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La politica del "tenemo famiglia"

Fausto Cerulli

di Fausto Cerulli

All?ordine del giorno, in politica interna ed in quella internazionale, l?Afghanistan. Il Paese dell?oppio sta diventando per la sinistra italiana l?occasione di un funambolesco, mi si passi il gioco di parole, d?oppio gioco. Sulla base di Vicenza i compagni della sinistra che si vorrebbe dire sinistra hanno affermato che si sarebbe trattato dell?ultimo rospo da ingoiare per non compromettere una coalizione che ? ormai un continuo compromesso per salvare la poltrona e per non costringere i nostri deputati a tornare a zappare la terra; anzi a cominciare a zappare la terra, visto che i nostri politici nascono politici e devono i nostri soldi gi? dal poppatoio.

Rifondazione e Comunisti Italiani avevano solennemente giurato: sul rinnovo dei finanziamenti alla missione kabulliana, i nostri voti non ci saranno, chiedeteli a Berlusconi e Fini o tutti a casa. Poi hanno avuto un ripensamento: se Prodi casca anche questa volta, o se si salva con i voti sporchi, chiss? poi perch? dell?opposizione, tutti a casa. E vaglielo a raccontare alle mogli che si ? trattato di un gesto di coerenza politica. Le mogli gli rispondono caro mio la coerenza non si mangia, e a te, coglione scansafatiche, quando ti ricapita di guadagnare 12 mila euro pi? gli extra e i portaborse ? La coerenza, caro  mio, te la sbatti in quel posto.

E sullo spirito di sinistra prevale, italianamente, il tenemo famiglia. Bertinotti, alla paracula, si ? tirato fuori dal gioco, fa il Presidente della Camera, segue un percorso religioso, va a pregare sul Monte Athos: per risparmiare i nostri soldi, come mi faceva notare don Italo, poteva anche andare a meditare a Camaldoli, Ora le cose si complicano con il sequestro del giornalista di Repubblica; un sequestro che avviene proprio in coincidenza con la discussione alla Camera sul rifinanziamento della missione.

Segno che i selvaggi Talebani, locchi locchi, sono bene informati sulle nostre vicende; e se a questo si aggiunge che i talebani, anche se poco se ne ? parlato, hanno fatto esplodere diverse bombe, a scopo dimostrativo, proprio sulle strade che vengono abitualmente percorse dai nostri cosiddetti ragazzi, vuol dire che i Talebani, se gli salta la mosca al naso musulmano,  ci levano dalle scatole il problema del rifinanziamento della missione eliminando tout court la missione. D? Alema dice che non bisogna strumentalizzare, dice che la nostra ? una missione di pace. Una missione di pace in un Paese che ? ormai in guerra. A? D?Ale, ma chi vuoi prendere per il culo? Una missione di pace fatta con i fucili e non con i crocifissi. E vogliamo credere davvero che i Talebani, se si incazzano, vanno dalle truppe d?occcupazione e gli chiedono? scusate tanto, voi siete in missione di guerra o in missione di pace.? A  meno che le nostre truppe non portino ramoscelli d?ulivo- Pasqua ? vicina- invece di fucili magari scassati, magari fucili 98. Mi ? capitato di sentire, su Radio Radicale, i discorsi dei nostri politici di sinistra sulla questione del rifinanziamento; roba da scompisciarsi, se non fosse una questione seria. Tutto un arrampicarsi sugli specchi, tutto un dire e non dire con il linguaggio dei peggiori avvocaticchi di provincia.  E questa gente si becca milioni a palate, li toglie dalla bocca di quel popolo lavoratore di cui si riempie la bocca.

Io posso anche capire che Prodi, da buon democristiano, non voglia fare il minimo torto a babbo Bush; capisco che Fini abbia voglia di mandare tutto il nostro povero esercito a spezzare le reni a quei quattro gaglioffi di talebani; posso capire che D?Alema non voglia rinunciare al suo feeling erotico con quel pezzo di f. di Condoleza. Ma che Rifondazione e Comunisti Italiani siano disposti a mettersi sotto i piedi anche quell? art. 11 della Costituzione che vieta l?uso della guerra, questo proprio mi suscita un non leggero disgusto: anche perch? quella Costituzione, fino a pochi giorni fa, era nata da quella Resistenza con cui la gente di sinistra si sciacquava la bocca.

 Il fatto ? che la Resistenza ? un fatto storico e vero, mentre la sinistra italiana sta mettendo sotto le scarpe valori e coerenza.

Magari uno dice: ma come, un comunista come Cerulli se la prende con i comunisti italiani?  Il fatto ? che Cerulli, che sarei io, crede ancora al comunismo, non ci ha guadagnato una lira che ? una lira. Mentre sulla sinistrezza degli altri sinistri ? meglio stendere un velo. In nome di una vecchia, da loro tradita,  comunanza di idee e di ideali.

 

Pubblicato il: 07/03/2007

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