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Lettera aperta n?4. Intorno all'ex ospedale

Marco Marino, cittadino orvietano

Ancora una volta questa citt? senza pace, votata all?autodistruzione, sceglie la strada di Bisanzio per esaminare i suoi annosi problemi. Dopo aver dimostrato tutta la propria incapacit? ad affrontare con positivit? il problema caserma, la classe politica e quella dei politicanti torna a dividersi e teorizzare sull?uso futuro dell?ex ospedale di piazza Duomo. Dopo aver dotato di tre nuovi assessori la giunta cittadina, uno noto e di grande spessore culturale, una ignota ai pi?, ma che per sentito dire dovrebbe essere di ottimo livello e un giovane di belle speranze che dovrebbe portare nuove idee, a dibattere e scontrare sono i soliti noti. Allora, fino a che non sentiremo le voci nuove, seguito a parlare e scrivere anch?io.

Noi miseri mortali, non sappiamo se la regione vender? o no ad un gruppo alberghiero l?ex ospedale, forse qualcuno lo sa, ma non lo dice, per? sappiamo che all'interno del vecchio edificio una realt? vera ed operativa gi? c?? e non ? poco. Siamo poi sicuri che esista qualche catena alberghiera di alto livello che trovi interessante collocarsi all?interno del centro storico di Orvieto? Stante la situazione attuale, lo ritengo poco probabile per una serie di motivi che chiunque abbia girato un po? di mondo pu? facilmente comprendere e pu? essere cos? sintetizzata: l?offerta turistica complessiva della nostra citt? non ? da tempo appetibile per un turismo di alta qualit?. Dispiace prendere atto di questo, ma solo per Umbria Jazz Winter riusciamo a raggiungere un momento di eccellenza, per il resto dell?anno siamo al livello delle sagre paesane che vivono intorno ad un mercatino.

Pure la situazione del palazzo dei congressi appare alquanto in ribasso perch? anche nel settore della convegnistica siamo battuti da realt? che offrono situazioni ambientali pi? brillanti e sedi pi? adeguate e tecnologicamente pi? avanzate.

In questo quadro realistico e senza illusioni, ritengo che la discussione su albergo s? o albergo no sia, per dirla in termini semplici e comprensibili, di lana caprina e pertanto ? meglio difendere il centro studi che gi? c??, cercare di farlo crescere dove si trova e pensare alla caserma per uno sviluppo economico compatibile con la realt? orvietana, in altre parole andare verso quel centro direzionale che da tre anni propongo, soprattutto perch? non costerebbe alla nostra collettivit? sufficientemente indebitata, ma ai suoi utilizzatori.

Ora attendo e spero di sentire la voce dei tre nuovi assessori e se questa sar? culturalmente autonoma, scevra da sudditanze politiche e innovativa nelle proposte, vorr? dire che non sar? pi? necessario che io scriva queste lettere.

Pubblicato il: 22/05/2007

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