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Aceto, musei, ed altro

Fausto Cerulli

di Fausto Cerulli

Ogni intervento di Gian Paolo Aceto, per chi, come me, lo conosce e lo apprezza, ? un contributo culturale e non solo; ? una ventata di ironia e di dissacrazione in questa citt? sempre pi? autocompiaciuta ed in vena di consacrazioni episcopali o meno. Una citt? in cui la maggioranza e l?opposizione si rincorrono in una frenetica caccia al nulla. Vorrei premettere qualcosa sull?amico

Aceto, dovuta alla purtroppo rara frequentazione. Aceto ? l?unico artista a tutto tondo che abiti

le nostre ormai squallide  plaghe:? capace di passare dalla ideazione elaborazione costruzione e messa in opera di ceramiche che solo il suo ingegno ? in grado di escogitare; e te ne parla con entusiasmo modesto e non compiaciuto, conscio come ? che le opere si sanno dire da sole. Dipinge quadri, scrive saggi; ha finanche messo su un progetto per il ponte di Messina che- se gli amministratori orvietani non fossero la pochezza che sono- avrebbe avuto un supporto economico e comunque un appoggio mediatico. Ma Aceto non fa parte della mangiatoia, e se ne vanta, giustamente. Non si stanca di far proposte, talvolta assilla le istituzioni cosiddette; ma lo fa con

la spensierata noncuranza e la sottile eleganza di chi gi? sa che non trover? ascolto nei cieli della politica alta.

Lui che si present? alle elezioni da solo, con la solitudine del perdente per scelta; e che mise nella sua lista, come unico rincalzo, Pio Aceto, detto medaglie. E quella scelta fu da un lato una scelta popolare e non  populistica e nello stesso tempo uno schiaffo violento sulle facce di bronzo dei sostenitori di liste zeppe di avvocati,sindacalisti, politicastri di tutte le stagioni e per tutte le stagioni, Pio Elice in lista fu una geniale provocazione.  E i provocati non se ne accorsero, ed annoverarono

Aceto  nella schiera dei rompicoglioni, di cui mi vanto di far parte insieme a lui.

La sua Casa a San Faustino ? un monumento all?intelligenza, al disordine voluto, all?accatastamento

non casuale di progetti, invenzioni, idee ideali ed idee concretizzabili. Ora Aceto interviene sulla questione museale; non sono in grado di valutare le sue proposte operative, ma accetto il suo messaggio come un ennesimo gagliardo tentativo di rompere le uova nel cestino dell?ovvio; come spesso gli accade, Aceto accavalla ed accomuna privato e pubblico, si oppone- ritengo con sdegno dell?amico Satolli- alla destinazione esclusiva del palazzo di Piazza di altri Palazzi ad unica ed esclusiva sede del patrimonio ceramico. Rivendica la funzione del Museo dell? Opera del Duomo, si oppone ad una frammentazione del patrimonio, o , per opposta via, ad una sua concentrazione  monotematica.

Trova il tempo di far riferimento ai famosi e famigerati ?butti? e di rivendicare al sociale quello che in essi ? stato trovato, e che viene dai privati gelosamente custodito o mercantilmente alienato. Aceto dice tutto ed il contrario di tutto ma senza contraddirsi; il filo che tiene in piede il suo dire ? l?entusiasmo disinteressato, altra merce sempre pi? rara sul mercato politico culturale di Orvieto. Aceto ? uomo che lotta contro i mulini a vento, ma dopo averli individuati uno ad uno, pala per pala.

E? un lottatore che getta il cuore oltre le barricate a costo di inventarsi le barricate e di farle per montarci sopra.

Io credo che se Orvieto avesse dieci Aceto, o se quell?unico Aceto fosse ascoltato con l?attenzione che merita, il panorama culturale di Orvieto avrebbe tutto da guadagnarne.

Aceto, se fai un altro partito, insieme a Pio Elice, mettici anche il sottoscritto Fausto Cerulli.

ne sar? onorato e spero di esserne degno.

Pubblicato il: 13/02/2007

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