Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: CORSIVI
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Compagni, ? necessaria "la forza del confronto"

Danilo Pietrini, dirigente regionale DS

Di Danilo Pietrini
Dirigente Regionale DS - gi? Coordinatore del comprensorio Orvietano della Mozione Fassino   

Quando una sera del mese di Ottobre dello scorso anno, in una delle prime riunioni che ci preparavano alla discussione congressuale, Piero Mignini mi propose come coordinatore della mozione Fassino per il comprensorio Orvietano, proposta che venne accolta con moderato slancio dai partecipanti alla riunione, mi chiesi immediatamente se sarei stato in grado di assolvere l?annoso compito visto il precedente risultato congressuale nel quale ?il correntone? aveva prevalso.
Pensai immediatamente al clima ?surreale? che un congresso riesce a generare, all?inspiegabile irrigidimento delle posizioni e alla loro personalizzazione, mi si chiedeva spirito di servizio, la risposta fu: ?ci provo?.
La scelta probabilmente ricadde su me perch? ritenuto tra i pochi che potesse svolgere un ruolo di mediazione, non certo delle posizioni politiche congressuali sulle quali c?? stato e c?? tuttora il massimo rispetto, ma per riuscire ad arrivare alla conclusione del congresso, indipendentemente dal risultato politico che ne fosse scaturito, alla gestione unitaria del partito orvietano.
Su questo e per questo lavorammo con la saggia e competente regia dei compagni del regionale, consci delle difficolt? che avremmo incontrato ma sicuri della volont? e dell?impegno che avremmo profuso per il raggiungimento dell?obiettivo. Continui incontri, anche goliardici, proprio per ?annaffiare? il clima ?pesante? che nolenti o dolenti si crea in una tornata congressuale, fino all?emanazione di un documento unitario votato e approvato all?unanimit? in tutti i Congressi del comprensorio.
Sapevo bene che il mio compito si sarebbe esaurito con la fase congressuale proprio per la mia natura e per il ruolo che avrei svolto che mi avrebbe portato, cos? come ? nella cose, alla ricerca della mediazione e alla valorizzazione delle questioni che uniscono e non di quelle che dividono; sapevo bene che ?altri pensavano altro? ma l?obiettivo era chiaro cos? come lo ? stato il suo raggiungimento. Come si sa queste sono doti che vengono valorizzate nella costruzione di un progetto ma abbandonate per la sua gestione nella quale purtroppo alcune volte prevalgono altri argomenti meno nobili che scaturiscono dalle aspettative personali degli ?attori? e non dalla progettualit? politica.
Vedete, io non credo che fare politica, come dice un mio caro amico di Perugia?, sia come il gioco della ?scopa? ovvero chi ha la maggioranza comanda e gli altri guardano. Chi detiene la maggioranza ha l?obbligo di ricercare e trovare i punti di incontro per unire, sulla progettualit? e sulle scelte, il maggior numero di donne, uomini e di idee presenti all?interno del partito e della societ?.
Il ruolo di partito leader si ottiene solo cos?, con la ricerca costante del confronto e della discussione interna con esternazioni attente e moderate che non diano la sensazione che si voglia sostituire un progetto solo perch? ?partorito? da altri.
Sulla capacit? progettuale, sulla scelta delle strategie, delle professionalit? e capacit? delle persone in esse impegnate, si misura la leadership di un gruppo dirigente. Con la capacit? di delega, dimostrando competenza e attenzione del controllo della gestione, si ottengono i grandi risultati, quelli che  il nostro gruppo dirigente nella sua interezza ? capace di produrre e che la base del nostro partito e il cittadino che ci ha dato fiducia si aspetta da noi.
Con tutta franchezza devo dire che non era questo il partito che avevo sognato e per il quale avevo lavorato,un partito nel quale si consumano successi o insuccessi (penso alla bella Festa dell?Unit? di Orvieto e al suo epilogo, o alla mancata elezione di alcuni nostri rappresentanti sia in Provincia che in Regione), senza che emerga uno dei valori fondanti del nostro partito, la solidariet? e con essa l?umanit? che ? dentro ciascuno di noi.
Questo non avrei proprio voluto che fosse cos?.
Non ho, e credetemi ? proprio cos?, la presunzione di detenere la soluzione ai problemi presenti nelle varie situazioni dinanzi a noi, ma un suggerimento per? sento di doverlo dare.
I nostri sostenitori e la restante componente delle nostre ?maggioranze? si aspettano di trovare in noi un gruppo dirigente coeso che possa costituire una fucina di idee e progettualit? da confrontare e sviluppare nelle sedi preposte dove ritengo, con onest? intellettuale, tutti e dico tutti siano pronti a lavorare e produrre risultati che vadano all?indirizzo del miglioramento della vita dei cittadini dello sviluppo compatibile e sostenibile per il nostro territorio.
Ce lo chiedono tutti cittadini, ( pensionati, lavoratori, giovani, imprenditori ??..), il nostro dovere ? quello di dare risposte certe e condivise.
Credo che la nostra parola d?ordine sia quella di ?dover essere e non quella del voler apparire?.
Per far questo dobbiamo ritornare al tavolo della vera concertazione con tutte le sinergie presenti nel dibattito politico comprensoriale affinch?, nel comune interesse, si ritrovi la forza del confronto per costruire il progetto del ?comprensorio orvietano?. Questo e non altro ? il vero obiettivo che una dirigenza, consapevole matura e responsabile deve saper fare.
Per concludere, io sono convinto che possiamo farcela perch? abbiamo idee e risorse capaci e competenti resta solo lo sforzo di un bel bagno di umilt? e una scelta delle strategie e dei metodi per realizzarle sul quale non dovr? mancare la vera collegialit? e il rispetto e la praticabilit? delle idee e delle persone che le avanzano, senza il preconcetto dell?appartenenza mozionistica, questa affermazione vale ovviamente per tutti.
Non credo che Universit?, caserma Piave, sistema idrico, bilanci comunali, presenti in questi giorni di continuo sulla stampa con pi? o meno enfatizzazione, possano costituire un ostacolo insormontabile se il presupposto per la loro soluzione sar? quello della collegialit? e non quello del personalismo.
Con questa riflessione, spero di aver reso un servizio al partito nel quale milito e alla discussione nella sua interezza, Vi assicuro che ho cercato di affrontarla con onest? intellettuale e non con la presunzione di possedere soluzioni certe.
Il nostro compito finale ? quello di dare una risposta univoca a chi chiede certezze ed ? turbato dall?immagine letta sulla stampa di questi giorni.
Per i cittadini che hanno fiducia in noi e anche per quelli che sono critici nei nostri confronti dobbiamo ritrovare l?unit? politico-programmatica vera quella che riesce a superare, nel loro interesse, i personalismi che poco hanno a che vedere con la  Politica, quella con la ?P? maiuscola.

    

Pubblicato il: 10/08/2005

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