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Io mi ricordo...quel giorno in piazza Tienanmen

Roberto Abatematteo, presidente Azione Giovani Orvieto

Diciotto anni fa, in piazza Tienanmen, 50.000 studenti cinesi, in seguito alla morte di Hu Yaobang, lottarono contro il regime comunista per denunciarne la corruzione, l?instabilit? economica, la tirannia e l?oppressione.

In pochi oggi ricordano, o vogliono ricordare, quelle tumultuose giornate a cavallo tra il 15 aprile e il 4 giugno 1989, in cui quei 50.000 giovani universitari sfidarono l?oppressione del regime comunista senza armi e senza speranza di vittoria. In molti oggi si sono dimenticati di quei 2.000 ragazzi morti lasciati per le strade di Pechino dall?esercito comunista cinese, che attaccava i manifestanti pacifici con colonne di carri armati.

Anche quei governi che allora denunciavano e deploravano l?abominevole repressione cinese, oggi (alla luce dei cambiamenti economici indotti dal progresso tecnologico e sociale che anche nella secolare e tradizionalista Cina hanno cominciato a farsi sentire) sembrano aver lasciato nel dimenticatoio quella tragedia.

Perch? di tragedia si parla. Duemila morti sono una strage. A Genova l?opinione pubblica si ? indignata per quel Carlo Giuliani morto con un estintore in mano mentre tentava di uccidere un carabiniere. Oggi nessuno si indigna pi? per quei duemila giovani morti in nome di un processo di democratizzazione e progresso sociale che ancora non ha visto la luce.

Eppure oggi la cosa non sembra pi? essere di dominio pubblico. Sembra che quei giorni insanguinati siano passati per sempre senza lasciare nessuna traccia nella nostra cultura.

Come neanche nella cultura cinese, d?altronde, viste le tante bandiere rosse che a Milano sono state sbandierate per le vie dell?italica chinatown, durante gli scontri con la polizia.

Ma ditemi cosa c?? da sbandierare?

Forse esultano per i 2.000 morti che da quel tragico 1989 il regime di Pechino ha sulla coscienza e che tutti vogliono nascondere?

O forse esultano per le costanti violazioni delle convenzioni internazionali sui diritti dell?uomo che vengono giornalmente perpetrate in Cina?

O forse esultano per le oltre 3.000 fucilazioni all?anno? Le condanne a morte che vengono eseguite in Cina ogni anno sono circa l?80% di quelle mondiali.

Da solo il regime comunista cinese uccide pi? condannati che tutti gli altri paesi che ancora fanno uso di questa pratica. Si viene fucilati per reati come la diffusione di pornografia e lo spionaggio, senza poi contare reati economici, reati d?opinione e reati politici.

E c?? qualcuno che ancora sventola la bandiera della Cina comunista.

I nostri rappresentanti al governo si dimostrano oggi tutti disponibili al dialogo, ma non fanno praticamente nulla per denunciare questi crimini, perch? tacitamente sanno che non conviene a nessuno porsi come nemico di un colosso industriale e consumistico come la Cina che si affaccia al terzo millennio.

Dopotutto, chi sarebbe cos? stupido da pregiudicarsi un bacino d?utenza di quasi 2 miliardi di persone?

Mentre quei ragazzi, in piazza Tienanmen, sono morti per combattere quella tirannide, quella barbarie e quel regime che adesso in molti fanno finta di non vedere. Come a nascondere un elefante dietro un dito.

E nessuno sembra pi? ricordarsi di loro.

Non c?? stato nessuno speciale giornalistico, nessun servizio in televisione, nessun comunicato stampa. Niente. Solo qualche labile sottotitolo tra una notizia ed un?altra.

Nessuno se ne ? interessato, o quantomeno ha voluto ricordare quei giorni. Senza memoria non c?? futuro? Certamente, ma per concretizzare il senso di questa massima, tanto in voga negli ultimi anni, bisognerebbe prendere in considerazione tutte le varie sfaccettature della storia recente che ci rendono consapevoli e consci dell?importanza della memoria storica, e non solamente fatti e circostanze che risultino essere le pi? utili al momento opportuno e per il problema di turno.

E pensare che in Italia (paese facile all?ipocrisia e al grottesco) ci si indigna oltremodo per quel Corona che fotografa vallette a cosce nude o calciatori a letto con prostitute da mille euro a notte, o si piange per campionati di calcio falsati che gettano nella ?depressione? migliaia di tifosi.

Mentre dimentichiamo quel giovane ragazzo cinese che in mezzo alla strada, disarmato, con due buste di plastica in mano, sfid? la potenza comunista, blocc? le colonne di carri armati che avanzavano per reprimere la rivolta, e dimostr? al mondo intero che il singolo pu? davvero fare la differenza.

E anche se in pochi, noi oggi siamo ancora qui a ricordare quei tanti giovani rivoluzionari che lottarono contro il comunismo, e che da eroi diedero la vita per la propria idea di libert? e di giustizia.

 

 

Pubblicato il: 05/06/2007

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