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Nerone a Parigi ?

Silvia Fringuello

di Silvia Fringuello

 

Si racconta che, nel 64 d.C., l?allora imperatore di Roma, Nerone, incendi? la citt? perch? desideroso di attuare un riordinamento urbanistico che apportasse abbellimento e funzionalit?, stravolgendo perci? i criteri e le logiche delle costruzioni e della viabilit? fino a quel periodo realizzate.

Sugli eventi di Parigi, politici, sociologi, giornalisti, opinionisti e cos? via, attribuiscono delle spiegazioni pi? o meno condivisibili, il comun denominatore ? il disagio sociale.

Disagio sociale che scaturisce dalla disoccupazione, dalla ghettizzazione degli extracomunitari, dalla mancata integrazione degli ex-colonizzati, dalla religione che prevale in quei quartieri, dalla cultura, dalla non educazione civica delle nuove generazioni e chiss? quante altre motivazioni si potrebbero dare.

Anche in altre grandi metropoli Europee e non, si sviluppano forme diverse di guerriglia urbana. Il fenomeno, pi? o meno grave, ? ormai esteso a tutte quelle realt? dove c?? una forte concentrazione di abitanti.

Il particolare che sfugge alla maggior parte degli analisti ? che tutto ci? si verifica in modo eclatante nelle ?periferie? e non nei centri delle citt?.

Periferie, frutto di una urbanizzazione scellerata, tese a creare utili agli imprenditori ed ai municipi che le ospitano. I piani regolatori, redatti al solo scopo di aumentare gli introiti che derivano dalle nuove gigantesche costruzioni e dalla nuova popolazione che vi risieder?, a volte senza prevedere aree adibite al verde in modo adeguato e senza servizi primari alla cittadinanza come le scuole, gli ospedali, i trasporti.

Non si pu? pi? pensare di concentrare il maggior numero possibile di uomini in minimi spazi, s?implode!! Mancano gli spazi vitali !!

La ?qualit? della vita? in periferia non esiste, non ci sono nessun tipo di relazioni sociali, ognuno difende il proprio spazio fino all?esasperazione e quando viene invaso la reazione ? sicuramente violenta vista l?oppressione che si subisce e si vive quotidianamente.

Le amministrazioni comunali hanno perci? consentito la concentrazione, non gestita, di masse di gente in spazi non  idonei all?abitabilit? naturale, piazzandole a buon prezzo rispetto alle abitazioni del centro, hanno creato automaticamente dei veri e propri ?inferni dei dimenticati?. Se ? vero che la ?qualit? della vita? ? al suo massimo livello nei piccoli centri, con pochi abitanti e con dei servizi adeguati, perch? non  progettare periferie-paese ?

Concepire e realizzare le grandi metropoli in tanti piccoli centri, con un proprio tessuto sociale ed economico, come poi lo sono state fino alla prima met? del 1900 , ? dispendioso, i costi saranno sicuramente elevati rispetto alla costruzione di semplici cubi di cemento, ma il risultato non potr? essere altro che positivo, ce lo insegnano le nostre citt? d?arte. 

Forse le ribellioni e le guerriglie urbane alle quali stiamo assistendo, vogliono significare anche questo. Il fuoco dei parigini, potrebbe essere interpretato anche come mezzo di comunicazione, sicuramente non condivisibile, come a dirci che esiste anche la periferia, bruciare via il tutto, per creare un ambiente nuovo pi? bello, pi? funzionale e sano, proprio come fece Nerone.

Auspico un buon lavoro a tutti quei Comuni impegnati alla realizzazione del proprio nuovo piano regolatore, non dimentichino che le nuove direttrici saranno per prime recepite dai cittadini e  perci? condizioneranno tutti i contesti sociali del proprio paese o citt? . Confido nelle Istituzioni che parteciperanno e condivideranno, gli interventi e le proposte ai nuovi piani regolatori.     

 

 

 

Pubblicato il: 09/11/2005

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