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Pettegolezzi

Fausto Cerulli

di Fausto Cerulli

Lo sapevate che un certo Franco Prodi ? uno dei fratelli di Romano Prodi? Io no. Ora lo so. Lo sapevate che il sullodato Franco, ovviamene professore come il fratello, ? uno dei pezzi da novanta del Consiglio Nazionale delle Ricerche? Ora lo sappiamo. Quello che non sapevo e che mi ha fatto leggermente- come dire?- ribrezzo ? il fatto che il nostro Parlamento, che da quando sono state fatte le elezioni non ha quasi mai votato, e ci? perch? maggioranza- quale?- ed opposizione-ariquale?- vivono nel terrore che una votazione seria faccia cadere il governo Prodi, e allora tutti a casa quando ancora non si sono abituai alla poltrona. Eppure, guarda caso, il nostro Parlamento si ? autoconvocato in tutta fretta. Motivo? Occorreva approvare un decreto per prorogare incarichi ben pagati. Ora, anche uno studente del primo anno di legge sa che il governo pu?, a norma di Costituzione, ricorrere alla decretazione soltanto in casi di seria ed improrogabile urgenza. la proroga di incarichi, ovviamente, non rientra nella ipotesi di urgenza: ma, guarda caso, uno degli incarichi da prorogare era proprio quello del fratello di Prodi, il quale senza questo decreto se ne sarebbe dovuto andare a casa per scadenza dell?incarico. Con la proroga, male che gli vada, resta in carica almeno un altro anno; un altro anno di lauta prebenda, un altro anno per far crescere pensione e liquidazione. La vigilantissima opposizione, a conoscenza del fatto, non ha trovato nulla da dire. Probabilmente nel decretone ci sar? stata qualche proroga per qualche vip di Forza Italia. Non ho parole, ho soltanto vergogna di essere governato da questo Parlamento.

Meglio le mussoloniane Camere delle Corporazioni, per dire. Altro caso leggermente disgustoso quello di Cesare Previti. Condannato in primo grado a nove anni di reclusione, pena ridotta in appello ad otto anni. La Cassazione, tanto per far vedere che esiste, ha ridotto la pena a sette anni. Con l?indulto la pena ? passata a quattro anni. A questo punto ? scattata la competenza del Tribunale di Sorveglianza. Detto severissimo Tribunale, dopo aver concesso, non si sa per quali meriti, a Previti gli arresti domiciliari- in modo da evitargli l?onta del carcere dei poveretti- ha deciso di affidare Previti ai servizi sociali. D?ora in poi, e per quattro lunghissimi anni, Previti sar? chiamato a fare da consulente sociale alla Comunit? di Don Picchi: in altri termini Previti sar? chiamato a fare il rieducatore. Io avevo sempre saputo che un delinquente deve essere rieducato in galera. Ora siamo di fronte alla italianissima ipotesi di un delinquente, come tale riconosciuto dalla Giustizia, e come tale condannato, che non solo non si fa neppure un giorno di sacrosanta galera, ma viene anzi chiamato a rieducare. Tanto valeva che lo facessero Direttore del Carcere di Rebibbia. Dimenticavo di dire che il nostro Previti, essendosi i giudici dimenticati di dichiararlo decaduto dalle pubbliche funzioni, continua ad essere onorevole a tutti gli effetti: soprattutto all?effetto di intascare ogni mese i 12.000 euro che spettano ad un Onorevole anche poco onorevole.

Terza questione a questione raccapricciante. Le scassatissime Ferrovie Italiane, che aumentano un giorno s?  e l?altro pure il prezzo dei biglietti, che trovano il modo di far viaggiare i pendolari come deportati in qualche campo di concentramento, hanno avuto la bella pensata, come Ferrovie Spa, di rimettere in sesto la stazione principale di  Praga; sar? una questione di prestigio, non dico di no: ma il fatto ? che i lavori in questione vengono effettuati a prezzi ufficialmente stracciati.

Resta il fatto che, al di l? dalle questioni di principio, le Ferrovie Spa non ci guadagneranno una lira; ed i nostri pendolari potranno consolarsi con il prestigio di viaggiare su carrozze di una Ferrovie Spa prestigiosa all?estero e miserabile all?interno.

Qualche giorno fa un collega avvocato mi rimproverava di essere sempre troppo incazzato nei miei interventi. Ma se non mi incazzo per queste faccende, mi scoppia il fegato.

Giuro.

Pubblicato il: 21/02/2007

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