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La Caserma nel pugno, di mosche

Gian Paolo Aceto

di Gian Paolo Aceto

 

Questo titolo potrebbe far pensare subito, l? per l?, a una valutazione di carattere partitico. Niente di tutto questo. Il pugno di mosche, risultato di anni di lavorio politico-finanziario-progettuale, non ha all?origine una colpa, non ce l?ha avuta quando il Ministero della Difesa ha restituito la caserma al Comune, e non ce l?ha tuttora in riferimento alle persone che insieme al Comune amministrano il problema caserma. Perch?, dato che la caserma non ? ovviamente un corpo del reato, di conseguenza in questo specifico caso non c?? nemmeno reato, e quindi non ci sono nemmeno rei. Questo anche per servire chi va sempre in cerca di persone da crocifiggere.

Ma riguardo alle persone che amministrano il problema della caserma poi occorre precisare che non amministrano realmente la caserma, cio? un bene reale funzionante, ma un problema, perci? non il che farne ma il che fare che altri facciano, in futuro. Questa ? la vera ragione. (e assicuro che forse non scriver? mai una ?Critica della ragion pretesa?). Voglio dire che gli attuali amministratori hanno a che fare non con una realt? ma con un problema. E finch? ci? che non ? realt?, cio? la fisica, rimane problema, non si pu? non chiamare la metafisica, che si occupa di tante categorie dello spirito, cio? problemi.

Tuttavia come amministratrice dello spirito esiste gi? la Chiesa, mentre il pensiero laico vuole amministrare soltanto ci? che pensa che esista, la realt? fisica, anche perch?  dello spirito pensa di non sapere che farsene. E la filosofia non ammette  che una categoria dello spirito come una pallina da ping-pong rimbalzi a piacere tra il fisico e il metafisico.

Ma il problema caserma si pu? incominciare a sviscerarlo nella sua vera essenza partendo da un concetto giuridico-psicologico, quello dell?eredit? (che si porta  dietro quello abbastanza scientifico di ereditariet?). E poi il concetto di balneazione (cosa c?entra? fra un po? di righe c?entrer?).

L?eredit? in senso classico ? quella di chi con sudore, intelligenza, astuzia, lungimiranza e intuizione ha costituito per esempio un?impresa di successo. Poi si sposa una bellona scema, e se gli va male ha dei figli che non gli somigliano. Questi ultimi in poco tempo, dopo che hanno ereditato, mandano a rotoli l?impresa. Insomma, l?impresa complessa ? cascata addosso ai loro cromosomi troppo semplicistici, e non hanno saputo gestirla.

Un altro caso di eredit? invece ? costituito da chi, estraneo all?origine all?impresa che ? stata costituita (parlo della caserma, ma dico estraneo alla sua gestione che naturalmente era tenuta dal Ministero della Difesa), riceve tra le braccia questo fardello  anche senza averlo voluto, e si mostra ? ovvio impreparato a gestirlo, e questo pur essendo armato di una visione della societ? che con le caserme continua ad avere un buon grado di affinit?.

Perch? l?Impresa come concetto e pratica industriale e finanziaria nasce dalla societ? civile e non da un Comune. Altro caso sono le Partecipazioni Statali, che per? hanno una lunga pratica di managerialit? di Stato ad alto livello, e perci? di conoscenza reale dei meccanismi economici.

La caserma in questo stato attuale dunque, dovrebbe divenire una partecipata chiamiamola non di Stato ma di Comune, e per? senza che nel personale del Comune ci sia qualcuno abituato da sempre a gestire imprese  ?in prima nascita?. Cos? l?eredit? diventa un fardello proprio per  l?assenza di una ?predisposizione? che non ? genetica in senso stretto (perch? nel territorio conosco persone di grande capacit? d?inizio, ma frenate costantemente da qualcos?altro, e per qualche altro motivo), ma per una questione di ereditariet? diciamo cos? politica o ideologica.

Il Prof. Barbabella, stimato Preside del Liceo Scientifico, persona di alta cultura e filosofo   (lo dico perch? ho letto parte dei suoi scritti e ne stimo l?acutezza dell?introspezione e la capacit? di analisi), si ? accollato il peso della gestione del problema della caserma con la presidenza della societ? Risorse per Orvieto, e insieme agli altri responsabili ha cercato in ogni modo di ?agire? pur nei limiti del problema stesso, nel senso proprio di amministrazione del problema. Chiunque altro non avrebbe potuto fare di pi?,  perch?  un possibile privato interessato e quindi disposto a spendere molti soldi (suoi) per ristrutturare l?immobile o una parte di esso per qualsiasi fine commerciale o manifatturiero, si sarebbe trovato di fronte al cosiddetto 51% di propriet? che il Comune gi? da molti anni, perci? anche prima di questa Amministrazione, voleva o vuole in ogni caso riservarsi. Pensando cos? che, anche con possesso senza merito, si pu? riuscire ad illudersi di esistere, ricalcando il vaniloquio di Cartesio: Posseggo, dunque sono!

Va da s? che quando parlo del Comune non  mi riferisco al Sindaco attuale, persona con ben diversa estrazione diciamo cos? ?filosofica? rispetto ai paracartesiani ?di sinistra?, tra i quali non si pu? probabilmente mettere il Prof. Barbabella, e non parlo nemmeno di assessori oppure consiglieri di maggioranza o di opposizione. E? piuttosto la degenerazione di una visione amministrativa che discende non tanto e non soltanto dall?essere abbarbicata a una politica ma a una specie di ?campanile?  territoriale (del tipo: se non ? qualcuno di noi, che non sia nessun  altro dall?esterno) che tocca tanto la maggioranza che l?opposizione, e anche l?umore cittadino in generale.

Con un po? d?ironia, ma certo con stima, penso che il Prof. Barbabella ? quindi diventato in pratica, sublime contraddizione, gestore spirituale del problema caserma, e forse soprattutto psicologico, se si pu? mettere la psicologia tra le categorie dello spirito, in sostanza parroco e teologo (laico,ci mancherebbe) del problema stesso. E per uno che pensava  (chiss? se lo pensa ancora) di tenere in Pugno la Rosa, trovarsi con molte mosche appiccicate nel  palmo della mano non ? un risultato soddisfacente. Ma la filosofia, praticamente intesa, consola questo e altro.

Penso che ne sia anche stufo. Con tanta voglia di tornare ai suoi prediletti studi e alla  sua attivit? di Preside.  Ma insomma, far? o quel che vorr? o quel che potr? o quel che gli sar? concesso di fare da chi detiene la chiave non del nome ma del vero luogo della rosa, nel vero Pugno.  

Ritorno al concetto di ?balneazione? (che poi riaggancer? a quello di ereditariet?). Fino a non molti anni fa il Ministero della Difesa veniva accusato  di tutti i mali possibili (imperialismo, corsa agli armamenti,  militarismo, ecc.ecc.) e di conseguenza anche di occupazione di buona parte delle coste italiane, e dei loro tratti pi? belli, dove non si poteva entrare a causa del cartello Zona militare. Nel frattempo la speculazione edilizia sui litorali, quella non controllata e abusiva , costruiva e intasava le coste italiane libere. Quest? ultimo  aggettivo ? diventato indicativo  di una specie di nemesi anche ideologica, perch? poi quando si ? verificato l?abbandono da parte dei militari di larghi tratti di litorale perch? non erano pi? necessari per esercitazioni o non pi? strategici, si ? visto che queste coste erano incontaminate, e quindi a disposizione anche di tutti gli intellettuali di sinistra , che tra l?altro nemmeno ringraziano. Nello stesso tempo erano nate via via le leggi per l?ambiente e la sensibilit? generalizzata per la sua ?Difesa?. Cos? ci? che prima appariva ad alcuni un male ha prodotto poi un bene per tutti, il piacere di una ?sana balneazione?.

Bene, tornando alla caserma, forse sta succedendo la stessa cosa. Pu? darsi che i gestori del problema sappiano benissimo alcune cose (del genere: cose che si pensano ma non si possono dire, cose che si sa che tutti sanno ma si ? costretti da forza maggiore a far finta che nessuno sappia, oppure cose che nessuno sa o accetta ma si ? costretti a far finta che tutti sappiano e accettino, ecc.)

 Per esempio, che ?questo? Comune, e non per colpa del Sindaco o del Presidente di ?Risorse per Orvieto?, non moller? mai gli artigli  da ci? che ritiene ?proprio? (e giuridicamente lo ?), ma segretamente e soffertamene ?improprio? in quanto a capacit? di intendersi col mercato, ma alla maniera onesta. Sa di non sapere, sa di non potere, ma ama il possesso per s? stesso, quello che gli ? piovuto addosso.  Ma soprattutto sa che se chiunque fosse ammesso a gestire gli ambienti della caserma come bene reale (non come problema) avesse successo, questo potrebbe quasi apparire un?offesa, uno scorno per chi il mercato l?ha sempre osteggiato o sopravvive politicamente grazie al fatto di aver inculcato nei suoi elettori l?odio teologico per chiunque ha successo per merito personale. Quindi il successo della caserma diventata ?impresa? diventerebbe la cartina di tornasole dell?impotenza  creativa di chi potrebbe ?concederla? perch? impresa diventi. Ragion per cui, in verit?, finch? ci sar? questa sinistra al potere a Orvieto, o qualsiasi altra,, o, diciamolo chiaro qualsiasi accidente di strettamente targato centrodestra, targa che serve ad avere un vestito qualsiasi per la riconoscibilit? elettorale, la caserma non verr? mai utilizzata da nessuno.

Il Prof. Barbabella, e anche i migliori tra quelli come lui, maggioranza o opposizione che siano (minoranza della maggioranza, maggioranza di una parte della minoranza, che per?, ecc. ecc. ecc. ? la schedina d? molte opzioni) sanno benissimo che questa situazione si protrarr? molto a lungo. I cittadini orvietani poi ? bene che sappiano che potr? essere eterna, come eterna ? la malattia della ?coazione a ripetere?, il voto per esempio.

Perci?, come per le spiagge una volta occupate dai militari-militari, forse ? meglio che per ora la caserma rimanga com??,  ?occupata? dai militari-politici. E un bel giorno, fra molti anni, a caserma intatta anche se un po? impolverata, scender? dall?alto l?IDEA (laica, ci mancherebbe)

Aspettando quel giorno,  per?, propongo una soluzione parziale (io penso che ? l?unico modo di procedere nella vita, se non si ha nel sangue la tentazione delle ?soluzioni finali?, di qualsiasi tendenza), una soluzione magari temporanea, di prova, ma che potrebbe essere di richiamo culturale per la citt?, e anche di qualcos?altro. E cio? ricavare da una parte della caserma, soprattutto dalla palazzina comando, alcuni appartamenti, due o tre, non di pi?, dotati di tutti i comforts, e proporli come soggiorno temporaneo, come vacanza gratuita a Premi Nobel nel campo scientifico (evitando accuratamente i Nobel letterari  o per la ?Pace? che ormai sono diventati ?dazioni? basate sulla geopolitica), per un periodo di tempo limitato, un mese o due, con facilitazioni di alto livello di tutti i tipi, e chiedendo in cambio, con accordo tra gentiluomini, una conferenza o due sugli argomenti per cui hanno ottenuto l?alto riconoscimento, le loro scoperte, con eventuale possibilit? di preparare uno o pi? ambienti, sempre all?interno della caserma, dove la scoperta possa essere mostrata, spiegata,anche parzialmente, dove si possa coagulare un ?movimento d?interesse? da parte anche di una frazione degli abitanti, gli studenti per esempio, ecc

Il Comune dovrebbe naturalmente votare  una legge severissima secondo la quale gli appartamenti in questione non avranno nessun altro uso o destinazione. La gestione dei contatti e l?organizzazione non dovrebbero essere direttamente del Comune o di un assessorato specifico ,ma di un organismo ad esso collegato, naturalmente, ma anche con capacit? di autonomia. Il Centro Studi ? un esempio, anche se non l?unico. Ma in ogni caso servono persone qualificate, e neanche molte.

Cos?, da un piccolo bozzolo, che non avr? nessun titolo altisonante tipo Polo Tecnologico o altro tipo Grandi Eventi, si pu? sperare, operando, che si metta in moto   uno tra i pochi destini possibili per una citt? , che anche dal punto dell?ospitalit? e della tranquillit?, oltre che della  civilt? in generale, ha molto da offrire, ma  bisogna che lo offra e che incominci a offrirlo sul serio.

 

P.S. ? Il nostro amato Comune mi fa pensare a una ragazza non tanto brutta, no, ma che si crede tale per frustrazione presunta raccolta in giro, e quindi infelice.

L?unico sistema , un po? sbrigativo forse, per una ragazza infelice, ? quello di ?darla? via, questa infelicit?, gratuitamente, e senza pretendere niente in cambio.

Tanto spesso succede che sono proprio le brutte a raggiungere il vero risultato, sposarsi.

Insomma, Comune mio, offri la mano della tua caserma!

                                                        D?lla! E gratis!   

                                                        Cos? non avrai pi? guai,

.                                                       e ci guadagnerai!

Pubblicato il: 12/05/2006

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