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E' tardi, ma non ancora troppo tardi

Antonio Bareberani, Forza Italia

Quando cinque anni fa il nostro partito, in una manifestazione pubblica dal titolo "Gi? le mani dalla Caserma!", lanci? la proposta di indire un 'concorso internazionale di idee', per non  ammettere che quella era la strada maestra, si disse che 'era tardi' e che ci voleva troppo tempo.

Sono passati cinque anni e sono stati triturati inutilmente molti soldi e nessuna idea.   La Caserma Piave ? ancora l?, finch? si regge in piedi, e non esiste una straccio di prospettiva seria.

Adesso rischia di essere tardi davvero: le casse della nostra amministrazione sono colpite a morte e  la nostra citt? ? ancora pi? fortemente debilitata.

Le speranze  nate  dalla riappropriazione del 'casermone' sono svanite e tutte le attese che si erano create sono crollate definitivamente.

E' stata colpevolmente tradita la speranza dei nostri giovani di trovare ad Orvieto occasioni di lavoro serio e duraturo.

Si fa ancora in tempo a rappezzare?  Non lo so.  So soltanto che si dovrebbe finalmente andare di corsa, ma senza trascurare alcun passaggio metodologico, di cui abbiamo gi? discusso, ma che vale la pena di ripetere.

Tutte le citt? del mondo sono piene di aree dismesse: dappertutto fabbriche, caserme, carceri si sono trasferite altrove, lasciando nel bel mezzo dei centri storici un ammasso di ruderi se non di reperti.

La soluzione ? stata una soltanto: invece di creare nuove periferie, si ? progettato un nuovo pezzo di citt? dove prima sorgeva qualche altra cosa.   Cos? in tutto il mondo.

Ma con una premessa invalicabile: "si progetta", cio? si d?  respiro ad una iniziativa che dovr? essere un segno del tempo.  "Si progetta" e non "si specula" tanto per essere chiari.

Questa nuova citt? potr? (o dovr?) contenere tutto quello che in una citt? ? previsto: case, negozi, attivit? economiche, luoghi di svago e cos? via.

Ma con indelebilmente impresso il segno della modernit?, cio? della vivibilit? abbinata allo sviluppo economico.

Renzo Piano, in un programma televisivo, ribadendo che questo ? il destino delle aree urbane abbandonate, confermava che una adeguata progettazione potrebbe dotare queste nuove 'citt?' persino di autonomia energetica, sfruttando quanto di meglio la ricerca scientifica oggi propone. Tanto per capirci.

Il tutto pagato dai privati utilizzando il project financing. Cio?, sviluppo economico e non nuovi carrozzoni.

Un grande progetto di tutta quell'area restituirebbe un'identit? all'intera citt?, oggi irrimediabilmente compromessa, aggrappata com'? al turismo di massa. 

Ma con le bancarelle si fa poca strada.

Compito della politica ? costruire speranze, persino utopie; vediamo se si riesce, almeno per una volta, a dare alla nostra citt? una reale prospettiva economica che la proietti nella modernit? e la tolga dal parassitismo melmoso e inconcludente in cui la politica l'ha cacciata.

 

Pubblicato il: 12/05/2007

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