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Lettera aperta a Gianno Cardinali

Liliana Grasso

di Liliana Grasso

Caro Gianni,

colgo il tuo accorato invito ad intervenire nel dibattito pur non essendo pi? molto giovane e con la speranza di avere qualcuna di quelle qualit? di cui tanto bene scrivi nella tua lettera, prima fra tutte l?onest? intellettuale. Mi perdonerai se porto ad esempio eventi in cui sono coinvolta.

Come saprai in questi ultimi giorni il mio nome ? stato speso da alcuni giornali  (non da tutti, in verit?) in relazione ad una eventuale candidatura all?assessorato alla cultura della citt?; pur essendo onorata dalla possibilit? ventilata dalla stampa, devo per? puntualizzare alcune cose.

Perch? ? stato fatto il mio nome senza interpellarmi? Era ?credibile?: lavoro in ambito culturale e la mia vicenda politica ? nota, ma tu mi insegni che credibile in politica non vuol dire possibile, e in questo caso non sono possibili i tempi ed i modi. In primo luogo perch? non ho avuto nessuna richiesta di disponibilit? dai vertici dei DS e in secondo luogo perch? con queste modalit? non sono disponibile.

Ma allora quali sono i reali motivi per cui ? stato fatto il mio nome?

La risposta ? talmente semplice da essere imbarazzante: perch? poteva essere strumentalizzato per alimentare ulteriori divisioni nel gi? fragile equilibrio interno alle varie componenti. Divide et impera. Uno stupido gioco che funziona quasi sempre. Una strategia usata per mantenere il controllo e il potere, dividendo e frammentando le energie delle giovani leve in modo che non possano agire per un obiettivo comune. Creando  faide e  dissapori (ad esempio il mio nome in contrapposizione a quello di una giovane donna DS, quasi un classico?due donne in lotta per la stessa poltrona) si abbassa il livello, si squalificano gli indispensabili progetti di cambiamento e si allontana l?attenzione della citt? dalle scelte che potrebbero mettere in discussione lo stato delle cose. Perch?, come tanti a Orvieto credo che si debba cambiare pi? che le persone, il metodo. Cercando di attivare progetti a lungo termine, che restituiscano a noi tutti fiducia nella Politica, intesa come pratica dell?amministrazione per il bene comune.

Sono d?accordo con te, sono tanti i giovani pronti a dimostrare che si pu? cambiare (o meglio che non si pu? non cambiare) e che, schiacciati da questo inutile e dannoso gioco di palazzo, non riescono ad emergere, a trovare spazi di espressione, non riescono neanche, all?interno delle varie correnti, ad opporsi alle vecchie logiche del potere.  La lista di candidate/i prima di arrivare al mio nome ? lunga e piena di persone di talento e buona volont?.

Non mi trincerer? dietro un silenzio schivo,  non sono capace, e credo di averlo dimostrato con le mie recenti dimissioni politiche. La dignit? delle idee va difesa senza pensare al tornaconto personale. A volte, non adeguarsi a queste logiche pu? portare qualche seccatura, ma ne v? della libert? d?azione e di quella onest? intellettuale di cui abbiamo enormemente bisogno.

 Mi unisco a te nella soddisfazione di pensare che siamo in tanti, anche se molti restano in silenzio. Un abbraccio.

 

 

Pubblicato il: 12/05/2006

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