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Aprire le porte e le finestre, far entrare aria fresca

Stefano Cimicchi

di Stefano Cimicchi Carissimo Dante,

ad Allerona avrebbero detto che tu “cerchi la morte come le serpi vecchie” (quanti doppi sensi!!!), ed ecco che un tuo proponimento, innocuo e fatto con velleit? costruttive in una citt? pervasa da odi e gelosie di vario tipo, dove non si pu? pi? scherzare tanto che c’? subito chi ti d? i voti, stabilisce chi deve starsene rintanato nella cuccia e chi deve “emergere”, magari indipendentemente dal proprio intrinseco “valore”.

Domenica mattina ho provato una sincera emozione quando Carlo Emanuele Trappolino ? stato eletto segretario cittadino dei DS.

Carlo Emanuele ? stato, come noto, mio collaboratore per la passata campagna elettorale regionale e pochi sanno quanto lo apprezzi e quanto abbia evitato in questi mesi di “pressarlo” perch?, considerando l’aria che tira, non avrei voluto arrecargli danno!.

E’ per questo che, la mattina del Congresso, non volevo esagerare nelle effusioni e non volevo commentare l’accaduto per non farlo apparire sotto tutela. Cosa , tra l’altro, della quale Lui non ha assolutamente bisogno.

Oggi rompo il silenzio per affermare due cose nette e precise!

1)      la corrente dei “cimicchiani” non c’? mai stata e mai ci sar?, cos? nessuno potr? accreditarmi il “controllo” di chicchessia; disconosco chiunque se ne attribuisca l’appartenenza;

2)      la mia idea fissa ? Orvieto ed il suo futuro. Pertanto sono disponibile a collaborare con chiunque me lo chieda! Non posso parlare a nome di Barbabella, ma conoscendo il suo amore per la Citt? e per la propria personale storia, non ho dubbi che anche Lui la pensi come me.

Contenti tutti?

Ora parliamo di cose serie. Sorvolo sulla analisi che potremmo fare sulla situazione orvietana. Non da oggi mi sono dato delle regole che intendo rispettare fino in fondo.

Quando ero Sindaco e vedevo certi comportamenti ho sempre affermato, di fronte a testimoni, che se avessi fatto quella fine mi avrebbero dovuto dare una “schioppettata”!.

Pertanto, se non chiamato in causa e se non richiesto, taccio, mi limito a fare il mio lavoro e tiro dritto. Cose da fare non mancano e poi i giudizi li dar? la storia.

Il mio Partito, DS, a livello nazionale sta vivendo un momento drammatico, non ? possibile nasconderlo ed ? stupido tentare di mascherare la realt? con certi trionfalismi dal sapore patetico e, quello che ? pi? importante, quanto sta accadendo a noi riguarda il futuro dell’intero Paese.

Orvieto in Umbria ha, quasi sempre, anticipato i tempi rispetto a ci? che sarebbe accaduto altrove!

Ricordate la “maggioranza degli uomini e delle donne”, ben due anni prima della deflagrazione della Prima Repubblica?.

Bene, qui stanno accadendo cose che, se lette attentamente, possono risultare interessantissime e fanno cadere nel ridicolo chiunque provi a metterci il cappello sopra!

Dunque, che ci sia stata una lotta nel gruppo dirigente DS ? fuori di ogni dubbio, con morti e feriti, no? Ora si tratta di ricostruire un soggetto politico nuovo prima che quanto avvenuto porti la citt? nel baratro della ingovernabilit?.

Non so se quanto sia avvenuto sia frutto di calcolo oppure del caso, ma la quantit? di giovani che partecipano alla vita interna dei DS ? davvero impressionante. Sono tutti consapevoli di quanto ? accaduto e in grado di disegnare autonomamente il futuro? Non lo so! E’ per? una sfida che va accettata e che loro devono lanciare a tutto il resto del Partito e alla societ? orvietana.

Insomma, se  sapranno giocare bene le loro carte, gli scontri dei vecchi porteranno gli stessi ad elidersi a vicenda e non resteranno che i trentenni e quarantenni a guidare i processi decisionali ed a ridare un “Progetto” vero e di largo respiro alla nostra citt?.

Che significa allora accettare la sfida? Vuol dire aprire le porte e le finestre, far entrare aria fresca, parlare con tutti e non accettare veti ed esclusioni aprioristiche nei confronti di chicchessia.

Vadano a mangiare la pizza con chiunque e poi facciano una sintesi facendo leva su quelle che una volta avremmo chiamato “le migliori energie della citt?”.

 

Ci? che non sopporto ? la supponenza, accompagnata dalla presunzione di autosufficienza. Se serve un contributo lo do senza riserve, ma non ho nessuna intenzione di ricalcare scene gi? riviste e rivissute, e chi ha paura di confrontarsi non avr? futuro!!

Ecco per quale motivo affermo “largo ai giovani” senza riserve ed opportunismi. Si rendano autonomi ed in grado di giudicare e vadano ad occupare gli spazi di potere che meritano, nell’interesse della nostra comunit?!

Vorrei concludere dedicando un pensiero a Carlo Emanuele e, per suo tramite,  a tutti i giovani che hanno la forza e la fortuna di appassionarsi con la politica. Carlo ? innanzitutto un filosofo, raffinato ed intelligente: capir?, grazie a questi versi leopardiani, i miei sentimenti e le aspettative che tanti, come noi, ripongono in lui e nella nuova generazione.

“Godi, fanciullo mio; stato soave,

             stagion lieta ? cotesta.

Altro dirti non v?; ma la tua festa

ch’anco tardi a venir non ti sia grave.

                                                                                                  

Con affetto,

 

Pubblicato il: 01/02/2007

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