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Senza rassegnazione, ma con ancora maggiore convinzione bisogna manifestare il prossimo 12 aprile a Roma per la pace

Giuliano Santelli

Con il passare dei giorni crescono in me rabbia e dolore per quello che sta accadendo a Bagdad. Oggi ho visto le immagini terrificanti dei giornalisti ammazzati come bestie, sventrati da una cannonata assassina.
Si muore cos? a Bagdad, per dare a noi tutti informazione, per raccontarci come la guerra sia quello che ? sempre stata, crudele disumanit?. Nessuna rassegnazione, ne per un dittatore criminale sanguinario che fino all?ultimo recita il suo copione studiato di ?vittima?, un uomo che cinicamente sembra osservare la fine del suo popolo, ne per il ?gendarme? del mondo che altrettanto cinicamente persegue il suo lucido criminale disegno di ?liberazione democratica? dell?Iraq.

In mezzo i giornalisti che muoiono per il diritto all?informazione, per il dovere di raccontare/raccontarci il vero volto di questa guerra. Sparano sui giornalisti, lo fanno lucidamente come questa mattina, prendono la mira con un CANNONE, tirano il grilletto, avvisano tutti i reporter che bisogna smettere di parlare della guerra in modo critico.
Uccidono lucidamente e poi chiedono scusa. Sono 11 (undici) da questa mattina i giornalisti morti, altri 3 (tre) li definiscono dispersi.
?Accecano? Al Jazeera, Abu Dhabi TV, cos? che le masse arabe non possano vedere quella carneficina di popolo che sta avvenendo.
Muoiono i giornalisti europei, ed i loro governi, complici della guerra in corso, timidamente protestano e chiedono ?garanzie? e spiegazioni agli americani. Se non fosse tragico quello che avviene si potrebbe definire farsa.
Quali ?garanzie? quali spiegazioni!!! Si ? fatta una guerra fuori da ogni contesto e diritto internazionale, si ? delegittimato e ?sciolto? l?Onu, si ? bombardato con ogni tipo di arma ?non convenzionale?, si sono colpiti ed uccisi migliaia di civili, di bambini, si ? bloccato ogni tipo di aiuto umanitario, in barba ad ogni convenzione internazionale, si sono fatti saltare acquedotti, centrali elettriche, sparato su ospedali. Tutto in nome della libert? e della democrazia.
C?? Dio da qualche parte? C?? Allah? C?? un briciolo di ragione ancora presente in qualche parte delle coscienze?
E? scritto nelle regole dell?informazione che uccidere un giornalista ? un crimine di guerra. Siamo arrivati ad 11 (undici) morti in questi giorni di aprile del 2003. Il messaggio ? chiaro, o vi auto censurate e parlate della guerra in modo ?asettico?, o rischiate la pelle.
Il giornalismo che piace ai dittatori ed ai guerrafondai ? quello da studio, con soloni, esperti militari del risiko, tra intermezzi di cosce, nani e ballerine ci mostrano soldati che prime ammazzano le madri e poi si curano dei loro bambini.
Non sono indignato, non sono rassegnato, sono ferocemente ?incazzato?, livido di rabbia e dolore e con questi sentimenti che sabato 12 aprile andr? a Roma, con una speranza non sopita, con dentro una forza che vorrei proiettare verso un futuro diverso per le mie figlie, per i tanti figli e figlie di milioni di povere persone che muoiono nelle troppe guerre ancora in corso nel mondo.
Grazie ai tanti giornalisti, fotoreporter, che in questi giorni ci fanno vedere e capire come la guerra non sia un gioco, a costo delle loro vite.
Anche questo serve a lasciare aperta una speranza di Pace.
Contro la guerra senza se e senza ma, contro chi pensa e teorizza, anche nel mio partito (ho ancora un partito)? Che la guerra finisca presto, che dopo, come d?incanto l?Onu torner? ad avere una sua centralit?. Il ?gendarme? del mondo ha parlato di ?vitalit?? ancora pi? agghiacciante questo termine di fronte ad un organismo morto. Morto come le tante vittime della guerra.

Pubblicato il: 08/04/2003

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