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Il metro della politica

Marco Conticelli

di Marco Conticelli

E? dura sentirsi rinfacciare continuamente il tuo impegno civile come impegno strumentale, motivato da fini politici e quant?altro quando hai una nipotina di cinque anni da tre mesi sedata in una terapia intensiva perch?, dopo aver gi? perso un rene, ha rischiato e rischia di morire per l??esplosione?, cos? i medici l?hanno definita, dell?altro rene, una bambina  giornalmente in dialisi.

Nel quartiere dove abita, in una citt? di media grandezza,  altri bambini hanno avuto problemi simili e si sta da tempo verificando, grazie all?impegno dei genitori dei bimbi malati, con tutte le difficolt? immaginabili,  l?incidenza dei campi elettromagnetici prodotti dalle numerose antenne di telefonia mobile presenti.

 

Non facendo politica, non avendo l?ambizione di farla, mi piace, da cittadino comune, esprimere opinioni su ci? che mi succede attorno o assumere posizioni precise come nel caso della questione antenna di Porano .

 

Questo viene visto da molti, soprattutto da chi fa politica attiva in quanto, probabilmente, si va ad invadere uno spazio che vorrebbero non appartenesse al cittadino comune, quello cio? di esprimere pensieri ed opinioni, come impegno mosso da  motivi di convenienza o di affinit? politica, addirittura richiesto da chi tiene le fila allo scopo di agitare le acque in vista di chiss? quale appuntamento elettorale.

 

L?impegno per impegnarsi, l?impegno come presa di coscienza, l?impegno dettato da ci? in cui credi non viene minimamente considerato.

 

Probabilmente la politica e molti dei suoi protagonisti si misurano con il proprio metro, quello degli inciuci, dei compromessi e degli intrallazzi.

 

 

                                                                

 

Pubblicato il: 13/07/2006

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