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Forum sociale mondiale. Orvieto c'era

Cecilia Stopponi

di Cecilia Stopponi

 

Il primo impatto con il FSM (Forum Sociale Mondiale)  ? epidermico ed emozionale: una galassia di persone  colorate, luminose, vocianti, indaffarate.

 

Sembra un immenso mercato, una fiera, allestita in questo grande prato verde e un po? disperato, alle porte di Nairobi, che circonda lo stadio fatiscente di Kasarana Moi.

 

Le gradinate dello stadio suddivise approssimativamente per ricavare un imprecisato numero di ?sale riunioni?  (per fortuna siamo in Africa e non ci sono problemi col riscaldamento),  all?esterno enormi tensostrutture sono state allestite per ospitare gli incontri piu numerosi.

 

Pi? di 100.000 persone, provenienti  da tutti i continenti, pi? di 1.200 iniziative, dibattiti, tavole rotonde, confronti. Tutti riuniti intorno ad un unico tema: I Diritti Umani. Come tutelarli, a partire da noi, da ciascuno di noi, dalle nostre azioni quotidiane.

 

Come combattere la povert? e la marginalizzazione di popoli e territori, sconfiggendo la guerra e le regole del mercato dettate dalle multinazionali.

 

Come mettere in connessione la societ? civile al di la della comunicazione globalizzata e globale, fin dentro gli sguardi e le parole di persone in carne ed ossa, che credono ancora nel valore della discussione  e del confronto,  della politica a cui viene chiesto di tornare a giocare il proprio ruolo.

 

Alla politica viene chiesto di dire basta alla privatizzazione dell?acqua.

Centinaia di rappresentanti dei movimenti, dai grandi conosciuti nel mondo intero,  ai pi? piccoli e sperduti,  con una sola parola d?ordine:  fermare il pi? grande dei delitti contro i diritti di milioni di poveri del mondo: la privatizzazione dell? acqua.

Lo chiedono ai politici presenti (Patrizia Sentinelli, Vittorio Agnoletto e Roberto Musacchio  per l?Italia),

Chiedono di dichiarare l?acqua un diritto umano non negoziabile e di fermare il lavoro del Consiglio Mondiale per l'acqua in vista del Forum di Budapest del 2009.

Ma chiedono anche a ciascuno di noi  di diventare parte di questo movimento  mondiale e di esserci in ogni tappa di questa battaglia.

 

Alla politica viene chiesto di fermare la guerra, tutte le guerre, conosciute e sconosciute,  di conquista e di supremazia. Fermare le guerre che si moltiplicano solo per mantenere in vita un sistema mercantile che non si regge pi? altrimenti.

 

Ma  tutta la moltitudine di gente ? qui anche per parlare,  per comunicare cose che il  pur informatissimo mondo dell?informazione globale non  comunica, o che il sempre meno tempo che abbiamo a disposizione ci impedisce di andare a ricercare e a riflettere, con una parola d?ordine: ?un altro mondo ? possibile? da cui si diramano tutte le altre: ?un mondo senza AIDS e? possibile? ? ?un altro Paese senza povert? ? possibile? e su tutti un grande grido di riscatto: ?Homeless but not Hopeless? lanciato da quei derelitti che vivono nella baraccopoli di Korogoco, distante poche centinaia di metri da qui, di cui cos? appassionatamente ci ha parlato Padre Alex Zanotelli, instancabilmente presente a tutti gli incontri in cui far sentire la voce del bisogno di giustizia e di pace.

 

Ma il Forum  significa anche  confronto di esperienze e ?buone pratiche? attraverso cui contribuire alla costruzioone di un mondo pi? solidale ed equo.  Questo il senso del seminario organizzato dalla ONG Mani Tese,  a cui il comune di Orvieto  ha partecipato e che ha sostenuto, dal titolo La Responsabilit? sociale delle imprese: alleanza degli attori sociali per il rispetto dei diritti?.

Il confronto ?  stato importante,  introdotto con una relazione del Comune di Orvieto,  ha visto le testimonianze sulle violazioni  da parte delle multinazionali in India e Mali, passando per l?appello fatto da Vittorio Agnoletto  alla societ? civile di denunciare ed informare  l?opinione pubblica su questi temi  e su casi concreti di violazioni  da parte delle imprese, e sul ruolo che pu? e deve giocare il sindacato.

La posizione che ? emersa , in linea con i temi trattati nella relazione introduttiva, ? la richiesta di norme che vincolino le imprese al rispetto dei diritti  e garantiscano la possibilit? di una certificazione univoca a livello internazionale su tutta la filiera di produzione, l?applicazione di norme  esistenti anche a livello europeo,  e la rete di Enti Locali per la condivisione delle buone pratiche ed il sostegno nella comunicazione. 

 

Perch?? esserci ? importante dunque: per non perdere di vista mai  la dimensione globale dei temi all?ordine del giorno, a partire dall?impegno di amministrare un Comune di 21.000 abitanti che ha scelto di  far parte a pieno titolo di questa dimensione mondiale su una infinita? di temi.

Dall?onore di essere sede del  premio per I  Diritti Umani ? Citta? di Orvieto? , alla dichiarazione del programma di governo di "ripudiare la guerra in tutte le sue forme".

Dalla comunicazione culturale ai progetti educativi nelle scuole, dall?impegno costante verso la salvaguardia ambientale  a partire dalla carta Hidrogencityes, all?educazione e sostegno al mercato equo e solidale.  Dalle azioni concrete e quotidiane di salvaguardia  e tutela dei diritti umani  fino agli step quotidiani per raggiungere  una piena realizzazione della responsabilit? sociale  attraverso azioni come l'introduzione di precise clausole nell?appalto per la gestione delle mense scolastiche per l?utilizzo di prodotti che ripettino I diritti umani nell?intera filiera,  ai progetti educativi nelle scuole, al sostegno di progetti di solidariet? internazionale.

 

Perch? esserci dunque: perch? aver scelto di far parte di questa dimensione mondiale, porta con s? la scelta di  ascoltare la sua voce e l?ambizione di poter comunicare  importanti obiettivi raggiunti ed il progetto su cui confrontarsi e verso cui progredire.

 

 

 

Pubblicato il: 25/01/2007

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