Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
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Moduli, questionari e sondaggi un modo per essere pi? liquidati che ascoltati

Silvia Fringuello

di Silvia Fringuello L’avvento dell’epoca Berlusconiana, oltre ad aver cambiato usi e costumi della maggior parte degl’italiani, essendosi via via ritrovati con le tasche sempre pi? vuote, ha modificato purtroppo anche logiche e sistemi, propri della nostra cultura, quale la comunicazione. Sono stati immesse nelle varie forme comunicative, rivolte a tutta la cittadinanza, al popolo, tecniche proprie del sistema azienda, di marketing, riducendole cos? ad una forma passiva ed a senso unico, senza perci? avere un interfaccia con il quale comunicare, colloquiare, dibattere. I sondaggi, i questionari , che negli ultimi anni ci propongono, dai banchetti per la strada, dagli sportelli dei servizi ai cittadini, dalla scuola, dai seggi elettorali, telefonici, evidenziano, la mancanza di comunicazione tra chi eroga ed amministra dei servizi, e l’utente o il cittadino anche in forma associata. Eppure sistemi di partecipazione, condivisione, sportelli del reclamo, uffici rivolti alla cittadinanza, ce ne sono a iosa, ma anche in queste sedi , si preferisce far riempire un modulo in cinque minuti ed essere cos? liquidati invece che ascoltati. La riflessione riguarda anche la veridicit? delle risposte o dei commenti rilasciati: non dimentichiamoci le proiezioni elaborate dalla societ? di sondaggi alle ultime elezioni politiche ! Gli elettori, all’uscita dai seggi, si sono proprio divertiti ! Altra questione, il campione da sondare: con quale criterio viene scelto? Dipende dalla risposta o dal commento che pi? s’addice al proponente ? I questionari o i sondaggi oramai sono in uso anche nei partiti, nelle associazioni, dove la comunicazione nella sua forma pi? piena ? e deve essere essenziale, ? la base di qualsiasi tipo di aggregazione, se viene a mancare, la libert? di espressione e di pensiero sono compromessi. Un partito o una associazione che ricorre a questi mezzi, non ha pi? motivo di esistere, non ? rappresentativo dei propri iscritti e simpatizzanti, se non riesce a relazionare, capire le loro esigenze, ascoltarli. La democrazia nasce nell’agor?, luogo d’incontro e scambio di opinioni, di denuncia e di proposte del popolo. Agli eletti, ai rappresentanti delle diverse categorie, ? stato affidato un compito ben preciso, riferire e risolvere, nelle sedi opportune, le linee guida, i programmi, i problemi, scaturiti e denunciati nel dibattito interno. Recuperare la comunicazione, intesa come rapporto umano, di contatto, ? la priorit? assoluta. La politica della piazza, del porta a porta, delle feste, delle riunioni estenuanti, deve tornare alla ribalta, se vuol essere “Politica” con la P maiuscola. Le sedi delle lobby sono in Piazza Affari, la sede della politica ? in qualsiasi luogo.

Pubblicato il: 02/07/2006

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