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Alla faccia della Citt? Slow

Gianni Cardinali

Caro professor. Freddi,
confermo il plauso per i suoi articoli, che, seppure non sempre condivisibili, sono occasione stimolante per un dibattito aperto che spero aumenti sempre pi? i lettori di questo giornale.

Ho letto attentamente il sito delle citt? slow, da Lei indicato,  per confermare che Orvieto, a parte le dimensioni e la sua storia che non ? nostro merito, non ha alcun requisito tra quelli richiesti.

A tal proposito e visto che tra i requisiti ? individuata anche una mobilit? alternativa basata anche sulle piste ciclabili, vorrei ricordare, che, nel 1993, se non ricordo male, quando avevamo un WWF molto attivo e formato da un bel gruppo di persone, non solo facemmo una indagine sulla tipologia del traffico, ma raccogliemmo circa 2000 firme per un progetto di piste ciclabili che servissero tutta l'area dello scalo, ovviamente prima che venisse realizzato il ponte pedonale e ciclabile che, oggi e ancora, ? solo pedonabile perch? non esistono le piste per la viabilit? alternativa.

Un paio di anni fa, invitato a Terni a degli incontri relativi all'Agenda 21 (sviluppo sostenibile e bla, bla, bla!), dopo essere stato presente almeno nei primi due e dopo avere ascoltato concentrati di aria fritta, ho lasciato il consesso affermando che, se ci fosse la capacit?, sarebbe sufficiente copiare una qualsiasi citt? tedesca, in pianura e con 120.000 abitanti come Terni: presa a caso sulla carta geografica. Altro che chiacchiere!! Chi ama viaggiare con attenzione sa cosa voglio dire.

Vogliamo parlare delle porcherie che appestano il paesaggio urbano e suburbano con baracche, baracchette e compagnia? Che dire dell'ingresso autostradale di Orvieto con una baracca perenne e "storica" in bella vista per vendere frutta ed altre variet?? Ebbene, nel lontano 1994, al Sindaco Cimicchi e al suo vice e amico, Conticelli, scrissi una lettera dalla Francia dove speravo si potesse copiare, per proporre (gi? si parlava della rotatoria allo scalo) un'altra rotatoria all'uscita dell'autostrada, la messa in opera di una siepe continua al centro per evitare gli attraversamenti a raso, nuovi filari di alberi scelti con criterio, in modo da cominciare a fare qualcosa di serio per abbellire un ingresso da terzo mondo. 

Ebbene! E' sotto gli occhi di tutti: tagliarono tutti i rachitici noci verso la ferrovia, costruirono un lungo marciapiedi dove non cammina nessuno ed hanno messo dei lampioni in stile sovietico che fanno rabbrividire. E' inutile che dica che gi? erano tempi di megalomania, con Orvieto al centro del mondo e con tutti gli occhi puntati su di noi e le magistrali capacit? di progettare....quel che ? sotto gli occhi di tutti.

Da quegli anni ad oggi ? successo di tutto e di pi?: alla faccia della citt? slow!!

In una prossima puntata vogliamo parlare dell'uso delle auto o dell'uso dei marciapiedi, dove esistono, tanto per prendere  altri argomenti a caso?

Pubblicato il: 17/03/2007

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