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Un centro commerciale alla Piave. E poi...

Gianni Cardinali

Lettera aperta Al Sig. Sindaco Dr. Stefano Mocio

ORVIETO. Di Gianni Cardinali

 

Oggetto: discontinuit? e innovazione

 

Gentile Sig. Sindaco,

ancora una volta intervengo come semplice cittadino nel tentativo di portare un contributo al dibattito sul destino della caserma Piave.

Il calibro di chi mi ha preceduto in questi giorni, mi riferisco a Giovanni Stella imprenditore e a Franco Raimondo Barbabella presidente di RPO, non mi intimidisce, anzi mi spinge ancor pi? a diffondere i miei pensieri, con lo spirito volto alla proposizione e non alla polemica.

Intanto chiariamo subito che EUROPARK di Salisburgo, progetto di Fuksas, ? stato nominato dallo stesso in una intervista che ho diffuso io nei giorni scorsi.

L?intenzione non era quella di confrontare l?EUROPARK con l?ipotesi di una struttura commerciale all?interno della caserma Piave, quanto piuttosto quella di riflettere sulle argomentazioni di Fuksas relative ai centri commerciali delle periferie che distruggono l?attrattiva dei centri storici, piccoli o grandi che siano.

Diciamo che il ragionamento di Fuksas doveva servire a rafforzare l?idea di proporre una struttura commerciale, con parcheggio sotterraneo, alla caserma Piave, piuttosto che nella periferia, tra l?altro sconnessa ed informe, presso la rivendita Renault.

Facciamo pure finta di avere dimenticato tutte le polemiche relative all?affarismo ventilato in quell?area; facciamo finta di dimenticare che fu una importante forza politica della maggioranza a sollevare il problema; facciamo finta di non avere sentito che si vuole far passare la complanare come servit? al futuro centro commerciale; facciamo finta che la Regione non abbia ?benedetto? questa operazione; facciamo finta che l?associazione tra il nostro piccolo e quello che sta avvenendo a livello nazionale non ci riguardi; facciamo finta che ci interessa sul serio il futuro della citt? in controtendenza con il passato e, per questo, proviamo a discutere di assetto del territorio.

La caserma Piave ? la grande occasione per ridare una centralit? al centro storico e il ?Business Plan? di Barbabella sembrerebbe andare in quella direzione, con il pesante difetto di ipotizzare che possa essere il miele per tante mosche imprenditrici pronte ad investire soldi su quel progetto che, senza quelli statali, non si regge in piedi.

Partire dalla struttura commerciale, ed anche artigianale, con un importante parcheggio sotterraneo nella piazza d?armi, capovolgerebbe tutta l?impostazione.

Intanto potrebbe attirare l?interesse di una imprenditoria del settore molto meglio di quanto non possa fare l?area prevista presso l?autostrada: ? chiaro che senza questo presupposto fondamentale tutti i discorsi sarebbero pura fantasia.

Per?, se c?? interesse a realizzare una struttura di media o grande dimensione ad Orvieto, perch? non tentare una novit? in un importante centro storico che, del tutto casualmente, offre le condizioni favorevoli?

E? vietato pensare che di fronte ad una eventualit? del genere, possano innescarsi tutti quei meccanismi che richiamino investimenti per tutte le altre parti della caserma a disposizione?

Proviamo a fantasticare.

Il Comune si riappropria della caserma e lancia una offerta di imprenditoria su questa idea che vede i piani bassi e la piazza d?armi a disposizione per un progetto commerciale e artigianale legato al richiamo di questo splendido centro storico.

Il Sig. COOP o il Sig. LECLERC rispondono con due filosofie diverse ma disponibili a realizzare l?investimento per un profitto ragionato e plausibile.

Una filosofia ? di tipo tradizionale, senza fronzoli e tanti problemi, e propone un intervento minimo teso ad ottimizzare solo il rendimento.

L?altra, invece, propone un coinvolgimento di tutta la citt? per realizzare un progetto pi? coerente con le caratteristiche del luogo.

Intanto un altro parcheggio veramente sotterraneo in via Roma per i soli residenti, in modo che le auto in superficie si vedano il meno possibile.

Poi un collegamento interessante tra la struttura commerciale e la funicolare che funzionasse in continuit? anche con carrelli per la spesa.

Poi un ampliamento del parcheggio a valle dello scalo mediante sopraelevazione.

Poi una pedonalizzazione totale e severa di tutto il centro storico salvo la possibilit? di entrare ed uscire per i residenti.

Poi un sistema di piste ciclabili che colleghino il pi? possibile tutte le aree di Ciconia e dello scalo con la funicolare.

Insomma tutto un sistema che consenta alle auto di muoversi con una certa scioltezza ma con il recupero il pi? possibile di mezzi alternativi.

Una prospettiva del genere andrebbe incontro anche alla ipotesi di portare vari uffici negli immobili periferici della caserma.

Il riscontro commerciale, invece, dovrebbe prevedere da una parte un intervento architettonico di recupero di qualit?, dall?altra un commercio il pi? possibile compatibile con le esigenze di risparmio energetico e dei rifiuti, con prodotti a scarso impatto di imballaggio o di materiale a perdere, e con la possibilit? di rendere sia il recuperabile che il materiale a perdere, buoni da spendere nello stesso centro una volta resi con l?organizzazione adeguata.

Qualcuno dir?: supponendo che tutto ci? avvenga come si gestir? l?eventuale flusso di traffico che si verificher? quando i ?viterbesi? verranno da noi a spendere invertendo l?attuale tendenza e richiamati dalla vetrina dell?arte, della storia, dell?artigianato e del commercio?

La risposta pu? essere: con l?intelligenza che sicuramente non potr? essere messa in opera con il dramma che si verificherebbe con una struttura commerciale presso  l?ingresso dell?autostrada.

Ai dubbi dei commercianti esistenti si pu? rispondere che il commercio ? un fondamento del rapporto tra persone, ma ? essenziale che ci siano!

 

Con i migliori saluti

                                                          

Pubblicato il: 03/01/2006

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