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Lettera aperta a Forza Italia

Massimo Morcella

di Massimo Morcella

La vicenda umana e politica di Luca Coscioni mi impone una riflessione, doverosamente da esternarsi ad alta voce ed altrettanto doverosamente diretta a tutti gli amici che in questi anni di impegno politico, al di l? delle inevitabili differenziazioni interne, hanno condiviso un progetto civico e un grande ideale di libert?. ? giunto il momento della chiarezza. ? giunto il momento di porsi interrogativi non pi? differibili. ? giunto il momento di chiedersi se, all?interno di Forza Italia, la componente laica e liberale, che tante speranze in molti di noi aveva suscitato nell?ormai lontano ?94, sia ancora viva, seppur relegata in qualche recondito anfratto di coscienze assopite. Amici, non vedete che oggi, nel movimento, c?? chi si sente orfano? Non vedete che i contrappesi interni non svolgono pi? la loro funzione? Non sentite la necessit? di riaffermare quel magico equilibrio tra culture diverse, che aveva caratterizzato la entusiasmante ed indimenticabile fase genetica del partito? L?essere liberale, cari amici, ? una connotazione personale che non risente delle distinzioni politiche. Il liberale non ? n? di destra n? di sinistra, ? soltanto colui che persegue il bene dell?individuo per il tramite della sua assoluta autodeterminazione. Cos? come la laicit?, al di l? delle credenze religiose o scettiche di chi la professa, ? soltanto indice di un pensiero capace di distinguere ci? che pu? essere dimostrato, da ci? in cui si pu? credere. Essa, quindi, come pura modalit? di pensiero, non si presta ad essere catalogata all?interno di asfittiche classificazioni politiche. Non basta, amici carissimi, il liberismo da intendersi quale pura teoria economica. ? necessario dare attuazione, anche soprattutto, ad un liberalismo che sia politico, civile, culturale ed etico. Poter decidere come mettere al mondo i nostri figli; poter decidere come curarsi; poter decidere come vivere e, perch? no, come e quando morire: non sono forse queste prerogative di un uomo libero che, come tali, prescindono dalle classificazioni dettate dal legame partitico? Perch? dunque lasciare ai nostri contradditori politici il diritto di arrogarsi la gestione esclusiva di siffatte competenze?Perch? lasciare che la sinistra si faccia paladina incontrastata dei diritti civili? Perch?, infine, appiattirsi su posizioni, spesso imposte ?dall?esterno?, che inevitabilmente feriscono la sensibilit? culturale di buona parte di noi?Con sincerit? e con grande sofferenza vi chiedo da ultimo: c?e? ancora un posto nel nostro movimento, per tutti coloro (e sono tanti) che hanno una siffatta visione delle cose?Attendo risposte, cari amici.

Pubblicato il: 25/02/2006

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