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Era il 23 maggio del ?92

Alessandro Maria Li Donni

Era il 23 maggio del ?92.  Era una giornata gi? calda e il giudice Giovanni Falcone aveva deciso di andare a trovare la ?sua? Francesca Morvillo.  Falcone non era pi? un giudice anti-mafia, ma era sempre superscortato.  Non c?era un momento di tregua, era sempre seguito dai suoi angeli custodi.  Era cos? anche quel 23 maggio di undici anni fa. 
Da tempo a Palermo, per?, c?era qualcuno pronto a giocarsi il tutto per tutto pur di far tacere una voce scomoda, una persona pericolosa che aveva il torto di aver decapitato la cupola mafiosa e che non aveva paura di nulla e nessuno.  In una delle riunioni delle famiglie corleonesi venne deciso di far tacere questa voce per sempre. 
E per farlo fu deciso di compiere le cose in grande.  Non un semplice omicidio, ma una strage che facesse scalpore.  Bisognava poi essere sicuri, non ci doveva essere alcun errore.  Giovanni Falcone era pericolosissimo anche perch? siciliano e da uomo di quella terra conosceva tutto, sapeva come muoversi, interpretava ogni segnale anche il pi? piccolo. 
Quella mattina del 23 maggio qualcuno ha avvertito della partenza del giudice.  Falcone aveva da poco preso il Falcon di stato e sull?autostrada che collega l?aeroporto di Punta Raisi con Palermo un piccolo gruppo di sicari si stava preparando ai ?fuochi d?artificio?.  Falcone atterr? a Palermo in perfetto orario, ma non sapeva che di l? a poco 500 Kg di tritolo avrebbero drammaticamente scritto la parola ?fine? alla sua vita dedicata alla lotta alla mafia.
Il giudice pi? scortato d?Italia era pedinato dalla malavita organizzata.  Giovanni Falcone sbarca a Punta Raisi, s?infila nella macchina che lo attende in pista e via.  Passano pochi chilometri e a Capaci scoppiano 500 Kg di tritolo che spezzano le vite di Giovanni e Francesca Falcone e di tre agenti di scorta.  Nascosti su di una collina a poca distanza alcuni uomini hanno svuotato un pacchetto di sigarette in attesa del ?grande boom?.  In una casa di Palermo la cupola attendeva ansiosamente la notizia per brindare.  Champagne per tutti!  Alla notizia della morte di Falcone in quella casa di Palermo si ? iniziata a celebrare una grande festa. 
Era un caldo pomeriggio di fine maggio in Italia.  Ma tutti rimasero muti, attoniti di fronte alla Tv a guardare lo ?spettacolo? messo in scena dalla mafia per far capire la grande forza distruttiva di ?cosa nostra?.  Lo stesso successe poco pi? un mese dopo, esattamente il 9 luglio del ?92 in via D?Amelio, quando una potente autobomba uccise l?altro nemico storico di cosa nostra, Paolo Borsellino.
A Roma, intanto, alla Camera erano riuniti deputati,senatori e rappresentanti delle regioni per eleggere il successore di Francesco Cossiga.  Quel pomeriggio del 23 maggio scese il silenzio anche alla Camera.  Le istituzioni reagirono e in uno scatto d?orgoglio scelsero Oscar Luigi Scalfaro. 
A Palermo, intanto, Le sirene squarciavano l?aria afosa e sonnacchiosa del primo pomeriggio.  Nelle case si cercava di capire e si accendevano le televisioni.  Il canale privato TRM mand?  una troupe e bruci? i grandi network nazionali e la RAI.   Mand? in onda le terrificanti immagini di Capaci, del cratere, delle colonne di fumo, del silenzio interrotto solo dal suono delle sirene, dei corpi coperti da semplici lenzuola bianche.
Sono passati 11 anni, tanti, ma la memoria non si ? offuscata.  L?Italia si ? fermata ad ascoltare le edizioni straordinarie dei telegiornali.  E oggi, di nuovo, a Palermo quell?autostrada si fermer? per un minuto, nel pi? completo silenzio, quello stesso silenzio che avvolse la chiassosa Palermo quel 23 maggio di undici anni fa.  Probabilmente, questa volta, non ci sar? nessuno a brindare con lo champagne ghiacciato per quel terribile cratere.

Pubblicato il: 23/05/2003

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