Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
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Sul degrado del territorio le associazioni imprenditoriali sono assenti

Carlo Perali

 di Carlo Perali, presidente Assocommercio

 

Alla luce di quanto sta avvenendo in Orvieto in materia di lottizzazioni vedi il ?Poggente, Sferracavallo, Albergo La Nona, il Tamburino, etc.? e di degrado ambientale con ?la vecchia colonia del Monte Peglia , le centinaia di baracche ai piedi della rupe, l?abbandono pericoloso dei rifiuti in ogni angolo della citt? e della periferia, con il persistente degrado delle frazioni?, stiamo assistendo esterrefatti alla scomparsa progressiva del nostro antico patrimonio paesaggistico, cos? almeno appare   al cittadino comune l?enorme  lottizzazione che sta per assediare  Orvieto, grazie al beneplacito  dell?amministrazione comunale. Non si pu? continuare a far finta di niente!

E? il momento di alzare la protesta su quanto sta accadendo. Si parla tanto  di vocazione turistica del nostro territorio, per poi arrivare a scelte edilizie senza senso che ridurranno Orvieto alla stessa stregua di una degradata periferia metropolitana.

Che cosa fanno in difesa le diverse Associazioni impegnate nel turismo,  come ad esempio Orvieto Promotion, l?Associazione Albergatori e Ristoratori, la Confcommercio e la Confesercenti, nonch? le Associazioni Culturali che affollano la rupe?  Praticamente niente!  Ma a destare ancora pi?  sconcerto ? la posizione di totale indifferenza assunta da  Italia Nostra, una associazione nata a  difesa del patrimonio artistico e ambientale, incapace realmente  di esprimere un qualsiasi giudizio anche di fronte a scempi conclamati, come la modernizzazione della selciata del Tamburino e la devastante ricostruzione di una chiesa edificata in quella zona, sopra un sito archeologico importante. Una domanda allora viene spontanea, perch? un amministrazione attenta che si vanta di aver creato iniziative turistico culturali anche a livello nazionale, legate all?arte e al tempo libero come testimonia anche la riuscita manifestazione di Umbria Jazz,  una citt? slow, o citt? del gusto e del buon vivere, con percorsi culturali legati alla valorizzazione dell?ambiente, poi invece debba dissentire con permessi scellerati capaci in un sol colpo di cancellare per sempre un territorio.  Senza aver mai giocato la carta dello sviluppo e del progresso, ma ascoltando le ragioni e le speculazioni di alcuni imprenditori. Non abbiamo pi? parole, siamo alla solita messa in scena della morte del cigno con la fine dell?ultima decenza.

Pubblicato il: 27/02/2007

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