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Resto fuori da ogni organismo dirigente del Partito dei Comunisti Italiani

Danilo Buconi, consigliere provinciale di Terni

Per la prima volta, ad otto anni di distanza dalla nascita del Partito dei Comunisti Italiani ? alla cui costruzione e crescita ho convintamene contribuito -, sento di avere qualche dubbio circa la condivisibilit? di alcune scelte politiche operate dagli organismi dirigenti di quel partito, sia a livello nazionale che locale.

Mi sento troppo spesso a disagio nel dovere difendere talune scelte e lo scorso 30 marzo, in occasione del Congresso della Federazione di Terni (presenti il segretario regionale Roberto Carpinelli e il presidente Mario Andrea Bartolini), questo ho apertamente detto all?assemblea congressuale nel corso del mio intervento.

La mia seppur breve storia politica affonda le radici nel partito Comunista Italiano: un partito serio, forte, democratico, sempre avanzato nella cultura della pace, del lavoro, della difesa dei diritti e del sostegno all?emancipazione delle classi subalterne del Paese.

E? dunque per questo, per questa mia cultura, per questa mia idea della politica e, soprattutto, della sinistra, che provo profondo disagio, quasi distacco, da certe scelte e provo a spiegarne il perch?.

Faccio parte di quel folto popolo della sinistra che ha sempre osteggiato e manifestato convintamente contro le guerre, contro qualsiasi guerra, in particolare contro quelle che sanno tanto di occupazioni economiche e militari: come potrei mai condividere la scelta del Pdci di sostenere ? in palese contraddizione con quanto fatto e detto negli anni di opposizione al governo del centrodestra ? la partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan? Semplicemente perch? ? stata messa in programma una conferenza di pace? Perch? l?Italia ha comunque ritirato le truppe dall?Iraq? No: primo, perch? non eravamo ancora tornati dall?Iraq che eravamo gi? in Libano, secondo perch? ? conferenza o no ? le bombe sono sempre bombe e con le bombe , per quanto ne so io, non si sono mai scritte le parole dialogo e pace!

Questione del lavoro, fondamentale nella nostra Costituzione, centrale per la sinistra: non condivido, fino in fondo, la questione della stabilizzazione generalizzata dei precari del pubblico impiego. Non perch? io sia contro i contratti di lavoro stabili e definiti ma per altri ben precisi motivi: primo, perch? la fetta pi? grande e grave di precariato risiede nel privato e non nel pubblico e nulla ? stato previsto su questo fronte (tutti i lavoratori dovrebbero avere gli stessi diritti?); secondo, perch? ritengo che prima di procedere alla stabilizzazione dei contratti precari ? che dovrebbe comunque passare per una sorta di esame di ammissione in grado di misurare capacit? e competenze ? ritengo che si debba dare corso ad una profonda riforma del sistema pubblico in generale che tenga conto delle potenzialit? tecnologiche esistenti e della necessit? ? ormai cronica ? di razionalizzare il sistema degli enti pubblici riducendo drasticamente enti, consigli di amministrazione e costi sia di gestione che politici (a partire dal Parlamento fino ad arrivare a Regioni, Province, Comuni, Comunit? montane, Consorzi e compagnia cantando); terzo, perch? non ? vero che questa operazione ? ?a costo zero? ed infatti ? finanziata con i depositi di denaro rimasti fermi per anni nei cosiddetti ?conti correnti dormienti? e questo deve essere detto chiaramente e con forza in quanto si tratta di somme di denaro di propriet? dei cittadini.

Molto meglio, sarebbe stato, operare concretamente sulla certezza del lavoro per tutti (pubblici e privati), sulla sicurezza, su un dignitoso riconoscimento economico del lavoro svolto (aggancio dei salari, degli stipendi e delle pensioni al costo reale della vita)!

Sui diritti, ancora, trovo troppa timidezza ? non solo del Pdci ma di tutta la sinistra italiana ? nella loro tutela e difesa convinta: dal diritto alla salute (su cui nel documento congressuale del Pdci non vi ? traccia) a quello alla casa, a vivere, curarsi e costruirsi una famiglia secondo le proprie volont? (anche laicamente,  visto che ? consentito e garantito dalla Costituzione repubblicana) e non secondo i canoni che vorrebbero essere a tutti i costi imposti dalla Chiesa, per la quale merita certamente che sia garantito il dovuto rispetto ma in un reale e leale rapporto di reciprocit?.

La costruzione del Partito Democratico, cosa che mi appare alquanto bizzarra ma che comunque merita ogni rispetto possibile, impone alla sinistra di svegliarsi, di mettersi in movimento, di ritrovare un percorso unitario nel rapporto con il suo popolo e con tutti i cittadini italiani.

La proposta di confederazione avanzata del Pdci ? e che ho sostenuto ? appare, di fronte ai processi in corso (partito democratico, nuovo centro), di fatto superata da una esigenza nuova: quella di dare vita ad ?incontro permanente? di tutta la sinistra, insieme alla societ? civile, che partendo dai temi che uniscono sappia dare corpo ad un programma ampio e condiviso, capace di rappresentare e difendere gli interessi del suo popolo (a prescindere da forme, nomi, sistemi, rappresentanti) e di candidarsi a partecipare alla guida del Paese alleandosi lealmente ? e non sottomettendosi - al centro democratico. Per il bene dell?Italia futura, ad ogni livello, ivi compreso il nostro territorio regionale, dove la necessit? di attuare profonde riforme e di riorganizzare e razionalizzare la macchina amministrativa e burocratica, ? ogni giorno pi? contingente. Ora o mai pi?, verrebbe da dire!

Per tutti questi motivi, dunque, ho scelto ? e l?ho espresso con chiarezza al recente congresso provinciale ? di restare fuori da ogni organismo dirigente del Partito dei Comunisti Italiani.

Ritengo che fermarsi a riflettere, a ragionare, a capire, faccia bene, sia utile, soprattutto quando in gioco ci sono gli interessi dei cittadini e le modalit? di rappresentanza degli stessi.

E? per questo che ho fatto questa scelta e che, per lealt? verso quanti hanno avuto fiducia nel sottoscritto alle ultime elezioni amministrative, permettendomi di rappresentarli nel consiglio provinciale di Terni (all?interno del quale ? quotidianamente confermata e rinnovata la piena fiducia nel presidente Andrea Cavicchioli e nell?intera Giunta) e nel consiglio comunale di Monteleone d?Orvieto, ritengo opportuno portarne tutti a conoscenza.

 

 

Pubblicato il: 06/04/2007

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