dire, negozi, ristoranti, alberghi, ecc.

Proposta: si possono istituire Fiere di differenti settori economici, anche di due giorni l?una, Sabato e Domenica, come quella mensile ad Arezzo, per esempio.

Queste fiere, specialmente dove non ci sono mai state, non nascono dal nulla . Nascono, di questi

tempi,  da una volont? politico-amministrativa che sappia individuare all?interno del Comune, o all?esterno, una persona, vera, con capacit? ed energia vere, che sappia  fare qualche giro esplorativo  in qualche fiera in Italia di questo tipo, fare interviste ai partecipanti, fare un sondaggio degli umori, delle esigenze, delle possibilit? di trasferimento delle partecipazioni, ecc, e fornendo poi alla Giunta comunale un?esposizione ben documentata della situazione. Dopodich? si forma un gruppo ristretto che elabora i dati e finalmente decide su quali fiere puntare. Si elaborano le proposte di partecipazione, a seconda dei settori, proposte che per i primi anni dovranno essere molto allettanti, si raccolgono le adesioni, e si parte.

Queste fiere saranno il contraltare, anche gustosamente popolare nel senso pi? nobile e autentico del termine, a ci? che veramente verr? fatto a poca distanza, nella ex-Caserma Piave.  E cio? un centro

di altissima cultura  specializzato in discipline eminentemente scientifiche, con l?invito ai Premi Nobel a illustrare le loro scoperte, anche secondo il concetto di Parco scientifico che ho illustrato in campagna elettorale nel 2004, e in un articolo pi? recente sulla Caserma.

Ma questo succeder? se i cittadini orvietani sapranno vincere le loro elezioni comunali nella primavera del 2009.

E anche queste fiere contribuiranno a fare di Orvieto una   ?Capitale di Territorio?. Concetto ampiamente superante le sclerotiche definizioni burocratiche di Provincia o Regione, secondo una nuova visione  che non deve pi? identificare la Citt?  monotematicamente in un solo, o quasi, periodo storico, gli Etruschi, o in un solo monumento, il Duomo, ma a far conoscere al mondo l?unicit? della continuit? di civilt? di un territorio. E l?Italia ha molte situazioni di questo tipo.

E anche perch? questa nostra Paese,  Patria,   tanto per capirsi bene, ? l?unico al mondo dove la civilt? ? rinata pi? volte, come da sempre riconosciuto da tutti gli storici o comunque anche solo le persone che sappiano semplicemente fare confronti con altri luoghi del mondo.

Dunque questa continuit? culturale e civile, distesa sull?arco di tremila anni,  ? ci? che bisogna saper cogliere anche nella valorizzazione, magari soltanto turistica di una Citt?-Capitale di territorio.

Alcune di queste fiere avranno cadenza annuale, e perci? bisogner? trovare argomenti veramente importanti, altre fiere avranno cadenza mensile, e queste saranno la maggior parte,  per forza di cose.

Ma la realt? ? che bisogna  riempire quello spazio vuoto di attivit? vere, e non limitarsi a fare un parcheggio per poter dire a s? stessi: ?Parcheggiamo, dunque siamo

Pubblicato il: 17/06/2007

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