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E' morto Enzo Siciliani, amico di Orvieto

Fausto Cerulli

di Fausto Cerulli

Io che sono aduso a scrivere affettuosi e commossi necrologi di persone a cui sono stato legato nella vita che si vive, sempre meno vivibile, anche in questa Orvieto di dannunziana memoria,

ora travolta da orde nippoteutoniche, mi trovo a scrivere modestamente della tanto attesa

quanto stranamente improvvisa morte di Enzo Siciliano

Sar? breve: anche accogliendo la critica affettuosa di una mia occasionale lettrice

dagli occhi molto verdi, dagli zigomi pronunciati e dallo sguardo tenero e fiero. Ricorder? soltanto che nel 1963, ad Orvieto e proprio nel Teatro Mancinelli si svolse uno scontro all?ultimo sangue

culturale tra vecchi e nuovi titani; da quello scontro, che sanc? la morte dei gi? morti, come

Tommasi di Lampedusa e in qualche modo Moravia, emersero i nuovi vincitori, tutti di sinistra

tutti desinati ad essere cacciati dai vari Pci

Tutti molto giovani:tra essi appunto Enzo Siciliano insieme ad Alberto Asor Rosa ed a Nanni

Balesrtrini.

Faccio notare con qualche polemica che non mi pare di scorgere, negli atri o nei ridotti

del Teatro Mancinelli, alcuna targa che ricordi quell?evento, io pure sono nemico delle targhe e, lenisticamente, amico dei fatti

 Per aderire comunque all?invito affettuoso alla concinnitas vorrei ricordare che Enzo Siciliano fu sempre vicino ai nostri luoghi, e compr? a pochi soldi una casa tra Todi ed Orvieto..

che provvide a ristrutturare poco alla volta, non essendo lui prolifico e profittino scrittore come il da me forse troppo odiato , e di lui sodale.  Moravia  Pincherle . Siciliano scrisse pochi romanzi, e non ne scrisse per i grandi pubblici  e per i grassi palati.. Credo che tutto sommato la sua pi? sicura fonte di reddito sia stata la sua settimanale collaborazione al venerd? di Repubblica, in una raffinatissima e non snobistica rubrica di recensioni musicali, l?ultima delle quali, apparsa sul sul venerd? del giorno 8 di questo mese che non riesce ad essere ancora estivo. La casa di Enzo Siciliano avrebbe potuto diventare una la lussuosa villa se Siciliano  avesse approfittato della sua breve presidenza della Rai per fare qualche favore a destra o a manca: ma lui non voleva fare favori e non volva riceverne, e fu dunque travolto dai marosi del moggissmo e del buonvespismo.

Ad Orvieto rimase comunque legato, mettendo su un Laboratorio di scrittura creativa che ?  ovviamente soverchiato dal circolo dell?Utri, dal fastfutismo, dalla cultura agrituristica di Mogol.

Con una punta di ovvio personalismo faustocentrico vorrei ricordare che Siciliano, come del resto Dacia Martini e Laura Betti, furono gli ardui sostenitori della tesi secondo la quale Pisolini fu vittima di  un complotto neofascista. Il che non evit? lasciasse pubblicare su Pagine Corsare un mio breve scritto in dissenso dalla tesi complottarda,

Il  mio dissenso nasceva dall?aver io personalmente conosciuto il Pelosi che uccise Pisolini e di averlo conosciuto quando  a pochi anni dal ? complotto? era diventato gonfio di eroina e di vino, si faceva mantenere  da una mamma Tivoli molto diversa dalla mamma Roma.

Credo che solo Indro Montanelli mi abbia dato ragione quando sulla base di quella occasionale conoscenza professionale, mi sentii di affermare che Pasolini  aveva programmato la propria morte, e che il Pelosi era stata soltanto la corda a cui appendesi  nella tragica messinscena del lido di Ostia.

Due ultime osservazioni: nell?ultimo numero di Nuovi Argomenti ? comparsa l?ultima poesia di Enzo Siciliano, una poesia molto triste.

Ieri sera, al Museo Greco, uno stupendo concerto dedicato a Strawinski. Su mia premura, il sempre scanzonato e sempre filza bianca Stefano Cimicchi, ha chiesto al  peraltro raffinatissimo organizzatore di Orvietomusica di dedicare il   concerto alla morte di Enzo Siciliano, giustamente ma frettolosamente definito  amico di Orvieto, e di Mozart.

 

Ora i riflettori sono accesi sulle zampate miliardarie e vendute. Io che non amo molto il  calcio- e ragiono tutto sommato come mia madre,  che vorrebbe  una riforma del football fondata  su un pallone per ogni  squadra, da giocare  nella propria met? campo. Tassativamente vietata alla squadra avversaria, cesso per qualche tempo queste mie incursioni on line.Anche perch? mi sembrava  che Enzo Siciliano, quando dalla platea del  nostro Teatro Mancinelli, formava il gruppo 63, fosse molto pi? anziano di me; mentre leggo che aveva solo sei anni pi? di me: e sar? segno che mi sento sul collo il fiato della morte questo eccesso di protagonismo che da pi? parti mi viene, affettuosamente rimproverato. Ecco comunque l?ultima poesia di Enzo Siciliano, scritta  secondo il suo recensore da Orvieto, e forse volava dire da Acqualoreto di Todi.

 

?Quando nella bianca stanza/ dell?ospedale della  Charit?/ mi svegliai verso il mattino/

e udii i merli cantare / mi resi conto/ che non avevo pi? paura  della morte. Posto/

che io mi manchi; ora/ riesco a rallegrami di tutti/ i canti di merli anche dopo di me.

Pubblicato il: 10/06/2006

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