Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
NOTIZIE CORSIVI

Noi non temiamo le querele, ma la censura del libero pensiero

Guido Turreni e Dante Freddi

di Dante Freddi

Ho ritenuto di pubblicare questo ?corsivo? dell?avvocato Guido Turreni con una introduzione, perch?, al di l? del caso specifico, riprende un argomento importante per noi e per i lettori: la libert? di stampa.
Nei ?commenti? alla notizia qualche lettore ritiene di potersi esprimere a pensiero libero e si lamenta poi perch? non ? pubblicato. Sempre, lo ribadisco, la mancata pubblicazione non ? determinata dal contenuto ?politico?, ma soltanto dalla valutazione che sia offensiva o meno della dignit? di qualcuno. Nei corsivi vale lo stesso ragionamento e se si raccontano fatti, come nel caso di quello non pubblicato di Guido Turreni, questi devono essere adeguatamente documentati. Il consiglio di un amico mi ha convinto a togliere quel corsivo dalla rete, perch? i buoni consigli bisogna saperli c?gliere.
E comunque ha ragione Turreni, la pressione ? pesante e quotidiana.
La querela a volte ? promessa in modo diretto, a volte ? viscidamente evocata. Soltanto la scorsa settimana un dirigente comunale ha minacciato querela perch? ? stato fatto il suo nome correlato all?atto che lo riguarda(sic), un amministratore perch? un commento giocava su un gioco di parole(sic).

Io sono estremamente scrupoloso, ho le idee chiare su che pubblicare e su che no, ma pu? sfuggire qualcosa, si pu? sottovalutare una parola o un?espressione e il clima in cui si lavora mi crea immane disagio, perch? si cerca di far del male e non di illuminare la verit? con tutte le luci possibili.

Non sono mai stato condannato, ma vivrei la vicenda con grande dolore e con la preoccupazione di non aver svolto bene il mio lavoro di responsabile del giornale e di aver provocato danno a qualcuno. Per il resto, anche io non ho paura delle querele, con la differenza per? che l?avvocato lo pago.

Segue il corsivo

di Guido Turreni

Non temo le querele, temo la censura del libero pensiero

Caro Dante,

Intervengo a titolo personale perch? circa una settimana fa Ti ho inviato (come ad altri) un pezzo sul nostro ospedale, in qualit? di esponente di Forza Italia, e solo Tu, che credo mi stimi seppure da posizioni politiche diverse, lo hai pubblicato; senonch? il pezzo ha fatto solo una fugace apparizione sul sito da Te diretto, ed ? stato immediatamente sottratto dalla pubblica condivisione in rete.

E? evidente che qualcuno ?si ? mosso? probabilmente minacciando una querela.

Posso capire che chi pubblica o non abbia il coraggio, o non abbia comunque voglia di assumersi beghe di questo tipo.

Ovviamente, per rispetto della scelta da Te operata (oltre a quella degli altri) non ritorner? su quello che ho detto nel pezzo, ma chiedo la pubblicazione di questo ?sequel?, perch? gradirei che sia ben chiaro a chi ?ha telefonato? che le loro minacce, almeno a me, non fanno paura.

Anzi li aspetto al varco, e se vogliono facciano quello che ritengono opportuno perch? conosco bene qual ? il limite fra la diffamazione ed il diritto di critica politica, cos? potr? rispondere, sempre sul piano giudiziario, con una bella causa di risarcimento danni di quelle che fanno male al portafoglio per?.

Sappiano anche, costoro, che ovunque avr? modo di prendere la parola, e se ci sar? qualcuno che avr? il coraggio di darmela, dir? esattamente quello che ? stato censurato, con gli stessi modi e negli stessi termini, e chieder? in tutte le sedi (comprese quelle eventuali giudiziarie) di verificare se ? vero quello che mi ? stato riferito, cos? ? con l?occasione ? forse si potr? scoprire con certezza se quello che mi ? stato detto ? vero oppure no, vista anche la clamorosa - e per questo sospetta - campagna pubblicitaria che hanno messo in piedi sulla sanit? ?politica?, badando bene per? a fare pressioni di ogni tipo perch? si senta solo la ?campana rossa?.

Vorrei richiamare al riguardo la Costituzione della Repubblica art. 21 primo comma: ?TUTTI hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione?, purch? ci? avvenga secondo predeterminati canoni come quello dell?interesse pubblico alla conoscenza di un fatto, o anche di un?opinione (e ci siamo); poi c?? il canone della continenza del linguaggio, e non mi pare di aver dato del ladro o del cornuto a nessuno; infine bisogna rispettare il canone della c.d. ?verit? relativa? (perch? il fatto pu? esser riferito anche in forma dubitativa o ideologica, purch? sia chiara la sua natura e la provenienza della sua interpretazione).

Concludo facendo presente che non si tratta certo di una questione di amor proprio (non ? la prima volta che mi succede di non essere pubblicato, e non me la prendo di certo per cos? poco), bens? si tratta di una questione di libert? e di democrazia per TUTTI coloro che avrebbero il diritto di parlare o di adombrare anche semplici sospetti su questioni di carattere pubblico e magari provocare la reazione di chi ne ? coinvolto, al fine di far prendere ad una pubblica istituzione una posizione ufficiale (per es. con una smentita), poi nota a tutti i cittadini elettori, perch? possa formarsi sull?argomento una pubblica opinione !

Devo prendere atto invece che ad Orvieto non ? cos?, e non ? certo un fatto grave solo per me, che certamente sopravviver? ad una mancata pubblicazione.

E? questa la democrazia della sinistra ?

Distinti saluti a lor signori e grazie comunque a Dante Freddi.

 

 

Pubblicato il: 12/02/2007

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