Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
NOTIZIE CORSIVI

Anno nuovo, vita vecchia

Fausto Cerulli

di Fauso Cerulli

Anno nuovo, vita vecchia. Passata la sbornia di Umbria Jazz, la routine ricomincia. Si discute dell? ATC, che sarebbe l?Azienda Trasporti Consorziata, dove agenda non significa niente, consorziata non si capisce tra quali consorti. Solo Trasporti ? chiaro, ma sono trasporti per trasposte persone che sono sempre quelle ma non importa.  Si discute della ex Caserma Piave, che ha portato qualche soldo ad Orvieto quando era caserma non ex ed ora porta soldi, ovviamente sudati, a chi da anni sta sbattendo la testa nel muro della burocrazia regionalprovincialcomunale ma comunque sempre rossa. Si parla dei padroni dell?acqua, ma ne parlo quasi soltanto io, con la capoccia di Capoccia che minaccia di non  far bere gli assetati, che se lo sa quel parroco mancato di Prodi magari lo scomunica.  Si parla di Porano dove si vive bene e poi le interviste vengono pubblicate sulla cronaca di Baschi, cos? la gente pensa che Baschi ? Porano e viceversa. Si parla degli avvocati di Orvieto che fanno Festa perch? un avvocato che si chiama Festa ? il primo della lista e il primo della lista della festa. Si fanno i conti dell?anno passato: i commercianti stanno sempre in rosso, si pensa di istituire una confraternita dei Commercianti Piangenti: Gulino porta la bandiera, con la falce piegata ed il martello che ? soltanto  il congegno che rintocca, senza sagrestano alle corde, dal campanile delle chiese. Si parla della Fondazione della Cassa di Risparmio, dove tutto si risparmia fuorch? le liti. E dove i soci espulsi per assenteismo diventano protagonisti improvvisi di un- come dire- presenteismo alla tardona. E, dietro, l?ombra di due avvocati, di cui nessuno vorrebbe fare il nome, ed io faccio soltanto il nome dell?avvocato Guariglia, che da Presidente della Cassa ha fatto perlomeno tutto il possibile per far diventare la Cassa di Risparmio di Orvieto una Cassa che non ? cassa da morto. Si discute della viabilit?, con proclami come tutto ? risolto, e poi se scendo da Porano ad Orvieto- sette chilometri sette- l?altro giorno ho impiegato due ore e mezzo prima di tornare indietro e passare per Canale, e sai che gusto. Ma le sere di Orvieto sono ancora piene di gloria, riservata ai giovani che non gliene frega niente: come la Giovanna d?Arco di Monica Guerritore al Mancinelli, con l?atttrice pi? sensuale e sensualmente attrice del teatro italiano. Ma i giovani, a quell?ora di sabato stavano a spinellare con accompagnamento di Bracardi al gin nelle innocue criminali discoteche dei dintorni.  Ho scoperto il teatro dei calanchi, a Lubriano, un gioiellino di teatro e un gioiellino di spettacoli che una volta li avresti detti underground e che parlano della vita e della non vita di oggi, e che siamo in trenta persone  a seguire uno spettacolo che meriterebbe altro ed altri consensi. E  mi sento estraniato  da questa Italia televisiva e televiziosa: mi accorgo che in un piccolo teatro di Lubriano mi capita di conoscere inglesi  innamorati di Orvieto, tedeschi che fanno il loro culpa, australiani  senza canguro ma con molta voglia di sapere. Anno nuovo, vita, vecchia Orvieto dei miei rancori e dei miei amori.  Diamoci una mossa, lo dico soprattutto al mio amico Cardinali, che combatte con ostinazione battaglie meritorie, e che vorrei avere mio alleato in un progetto di Orvieto nuova, lo dico a Conticelli, a Barbabella.  E lo dico a  Cimicchi, sempre amico e nemico. Che ci ha comunque concesso, sia pure con Berlusoni Mondadori, di sfogliar libri fino a mezzanotte invece di andare a puttane. Senza parlar male di loro: quella che ha il camper sulla via del Forello legge molto Bukowski., ed  ha il coraggio di denunciare clienti professionisti che la vanno a trovare con  calze a rete e tacchi a spillo. E il giorno dopo parlano male della sinistra  gay, e fanno i rammaricati di professione, come il parroco Prodi.

Anno nuovo, vita in prova.

Pubblicato il: 16/01/2006

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