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Per i Partito democratico. Terni 29 marzo 2007

Valentino Filippetti, direzione regionale DS

Per i Partito democratico. Terni 29 marzo 2007.

Il nostro congresso ha superato la prima tappa , quella decisiva, delle sezioni. In questa prima fase ? stato smentito il luogo comune che vuole la gente indifferente alla politica, senza passione e senza impegno. Nella nostra provincia quasi il 50 % degli iscritti ha partecipato e votato le mozioni.

L?affermazione della Mozione PER IL PARTITO DEMOCRATICO ? stata netta ed ha visto un significativo incremento di consenso alle proposte di Pietro Fassino.

E? la conferma che c?? un grande giacimento di forze che pu? scendere in campo per dare la spinta decisiva per la trasformazione del paese nel segno della giustizia sociale, della solidariet? e dello sviluppo sostenibile.

Tempo fa abbiamo ?misurato? questo giacimento : sono le 25.377 persone che hanno partecipato alle Primarie del 16 ottobre 2005 ed i particolare i 19.097 che votarono per PRODI.

Basterebbe questo per capire che la fase Costituente per il Partito Democratico non pu? essere cosa che riguarda solo DS e  Margherita.

Proprio perch? siamo di fronte a molteplici ?fratture? della societ? italiana c?? bisogno della scesa in campo delle forze migliori della societ? italiana a partire da quelle legate al mondo del lavoro.
Gli atteggiamenti di chi si chiama fuori da questo processo sono sbagliati ed incomprensibili e rischiano di indebolire ulteriormente il mondo del lavoro ed il sindacato mentre si sta svolgendo un confronto decisivo che disegner? il volto sociale e civile del nostro paese nei prossimi anni.

Quando si avvio il processo di integrazione europea dicemmo che non bastava la moneta unica e l?Europa dei banchieri ma ci voleva un governo politico, obbiettivi comuni.

Oggi il nostro paese non ha solo bisogno di buoni ministri del tesoro che indichino e attuino le giuste misure di rigore e di riqualificazione della spesa pubblica.

Ha bisogno di un nuovo patto tra capitale e lavoro, tra generazione, tra nord e sud che ricostituisca e riqualifichi il principale capitale di cui disponiamo, quello umano.

Da qui l?urgenza di realizzare uno degli obbiettivi che abbiamo indicato unitariamente in campagna elettorale e che il governo con il ministro Damiano sta cercando di realizzare :  ridare centralit? al lavoro, al lavoro stabile, qualificato e piacevole.

Oggi ricorre l?anniversario dell?uccisione di Biagi. Un atto gravissimo che conferma come la democrazia nel  nostro paese ancora a rischio.  Le sue idee sono state al centro di polemiche pesanti tra le forze politiche.

Eppure se il ministro Damiano ha usato la legge che porta il suo nome per affrontare i casi pi? eclatanti di sfruttamento nei call center qualcosa del riformismo che lo animava evidentemente era rimasto anche nelle leggi fatte dal centro destra.

Questo per dire che con questo congresso speriamo di superare il modo strumentale e schematico con cui ci confrontiamo da anni .

Da tempo ci ripetiamo che il lavoro ? cambiato sotto la spinta prepotente della rivoluzione digitale;

sono cambiati processi e prodotti ma soprattutto ? cambiata la struttura del potere.

?Civilizzare? il capitalismo di quinta generazione ? impresa impegnativa come quelle precedenti. Sappiamo che gli unici a riuscirci nel secolo scorso sono stati i socialdemocratici con le loro idee e le loro organizzazioni, primo fra tutti il sindacato.

Ma sappiamo che questo no basta pi?. Come ha scritto in un bell?articolo sull?Unit? Luigi Berlinguer ? Da sola l?esperienza socialista non pu? integrare l?insieme dei valori e delle forze sociali capaci di assicurare un avvenire di giustizia sociale  e di progresso della societ? contemporanea.?

Ci vuole una nuova cultura politica un nuovo partito.

Noi oggi ci siamo riuniti per dire che elemento fondante di questo processo pu? e deve essere il mondo del lavoro.

Per questo abbiamo promosso in Umbria un appello :

 

 

 

 

 

APPELLO PER PORRE IL VALORE DEL LAVORO

AL CENTRO DEL PROGETTO  DEL PARTITO DEMOCRATICO

 

 

Le sottoscrittrici e i sottoscrittori di questo Manifesto credono che:

 

?        Nel tempo della pi? forte oscillazione tra universalismo e tribalismo, della societ? della comunicazione e delle guerre di religione, dell?opulenza e delle povert? assolute, il lavoro continui ad essere  fattore fondamentale nella vita della maggior parte degli esseri umani. Per la maggior parte di essi, il lavoro occupa pi? tempo di qualsiasi altra attivit? e influenza, spesso in modo decisivo, il reddito, i consumi, i risparmi, lo status, le amicizie, il tempo libero, la salute, la sicurezza, la vita familiare, la vecchiaia, la stima di s?, il senso di realizzazione e di benessere, la libert? personale, l?autodeterminazione, la crescita personale e tantissimi altri interessi e valori fondamentali. Tra tutti i rapporti di autorit?, controllo e potere, in cui gli esseri umani sono giornalmente coinvolti, nessuno ? cos? significativo e importante quanto i rapporti di lavoro.

?        La storia del movimento operaio, del socialismo europeo, del riformismo cattolico e liberale se ha marcatamente segnato l?emancipazione del mondo del lavoro nella vita democratica e nella costruzione dei sistemi di protezione sociale (il modello sociale europeo), ha lasciato sostanzialmente inalterato, secondo il principio propriet??potere-controllo, il sistema delle imprese.

?        Il Partito Democratico deve aspirare a rappresentare politicamente il valore del lavoro e delle persone che lavorando, contribuiscono allo sviluppo economico sociale e culturale del Paese e per farlo, a fronte della crisi finanziaria dello Stato e della crescente frantumazione sociale, deve produrre un nuovo pensiero politico per andare oltre le esperienze fin qui maturate: per un nuovo modello di stato sociale orientato all?inclusione piuttosto che a risarcire i danni prodotti dal mercato, che consenta di acquisire pi? libert? per realizzare le proprie aspirazioni e i propri progetti di vita in base al merito, il talento, l?impegno e lo studio e per rendere esigibile il diritto alla formazione per tutto l?arco della vita.

?        Il motore di questa ricerca deve essere un sistema di valori condiviso e centrato sul requisito della libert? delle persone come capacit? (di sapere e saper fare) e responsabilit? (impegno sociale), cooperazione dentro un quadro di uguaglianza (delle capacit? e opportunit? ) e solidariet? (tra le persone e tra queste e la societ?).

?        Il processo di individualizzazione, ossia l?affrancamento delle persone dalle vecchie appartenenze e vincoli sociali genera nuove opportunit? (autonomia e responsabilit?, nuovi diritti etc.) e rischi (precariet?, insicurezza, esclusione sociale etc.) e chiede spazio per le persone, chiede alla politica risorse (conoscenza, infrastrutture, relazioni), opportunit?, diritti  e tutele, attraverso una domanda di rappresentanza politica e sindacale, una domanda che attraversa un blocco sociale fondato sul valore del lavoro.

?        Sia necessario dare rappresentanza politica ad un blocco sociale eterogeneo, fatto di lavoro economicamente dipendente, autonomo, professionale e autoimprenditoriale, e:

 

?        Serva una nuova forza politica, moderna e riformista, che dia spazio alle persone che producono e alle forze di mercato, che sviluppi politiche in grado di governare il mondo delle interdipendenze e delle reti, politiche economiche e industriali, del lavoro e del welfare che producano e distribuiscano risorse e opportunit? per combattere tutti i meccanismi che limitano le capacit? e dunque la libert? degli individui di diventare persone attive in grado di cogliere le opportunit? di sviluppo individuale e sociale. Politiche che tutelino gli individui nei loro processi di crescita e discontinuit? educativa, formativa, lavorativa e di invecchiamento attivo. Risorse quali ammortizzatori sociali attivi, formazione, orientamento e accompagnamento per accrescere la possibilit? di acquisire o rinnovare le capacit? individuali di inserimento lavorativo. Opportunit? di occupazione stabile per ridurre le incertezze e la precariet? e dare pi? certezze ai progetti di vita individuali.

?        Obiettivo del Partito Democratico debba essere la piena e buona occupazione, dei giovani e delle donne in particolare, dentro un processo di innalzamento della partecipazione attiva al mercato del lavoro dove l?integrazione sociale e professionale dei lavoratori immigrati, la lotta al lavoro nero e all?insicurezza sul lavoro, devono diventare il vero investimento per accrescere, accanto a quelli di innovazione, di crescita imprenditoriale e di governance di sistema territoriale, la produttivit? e la competitivit? del sistema paese.

?        Il sistema di valori, i programmi e le politiche richiamate dovrebbero caratterizzare il nuovo Partito Democratico e che la costruzione del nuovo soggetto politico debba fondarsi su una partecipazione attiva, ampia, convinta e passionale. Non dovr? essere una fusione fredda tra gruppi dirigenti o promossa solo dagli eletti o dal popolo delle primarie ma diventare l?occasione per una aperta e fertile discussione di massa, tesa a rinnovare i rapporti con la societ? e le persone, i corpi economici e  sociali intermedi, tra cui il sindacato, le associazioni di impresa e quelle di volontariato. Il processo di creazione del nuovo soggetto politico deve diventare una grande occasione per progettare  e realizzare una nuova rappresentanza politica del lavoro di un nuovo blocco sociale, responsabile e solidale, centrato sul lavoro, sia  esso economicamente dipendente, autonomo, professionale e autoimprenditoriale.

 

L?Umbria deve poter dare un forte contributo alla formazione del Partito Democratico utilizzando tutti gli strumenti politici e istituzionali a disposizione e contribuire a progettare sia il contenitore (classe dirigente, forma organizzativa ecc.) che i contenuti e le alleanze possibili attraverso una diretta partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori al processo di formazione del nuovo soggetto riformista.

 

Pubblicato il: 21/03/2007

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