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Perch? manifestare il 12 aprile? Deve prima trionfare la cultura della pace, non il pacifismo

Lo Scorpione

Lo Scorpione 

 

Ho letto e riletto con attenzione l?appello per la manifestazione del 12 aprile prossimo per la pace.  Ma vale la pena andarci? Questa ? la domanda che mi sono posto.  E? inutile nasconderlo, chi scrive ? stato da sempre favorevole ad un intervento, anche se con alcuni se ed alcuni ma.  Poi ho seguito come tutti l?andamento della guerra.  Come in tutte le guerre c?? l?orrore, la distruzione, la morte, il calpestamento di ogni diritto, anche il pi? elementare.  Ma sono rimasti alcuni punti fermi non secondari, anzi, fondamentali.

Punto primo: scrive il prode Giuliano ?crescono in me rabbia e dolore per quello che sta accadendo a Bagdad.  Oggi ho visto le immagini terrificanti dei giornalisti ammazzati come bestie, sventrati da una cannonata assassina?.  E? vero, le immagini non lasciano dubbi, quella cannonata ? stata un errore, un tragico e gravissimo errore.  Ma qui bisogna fermarsi.  Non mi sembra che ci sia nulla di premeditato.  Una cannonata ? per forza assassina.  Il tributo degli inviati di guerra purtroppo ? stato sempre alto e troppo spesso dimenticato in fretta.  In Cecenia ? morto un giornalista di Radio Radicale in circostanze misteriose, in Somalia la povera Ilaria Alpi e andando in l? con gli anni, anche il mitico Marcello Alessandri, inviato di guerra per istituzione della Rai, non ? scampato alle pallottole.  Tutte vittime, o quasi, del diritto di cronaca in zone di guerra, perch? con la guerra non c?? sicurezza per nessuno.

Ma sul fatto che sia stato un fatto vergognoso siamo d?accordo.  Tutto il resto ? francamente demagogia.  Dalle immagini di Abu Dhabi TV si nota chiaramente il fumo di alcuni spari che sale da sotto la telecamera fissa.  Quegli spari non sono alleati.  Gli alleati rispondono per legittima difesa, in maniera precisa, un piano sotto la telecamera c?? qualcuno che li prende di mira.

Punto secondo: se poi vogliamo analizzare il ruolo delle due principali tv arabe via satellite in questa guerra c?? da discutere.  Dalle 15.45 di mercoled? improvvisamente le due Tv hanno iniziato a trasmettere collegamenti video con soli giornalisti.  Immagini poche.  C?era da far vedere il giubilo degli iracheni liberati e non pi? solo morte e disperazione.  C?? da far vedere il simbolo di Saddam che cade, ma si taglia tutto, tranne il momento in cui un marines cerca di appendere la bandiera americana alla faccia di bronzo del dittatore.  Tutto ci? che avviene dopo, la bandiera irachena, il crollo, l?aggressione simbolica del popolo non si vede.  In un angolo c?? un anziano che d? l?apparenza di essere un po? stralunato che prende a schiaffi un?effige del rais.  Basta.  Mercoled? pomeriggio per le tv arabe la festa si ? chiusa qui.

Punto terzo: rieccoci con il diritto internazionale.  Ma per caso Saddam lo ha mai rispettato? E la seconda domanda, l?Italia contro la Serbia ha rispettato il diritto internazionale?  Forse, ? una piccola riflessione, bisognerebbe fare un parallelo tra Saddam ed un qualsiasi malavitoso italiano.  Il malavitoso sa di delinquere e non gli interessa affatto il codice, cos? Saddam.  E? poi l?autorit? giudiziaria che si preoccupa di far valere i dritti anche per l?inquisito ed ? quest?ultimo che cerca in tutti i modi di farsi applicare gli articoli di garanzia.  Lo stesso ha fatto Saddam.  Lui ha calpestato tutto e tutti forte del sostegno interno, anche se coartato e delle divisioni internazionali che ha sempre provocato proprio per il rispetto del diritto.

Punto quarto:  tutti abbiamo le immagini dei bambini piangenti, orrendamente mutilati e morti.  Ma dobbiamo anche aver presenti le donne e i bambini curdi (5mila) e sciti (15mila) morti per gas nervino iracheno.  Dobbiamo avere bene stampate nella mente quelle terribili immagini delle sale di tortura scoperte a Bassora, con i sopravvissuti ed i loro terrificanti racconti.  Dobbiamo aver presenti i 150 bambini incarcerati per non essersi iscritti al Baath (il partito del rais).  Dobbiamo tener presente che le rappresentanze diplomatiche irachene fino a marted? hanno respinto le offerte umanitarie chiedendo volontari per la guerra.  Dobbiamo ricordarci delle scene di felicit? quasi isterica degli iracheni liberati.  Dobbiamo sapere che ai bambini e agli adulti curdi malati di leucemie, durante gli ultimi dodici anni, Saddam ha negato i medicinali, perch? l?Onu ha deciso di affidare al ?caro e democratico? presidente iracheno, cedendo al ricatto, gli aiuti della campagna ?Oil for Food?.

Punto quinto: il discorso ora si fa politico.  Perch? la sinistra ? sempre cos? titubante quando si parla di guerra?    Bisognerebbe far trionfare la cultura della pace, che prevede anche la guerra, e non il pacifismo senza se e senza ma.  La cultura della pace ? quella che ha permesso agli alleati, ?quegli sporchi assassini yankee?, di venirci a liberare dal fascismo.  Secondo il pacifismo, invece, gli italiani si sarebbero dovuti liberare da soli.  Ma come?  Non ? dato saperlo perch? la storia ? stata scritta fortunatamente in maniera diversa.  Anche allora fu bombardata Roma, dichiarata ?Citt? aperta?, Montecassino, Orte, Terni e tante altre citt? ancora.  All?epoca non c?erano i satelliti a guidare le bombe, quindi gli errori erano continui.  Per? dobbiamo ringraziare i tanti morti americani, inglesi, australiani, neozelandesi, irlandesi, marocchini, polacchi che ci hanno liberati dalla tirannia fascista e nazista.

La situazione ? la stessa dell?Iraq di Saddam.  Nelle citt? irachene vigeva lo stato di polizia con punte di controllo veramente insopportabili.  Ogni momento della vita privata e pubblica veniva decisa e scandita dal regime, un regime che ? succeduto ad un altro regime.  In pratica l?Iraq non ha conosciuto la democrazia, ne ha sentito solo parlare in maniera velatissima per paura della polizia segreta che arrestava, picchiava, torturava, ammazzava e terrorizzava senza alcun discernimento, altro che Ovra di fascista memoria.  Come poteva un popolo cos? vessato ribellarsi.  Come poteva essere foraggiata l?opposizione.  Basti pensare che gran parte degli sciiti di Bagdad erano stati raccolti nel ?ghetto? denominato con macabra ironia Saddam City, circondati dai loro stessi aguzzini.

Allora varrebbe la pena di non manifestare contro la guerra degli alleati, ma contro le guerre silenziose, contro le dittature, tutte, senza se e senza ma.  Varrebbe la pena di manifestare affinch? l?Onu non sia pi? bloccata da interessi particolari come succede ormai da troppo tempo.  Varrebbe la pena di manifestare per l?intervento di truppe francesi in Costa d?Avorio, in Camerun, in Congo.  Varrebbe la pena di manifestare contro il riarmo atomico folle della Corea del Nord con il popolo ridotto alla fame pi? nera.  Varrebbe la pena di manifestare contro la presidenza libica al comitato Onu per i diritti dell?uomo.  Varrebbe la pena di manifestare per la Cecenia, per il Tibet, per i massacri di cristiani in Nigeria e ad Aceh (Sumatra).  Allora s? che varrebbe la pena di manifestare, perch? le immagini da l? non arrivano, ma in Congo bruciano e mangiano le loro vittime, uccidono a colpi di machete i bambini come ? gi? successo in Ruanda e anche l? Kofi Annan non ? voluto intervenire, fortemente osteggiato dalla Francia.  S?, se il 12 aprile si manifestasse per il trionfo di una cultura della pace sarebbe assolutamente necessario esser presenti tutti, senza bandiere politiche, per riaffermare con forza il diritto alla vita ed allo sviluppo, il diritto alla libert? d?opinione e di religione e il diritto alla democrazia ed alla pace.

 

 

 

Pubblicato il: 10/04/2003

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