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Caselgiorgio. Le disavventure di un barbiere scomodo

Pier Luigi Leoni

Caro Direttore,

la vicenda delle case di riposo irregolari, di cui ben otto a Castel Giorgio, ha portato alla ribalta il mio nome affiancato a quello di Artemio Cinque, che, riferendomi alla pi? nota delle sue attivit?, chiamer? d?ora in poi ?il Barbiere?.

Informo chi non lo sa che il Barbiere ed io formiamo un gruppo consiliare di Castel Giorgio molto critico nei confronti di quelle case per anziani che non rispettano le regole.

 Un? indagine del NAS, dopo alcuni anni di polemiche da noi promosse, sembra che ci stia dando ragione. La reazione, pi? o meno chiaramente riportata dalla stampa, alla tempesta che si ? abbattuta sulle cosiddette case di riposo ? del tenore: ?E adesso, poveri vecchi, dove li mettiamo??; ?Se le case non sono in regola con la legge, perch? non si fa una legge che le faccia diventare regolari?; ?Le case di riposo sono per Castel Giorgio ci? che la FIAT ? per Torino, vogliamo togliere il pane a decine e decine di lavoratori??.

Per? il commento pi? diffuso e non riportato dalla stampa ? che il Barbiere, che ? anche titolare di una piccola impresa di onoranze funebri, ce l?ha con le cosiddette case di riposo, perch? da anni non rimedia nemmeno un cliente tra le salme che escono dalle case. E, non essendo le case gestite da cinesi, le salme che ne escono sono tante  e si usa ancora portarle al  cimitero. Che il Barbiere, efficiente nel fornire senza lussi e a prezzi convenienti l?estremo servizio, comprensivo di taglio di barba e capelli al docile trapassato, non sia felice di vedersi sfuggire tanti clienti mi sembra ovvio.

Ma nella battaglia per la regolarit? delle cosiddette case di riposo io sono a fianco del Barbiere pur non essendo socio della sua impresa di pompe funebri. Gli sono a fianco semplicemente perch? ? una battaglia giusta. Ed ? giusta indipendentemente dalla giusta ira del Barbiere per un mancato lavoro che gi viene ingiustamente negato. A causa della nostra posizione in materia di case di riposo, nel 2004, si sono spaccati prima la destra e poi il centrodestra castelgiorgesi e abbiamo dovuto affrontare, io come candidato sindaco il Barbiere come candidato consigliere, una campagna elettorale perduta in partenza.

Non ? stato piacevole, anche se non abbiamo perso n? un etto di peso n? un?ora di sonno. Ma chi me l?ha fatto fare? Ascolta dunque dal Tuo mai rinnegato amico la spiegazione del mio sodalizio col Barbiere, che nessuno ? ancora riuscito a capire.

Da quando Tu mi tirasti in politica ho passato trent?anni a descrivere la genesi, la storia e la logica interna del sistema politico ed economico dell?Umbria e di Orvieto, un sistema un po? pigro, un po? mafioso, un po? parassitario: uno stagno dove le forme di vita hanno trovato un equilibrio che ne garantisce la lunga sopravvivenza limitandone la vitalit? e contenendone la puzza. In questo stagno ho lanciato o, pi? precisamente, ho fatto rotolare qualche sasso, ma erano i sassi del giornalista e del politico senza ambizioni, che, quando si ? messo a posto la coscienza, si ritira in camera sua a meditare sulla vanit? del tutto. Sassi che infastidiscono, ma che si posano sul fondo e tutti aspettano che la superficie torni piatta, perch? lo stagno ? profondo e di sassi del genere ne pu? assorbire tanti.

Quando ho conosciuto il Barbiere sono rimasto sorpreso perch?, pur essendo diversissimo da me per studi, storia familiare, vicenda politica, modi, metodi, sensibilit? e loquela, aveva della fetta d?Italia in cui viviamo la mia stessa visione. Anche lui passava il tempo a tirare sassi nello stagno in modo lucido, intrepido e ostinato, ma anche talmente fragoroso e violento da rimanere puntualmente inzaccherato dagli schizzi di fango con cui lo stagno inevitabilmente reagisce. Ti racconto solo di alcune sassate.

Quando il Barbiere s?affacci?, per cos? dire, nel mondo dei defunti, chiedendo una licenza per vendere prodotti funebri, il consiglio comunale di Castel Giorgio, solidali maggioranza e opposizione, cerc? di bloccarlo con questa motivazione: ?E? necessario effettuare uno studio accurato del territorio per vedere se una nuova licenza per articoli funebri possa creare fenomeni di esasperata lotta concorrenziale con conseguente danno per le famiglie dei defunti, tanto sul piano economico, quanto su quello psicologico, oltre a una esasperata concorrenza in questo settore?. Il Barbiere trasecol? e disse il fatto suo al primo consigliere comunale che gli venne a tiro. Poi  fece ricorso al TAR. Busc? una querela e se la cav? davanti al pretore. Il Comune, senza aspettare la pronuncia del TAR,  fece marcia indietro.

Quando poi il Barbiere apr? l?esercizio di onoranze funebri, si trov? davanti sia la lobby dei diretti concorrenti che quella delle case di riposo, due lobby che ad altre latitudini avrebbero curato ciascuna per suo conto i rispettivi interessi, ma in Umbria quelle che sono manifestazioni di ordinario, lecito e concorrente lobbismo diventano muraglie. Il Barbiere, di fronte alla serrata delle salme, rischi? il fallimento. Sapevano bene che s?era dovuto indebitare per acquistare il carro funebre e una scorta di casse da morto. Quando il Barbiere ebbe da ridire sulla regolarit? delle case, gli schizzi di fango arrivarono a palate. Il fatto che avesse ragione, non contava e non conta  niente per gli infangatori, per i loro ruffiani e per tanti vigliacchi.

Altra vicenda. Il Barbiere s?arrangiava ad arrotondare il reddito allevando, col permesso dell?autorit? sanitaria, cani da caccia. Fu denunciato per tre cani in eccesso al numero consentito e dovette difendersi davanti al pretore. Bada bene, si trattava di tre pimpanti cani da caccia e non di esemplari anziani della specie umana, ricoverati in cosiddette case di riposo. La giustizia si mise in moto rapidamente. E per fortuna il pretore non volle accanirsi sul povero Barbiere.

Altra vicenda ancora. Nel giugno del 1999 il Barbiere, durante una seduta consiliare, parlando come consigliere, afferma che il sindaco ?pur essendo a conoscenza fin dal 9 aprile 1999 della inibizione dei lavori relativi al progetto denominato ?Roma Vetus? stabilita con decreto ministeriale, aveva deliberatamente tenuta nascosta tale notizia e che con tale comportamento il sindaco aveva volutamente ingannato il popolo?. Scatta la denuncia per oltraggio. Il Comune si costituisce parte civile. Due processi, due assoluzioni. Sei anni di tribolazioni e di spese. Il Barbiere non molla, non fallisce e non lascia la politica. Anzi, tra un processo e l?altro trova il modo di agitare una polemica su ventitr? milioni di lire che il Comune di Castel Giorgio, prima delle elezioni del 1999, aveva dato al parroco per riparare il campanile. Ma il campanile era rimasto tale e quale. Il parroco ha riconsegnato i soldi. Nessuno ? finito sotto processo e, stranamente, nemmeno il Barbiere. Per? mi fermo qui senn? sotto processo ci finisco io.

Un tipo cos?, caro Direttore, non me lo potevo far scappare.

Tuo Pier Luigi Leoni

 

Pubblicato il: 14/02/2006

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