Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
NOTIZIE CORSIVI

Centro Studi e marginalizzazione orvietana: ? ora di proporre la raccolta delle firme per uscire dall?Umbria

di Guido Turreni del Coordinamento Comunale di Forza Italia

di Guido Turreni del Coordinamento Comunale di Forza Italia

 

Apprendo dalla stampa on-line che il Magnifico Rettore Dell?Universit? degli Studi di Perugia, Prof. Bistoni, ha fatto fuori quella modesta avanguardia universitaria presente nella nostra citt?.

Non sono affatto stupito, considerate le premesse di sempre nei rapporti Citt? ? poteri forti regionali.

Apprendo altres? che istituzioni varie, partiti e sindacati contestano duramente la scelta.

Nemmeno la reazione mi stupisce o mi rasserena pi? di tanto.

Si tratta della solita presa di posizione per mettersi a posto la coscienza e soprattutto per far vedere ai cittadini elettori che almeno ci si lamenta.

Purtroppo per? di azione politica concreta nemmeno l?ombra.

Nulla ? stato fatto, peraltro, dalle stesse persone su altri temi di portata provinciale o regionale che riflettono i loro infausti effetti sulla nostra citt?; vedasi, per tutte, l?annosa questione della sanit? locale, oppure, problema di stretta attualit?, la questione della c.d. riforma endoregionale, oggi su tutti i giornali, ed in cui spicca la figura del sindaco di Spoleto che sta cercando di fare le barricate contro questo sconsiderato progetto e su cui invece ? per esempio ? la CIGL umbra sembra puntare molto: comunit? montana a parte, ovviamente ?.

Ma non voglio fare di questa critica una censura esclusivamente di parte, strumentale alle posizioni del Movimento in cui milito, perch? quando parlo di Orvieto in FI a Terni e sollecito pi? attenzione per la citt?, teorizzando come deterrente il suo distacco dalla realt? umbra, mi danno ironicamente del secessionista-leghista e del sognatore.

Il problema quindi ? chiarmente trasversale a tutte le forze politiche locali, e non pu? ? teoricamente ? essere trattato per schieramenti.

A questa conclusione per? si contrappone una considerazione di carattere pratico, legata alla classe dirigente locale (che ? e rimane di sinistra), soprattutto quella passata, che di fatto ha una responsabilit? di risultati.

E nei rapporti fra Citt? e Provincia-Regione, i risultati della classe dirigente locale sono pressoch? nulli, per non dire pessimi.

Sul tema ho gi? approfonditamente scritto e riscritto (aim?, vedasi per tutti il mio pezzo dal titolo ?la riforma endoregionale sar? la tomba definitiva della nostra citt?? dell?aprile 2006, e vari altri pezzi sulla sanit? regionale, sulla USL soppressa e sulle varie discese periodiche di Lorenzetti & C. in citt?), prevedendo gi? allora il destino segnato per il Centro Studi Citt? di Orvieto, e fornendo la mia proposta per reagire sul piano dei fatti e delle azioni a siffatta situazione: ovvero proporre la raccolta delle firme per attivare il referendum previsto per legge per cambiare provincia e regione.

Purtroppo ho predicato nel deserto, dal momento che il profilo dei politici locali rimane sempre quello subalterno e rinunciatario di sempre, o al massimo vagamente piagnucoloso.

E lo schema ormai consunto dello scippo di questa o quella prerogativa territoriale e conseguente piagnisteo nostrano, ? destinato a ripetersi nel prossimo futuro se la Citt? non avr? il coraggio di dare un segnale politico ben preciso, che ? quello di dire basta.

Allo stato, ed a mio parere, l?unico sistema per dire veramente basta alle lobby umbre antiorvietane rimane quello dell?iniziativa referendaria.

Poi si vedr?: se le varie lobby regionali insistono, non dovremo far altro che completare l?iter di separazione votando SI; se qualcosa invece cambier?, allora potremo rifondare l?Umbria sulla base del concetto di sodariet? territoriale, che a Perugia, e soprattutto a Foligno e Citt? di Castello (pi? che a Terni, vedi posizioni di Cavicchioli e Raffaelli sulla riforma endoregionale), invece non sanno nemmeno dove sta di casa.

Chiudo con una annotazione di storia della politica cittadina: ? curioso che Cimicchi, attuale Presidente del Centro Studi, sia la vittima di s? stesso, soprattutto ricordando, quando era Sindaco, la sua pi? ostinata avversione al movimento della Nuova Tuscia della fine degli anni ?90, che, preconizzando gli scenari di oggi, si era duramente battuto contro la marginalizzazione del nostro territorio.

Una vittoria purtoppo postuma per quel movimento, che troppo superficialmente fu liquidato come ?campanilista? se non, addirittura, come ?reazionario-massonico??.

 

 

 

Pubblicato il: 30/08/2006

Torna ai corsivi...