"Troppo" Gialletti fa male al Consiglio comunale
Davide Orsini
Caro Direttore,
le scrivo in merito ad una considerazione che da tempo volevo fare apertamente. Si tratta di un problema di poco conto, forse, che per me per? riassume in s? il carattere democratico delle istituzioni assembleari, che dovrebbero essere preservate da una eccessiva personalizzazione da parte di chi le presiede.
Chi presiede una istituzione assembleare, come il (o la) Presidente della Camera e del Senato ha innanzi tutto una funzione di garanzia rispetto al corretto svolgimento dei lavori dell'Assemblea parlamentare, massimo simbolo e strumento dei regimi democratici, in quanto fulcro della rappesentanza delle pi? rilevanti forze politiche di un paese. Non sto qui a ricordare tutte le funzioni fondamentali di una assemblea parlamentare.
Vengo al punto che vorrei sollevare. Non mi piace, e credo che sia poco opportuna, l'eccessiva personalizzazione che in questi anni ha dominato la presidenza del Consiglio comunale di Orvieto. Al presidente Gialletti credo tutti riconoscano un'attivit? positiva in termini organizzativi. Si ? dato molto da fare. Trovo l'idea del sito del Consiglio comunale una meritoria azione di trasparenza e apertura nei confronti del pubblico. Gialletti ha interpretato in questi anni anni l'esigenza da parte dei consigli comunali di contro-bilanciare il ruolo dominante attribuito dopo le leggi su l'elezione diretta dei sindaci all'organo di governo delle citt?. Forse a scapito delle funzioni, un po? ridimensionate, di controllo e di dibattito delle proposte da parte delle assemblee rappresentative cittadine.
Al tempo stesso per? un eccessivo protagonismo di chi dovrebbe interpretare principalmente un ruolo di garanzia per tutte le forze politiche rappresentate nell'assise cittadina sembra una nota stonata. Ricordo memorabili battibecchi in Consiglio fra il presidente e alcun esponenti dell'opposizione. Spesso il presidente Gialletti si ? sbilanciato un po? troppo verso considerazioni che tendevano a giustificare l'operato dei rappresentanti della maggioranza. Mitici i duelli con Conticelli.
Poi c'? anche un problema dell'informazione e dei suoi operatori. Ad esempio mi pare di cattivo gusto associare la foto del presidente del Consiglio comunale alla pubblicazione della convocazione e dell'ordine del giorno del Consiglio stesso. Mi sembra un eccesso di personalizzazione che potrebbe essere evitato. A nessuno sfugge un processo generalizzato e costante di personalizzazione dell'attivit? politica a tutti i livelli e da vario tempo.
Non per questo ci? deve essere percepito come giusto, specialmente, ripeto, per organi assembleari come le istituzioni parlamentari. Avete mai visto le foto di Casini o di Pera, piuttosto che quelle di Violante e di Mancino prima della convocazione delle Camere? Eppure tutti e quattro sono stati attivissimi, ognuno a modo proprio, nel dare impulso alle attivit? parlamentari.
Il desiderio di conquistrare il consenso ? connaturato all'attivit? politica. Tanto per essere chiari, non vorrei passare per iconoclasta,
specialmente di questi tempi! Per? trovo che il presiente Gialletti potrebbe ricercare il consenso personale tramite i canali pi? consoni dell'attivit? di partito senza utilizzare in modo improprio un eccessivo protagonismo che stona con la natura stessa dell'istituzione di cui dovrebbe essere rappresentante e garante. Il Consiglio comunale non coincide con la figura politica del suo presidente, ma rappresenta il luogo dove tutte istanze che partecipano alla vita politica e sociale della citt? trovano modo di esprimersi con pari opportunit? e dignit?.
Il mio, per carit?, ? soltanto un suggerimento da cittadino. Mi piacerebbe che anche gli organi di stampa cominciassero per parte loro a limitare la straripanza della politica laddove possibile.
Con stima.
Davide Orsini.
Pubblicato il: 07/02/2006