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Piergiorgio Welby e Luca Coscioni contro una Chiesa reazionaria e intransigente

Fausto Cerulli

di Fausto Cerrulli

Piergiorgio Welby e Luca Coscioni; due casi magari diversi dal punto di vista clinico, ma resi simili dal comune avversario: una Chiesa reazionaria ed intransigente, pronta a negare i diritti umani in nome del Diritto Canonico o supposto tale; e un?altra differenza; Luca voleva vivere, e chiedeva di vivere ricorrendo a quelle cellule staminali embrionali che  alla Chiesa sembravano e sembrano una bestemmia impronunciabile; Pier Giorgio voleva morire, e chiedeva semplicemente di essere autorizzato a decidere i tempi ed i modi della propria morte: anche in questo caso la Chiesa Cattolica ? stata intransigente; ha affermato ed afferma che la morte, come la vita, ? un dono di Dio, e che solo la Chiesa pu? stabilire quando la vita ha termine e quando la vita ha inizio; la logica reazionaria si collega in questo caso a quella che ha tenuto e tiene banco in tema di aborto.

Quello che appare grave, in questi casi, ? l?assenza di una risposta precisa da parte delle cosiddette Forze Laiche e Progressiste; e non mi riferisco a Rutelli, che ? ormai a tutti gli effetti un ottimo sagrestano, o a Casini, che con maggiore coerenza afferma di rifarsi alla democrazia cristiana pi? bigotta. Mi riferisco ai DS, che si limitano ad invocare una legge che chiarisca i termini della questione, ed Rifondazione che ? sulla stessa linea, forse per non urtare troppo la sensibilit? cattolica del suo attuale compagno di merenda, il parroco Prodi.. Tutte queste forze politiche, al solito, hanno lasciato ai radicali di sostenere la battaglia di Pier Giorgio oggi, come quella di Luca ieri. Ai funerali laici di Welby era presente Cesare Salvi, ormai in aperto dissenso ed in rotta di collisione con il suo partito di riferimento, i DS, ai quali contesta di avere scelto, in nome della alleanza con la Margherita di Rutelli, una linea accomodante e retriva.

Luca fu lasciato solo, come Piergiorgio ? stato lasciato solo; in tutti e due i casi non si ? voluto capire che, al di l? dei casi umani, era in gioco il principio della laicit? dello Stato; e che in nome di questo principio sarebbe stata necessaria una vasta mobilitazione delle forze politiche; o magari di quella degli intellettuali, che una volta erano stati sempre pronti a firmare manifesti, e che stavolta hanno fatto pesare in maniera assordante il loro silenzio. E mi auguro che questo silenzio, perlomeno, possa significare che la casta degli intellettuali ? scomparsa dalla faccia della terra.

Mai come in questi giorni si ? sentito il potere e la prepotenza della Chiesa Cattolica; io non nego, ovviamente, alla Curia di aver le proprie idee e di manifestarle; mi limito ad auspicare che questa manifestazione di idee non coincida con momenti importanti della cultura laica; la Chiesa non parla ai fedeli, intende raccogliere le forze politiche che in Italia le mostrano ossequio, e pretende da esse un allineamento come neppure ai tempi di De Gasperis, che fu l?ultimo cattolico laico della storia della Democrazia Cristiana. Io non sono credente, ma ho rispetto per i credenti; arrivo persino a riconoscere alla Chiesa Cattolica il diritto di picconare in materie che la stessa ritiene di sua pertinenza; ma chiedo ai credenti di avere rispetto per i non credenti; chiedo ai credenti di non rinunciare, in nome della fede, ad un minimo di dignit? e di autodeterminazione. E chiedo alla Curia, che certo non sta a sentire quello che dico, di rinunciare ad essere un Partito politico in una Italia in cui i partiti politici sono anche troppi, alla faccia del bipolarismo.

Pubblicato il: 26/12/2006

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